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Colombia, ogni 5 ore un morto di guerriglia Colombia, ogni 5 ore un morto di guerriglia Grande tre volte l'Italia ma con soltanto 27 milioni di abitanti, la Colombia è un Paese a economia mista — agraria e industriale — ancora pesantemente arretrato nella via dello sviluppo. La sopravvivenza di larghe e diffuse forme di latifondo, e l'asprezza dei contrasti sociali, hanno radicato a partire dagli Anni Sessanta una opposizione armata ai processi politici gestiti dai due partiti che si alternano nel governo dello Stato, il liberale e il conservatore; ma già i due partiti controllavano il potere con un uso spregiudicato della forza, e negli Anni 50 c'erano stati 200 mila morti per scontri e violenze politiche. La guerriglia contadina, che in passato ha avuto anche legami con il clero di base, è contrastata da un esercito con r olte tentazioni autoritarie e dall'atti¬ vità repressiva degli squadroni della morte. Il sistema politico è retto da una costituzione democratica, basata su una repubblica presidenziale e su un bican.^rali.smo elettivo; il presidente in carica è Virgilio Branco, le prossime elezioni sono previste per la metà del 1990. La storia recente della Colombia è soltanto una storia di violenza. Le ultime statistiche sono terribili: ogni 25 minuti un colombiamo muore di morte violenta, ogni 5 ore c'è una vittima della guerriglia, ogni 13 ore un sequestro, ogni 14 ore un attentato terrorista, ogni 15 una estorsione, ogni 20 ore muore un soldato ucc.so dalle forze guerrigliere o criminali. La violenza pr':*ica è strettamente connessa al narcotraffico: anche se le fon..azioni guerrigliere (Movimento 19 Aprile, Forze Armate Rivoluziona¬ rie, Esercito di Liberazione Nazionale, Esercito Popolare di Liberazione) si dichiarano estranee, e contrarie, a qualsiasi legame con i produttori e commercianti di cocaina, la loro attività militare ha rivelato ambigui collegamenti con le operazioni di contrabbando per lo smercio della droga. L'ex presidente Betancour, nel periodo del suo mandato, e ora il presidente Branco, hanno tentato di consolidare un processo di pacificazione con la guerriglia, promuovendo progetti di amnistia e forme di reinserimento civile dei ribelli che depongano le armi. All'inizio dell'anno, un accordo è stato firmato tra il governo e l'M-19; sono in corso tentativi per fare aggiungere all'accordo anche la firma delle altre formazioni in armi.