C'è una mina sulla rotta di Gola di Giorgio Barberis
C'è una mina sulla rotta di Gola ATLETICA La Lega delle società a confronto col nuovo presidente C'è una mina sulla rotta di Gola La nascente Lega delle società dovrebbe essere il primo scoglio che Gianni Gola, neoeletto presidente dell'atletica italiana, incontrerà sulla rotta della sua barca, la cui chiglia ancora non si sa quanto sia in grado di reggere all'urto. A meno che il timoniere non sia così bravo da aggirare l'ostacolo, senza virate che facciano imbarcare acqua. L'iniziativa promossa da Mastropasqua, Gualtieri e Castelli pone indubbiamente degli interrogativi e legittima i sospetti di chi trova quanto meno curioso che l'esigenza della Lega venga sentita tanto urgente all'indomani di un risultato assembleare che ha segnato in modo netto la divisione tra vincitori e vinti. Mastropasqua, che il giorno dopo Firenze appariva molto duro (-La spaccatura è stata sancita dall'assemblea»), spiega oggi la sua differente posizione come elemento di riflessione: «A cal¬ do, certe reazioni possono essere il frutto della tensione per la battaglia che c'è stata. Ma poi è giusto prevalga la logica, occorre prendere atto dei fatti. Dunque la proposta di una Lega non nasce in antitesi, né come atto di forza nei confronti della federazione. Rappresenta invece una necessità resa urgente dalla composizione del nuovo consiglio federale, nel quale non sono rappresentate le grosse società non militari, né enti come Cus e Libertas. Questo ha reso necessario procedere con urgenza. Il discorso, poi, dell'anacronismo di una Lega per uno sport individuale è smentito ad esempio dal ciclismo, dove l'associazionismo delle società sta dimostrando di avere un significato». I toni pacati nascondono tempesta? Naturalmente è possibile, ma non sicuro. Invece è certo che, praticando la politica del sospetto, di strada verso il riassemblag¬ gio di tutte le forze, e questo dovrebbe essere uno dei traguardi della gestione-Gola, si rischia di farne davvero poca. Così, anche se formalmente ineccepibile, ci pare quanto meno estremamente difensiva la posizione del neo presidente che, di fronte alla prossima richiesta di riconoscimento da parte della Lega, pare mettere le mani avanti sottolineando come «sia necessaria una modifica statutaria». Rifarsi allo statuto che, evidentemente, necessita di una bella revisione (Ottoz di questo aveva fatto uno dei punti qualificanti della sua campagna elettorale), ci pare una scappatoia neppure nuova visto che Gola l'ha utilizzata anche il giorno dell'elezione spiegando come mai non avesse proposto per Nebiolo una presidenza onoraria, che il dirigente torinese, trasformando l'atletica nell'ultimo ventennio, avrebbe meritato essendo i suoi meriti ben più significativi di eventuali errori. A meno che non si voglia ulteriormente demonizzare la guerra (senza successo) che Nebiolo cercò di fare a Gattai. Tornando alla nascente Lega la logica che può spingere le società non militari a unirsi è ben esemplificata da una delle richieste preannun ciate della Lega stessa, e cioè che gli atleti appartenenti alle società militari, percependo regolare stipendio, non dovrebbero più usufruire di borse di studio federali, n che potrà anche non piacere agli interessati, ma ci pare legittimo in un'ottica di equilibrio che, apprezzando giustamente l'impegno dei Gruppi Sportivi finanziati dal denaro pubblico, tiene anche conto della libera iniziativa senza penalizzare oltre misura l'impegno e la passione di chi, ogni anno, deve lottare per trovare sponsor e finanziamenti. Giorgio Barberis
Persone citate: Castelli, Gattai, Gianni Gola, Gualtieri, Mastropasqua, Nebiolo, Ottoz
Luoghi citati: Firenze
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