«Al nuovo Cremlino serve subito una stampa più libera» di Emanuele Novazio

«Al nuovo Cremlino serve subito una stampa più libera» «Al nuovo Cremlino serve subito una stampa più libera» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Lo scontro c'è stato, Gorbaciov ha reagito con vigore ma la battaglia continua, e «cantar vittoria sarebbe prematuro». Il giudizio sulla svolta segnata dal Plenum di martedì è del politologo Andranik Migranian, schierato su posizioni molto vicine a Gorbaciov e ricercatore all'«Istituto dei problemi del socialismo mondiale" dell'Accademia delle Scienze. Come valuta il 'pensionamento» di centodieci membri del comitato centrale? »In modo molto positivo, è il primo passo nella giusta direzione. Negli ultimi tempi la situazione era diventata tesa, si erano sentiti appelli per un congresso straordinario che liberasse il comitato centrale di un gruppo di persone legate al periodo della stagnazione, gente che frenava la perestrojka. D'altra parte il centro tenta di uscire dal torpore e intraprendere misure risolute per far avanzare la perestrojka». Gorbaciov ha le mani più libere, adesso? «Non so se le abbia già. Ma il processo va in questa direzione. Il problema principale è il rafforzamento del centro. Gli interventi al plenum e il discorso dello stesso Gorbaciov hanno fatto capire che il centro non sempre controlla la situazione, non sempre ha l'iniziativa, per cui molti processi che si diffondono nel Paese spesso colgono alla sprovvista e non si riescono a trovare risposte tempestive e adeguate. Il risultato sono le tensioni che danneggiano la perestrojka. Alla base di questa impreparazione c'è il fatto che non sono stati determinati bene i limiti fino al quali vogliamo spingerci. Questo fa sì che il potere centrale approvi decreti poco radicali e a volte imponderati, che tra l'altro nessuno si affretta a realizzare». Gorbaciov è saldo in sella? «Quello di martedì è stato il Plenum più importante degli ultimi quattro anni proprio perché c'è stato il primo tentativo da parte del centro e di Gorbaciov, il cui potere era in diminuzione fino a poco tempo fa, di diventare un leader reale. Un tentativo a partire dal quale, "personificando" il suo potere, Gorbaciov potrà intraprendere passi risoluti per far progredire le riforme politiche ed economiche. E' solo l'inizio, che fa ben sperare. Dal Plenum sembra emergere però uno scarto, fra direzione centrale del partito e organizzazioni periferiche, che cercano di rovesciare sul centro la responsabilità della sconfitta elettorale. «E' vero, e alla base di questo conflitto c'è proprio la profonda paralisi che aveva colpito la direzione centrale, l'assenza di un concetto di perestrojka che ne chiarisse gli scopi finali. La paralisi del centro ha coinvolto le organizzazioni periferiche che aspettavano, come in passato, ordini dal centro per agire: vari primi segretari si sono lamentati al Plenum, hanno detto di avere aspettato indicazioni che non sono mai arrivate, qualcuno ha rimproverato la Pravda per questo. Ma c'è dell'altro. Vari membri del comitato centrale non hanno soltanto scaricato sul centro la colpa della sconfitta elettorale; hanno proposto di uscire dalla situazione di equilibrio instabile che oggi viviamo e tornare al passato, quando si poteva controllare tutto ed era chiaro come si doveva reagire alle manifestazioni degli interessi non consentiti dal partito. Al Plenum c'è stato un tentativo ben pre¬ ciso di tornare indietro, di richiamare all'ordine la stampa, di scaricare la colpa della situazione del Paese sui movimenti informali, sull'irresolutezza del centro». La partita fra riformisti e conservatori non è chiusa, dunque? «Certamente no. Mi aspetto scontri molto aspri, alla prima riunione del Congresso del popolo, quando si discuteranno i margini dai quali non potranno uscire le nostre riforme. La situazione nei prossimi mesi diventerà sempre più tesa, non si può cantare vittoria. La maggioranza delle persone che hanno parlato al Plenum ha manifestato grande preoccupazione per i processi in corso nella società. Per superare questi umori i riformisti devono applicare misure urgenti e risolute». Che dovrebbe fare Gorbaciov per neutralizzare meglio i conservatori? «Intanto, approvare immediatamente due leggi importantissime: quella sulle organizzazioni pubbliche e quella sulla stampa. La legge sulle organizzazioni pubbliche permetterà a Gorbaciov e ai riformisti che lo circondano di includere nuove forze dinamiche nei processi della perestrojka. E una stampa più libera servirà meglio la perestrojka». Che cosa ha consentito a Gorbaciov di attuare adesso la grande purga? «Da una parte la crisi del Paese, dall'altra gli umori delle masse che dal basso hanno frustato il centro. Negli ultimi tempi abbiamo assistito al consolidamento delle forze riformiste: ci si è resi conto che la crisi del Paese esige passi urgenti. Il partito e la società si sono trovati di fronte a un dilemma: accelerare o restare nella paralisi». Emanuele Novazio

Luoghi citati: Mosca