Gattai sul trono, Matarrese nell'ombra

Gattai sul trono, Matarrese nell'ombra Domani le elezioni al Coni senza lotta per la presidenza, almeno a breve termine Gattai sul trono, Matarrese nell'ombra ROMA — -No, non mi candido-. Matarrese si gode la pausa prima di annegare la sua sentenza in un furbo sorriso: -Almeno per il momento'. E allora, «per il momento-, nessuna sorpresa: il nuovo presidente del Coni sarà quello vecchio. Domani mattina l'avvocato milanese Arrigo Gattai verrà chiamato ad indossare per la seconda voita i paramenti di sommo pontefice dello sport nazionale. A un anno e mezzo dilla sua precedente vittoria (era il 12 novembre del 1987), Gattai è un uomo solo al comando. Nessun Nebiolo da battere, l'urica insidia può venire da un'emorragia di schede bianche, grondanti sfiducia. Emorragia che sembra essere stata arginata con piglio sicuro dal presidente uscente, colpito ma non affondato dalla tempesta di sospetti piovuti sulla sua testa con il dossier Corsini, nel quale si mette in dubbio la trasparenza di certe decisioni da lui assunte ai tempi in cui guidava la Fisi. Ai primi di maggio, Gattai sarà interrogato a Palazzo di Giustizia, dove tornerà pochi giorni dopo per rispondere alle domande del magistrato che sta conducendo l'indagine sullo stadio Olimpico. .Primo Nebiolo non potrà partecipare all'elezione del suo vecchio avversario perche la carica di vicepresidente non gliene dà diritto. A norma di statuto, ad innalzare nuovamente Gattai sul trono del Coni dovrebbero essere i presidenti delle 39 federazioni sportive, corroborati dai due membri italiani del Ciò (Comitato Olimpico Internazionale), De Stefani e Carraro. Ma il ministro diserterà quasi sicuramente la votazione per evidenti motivi di opportunità e, oltre alla sua. resterà vuota anche la sedia della motonautica: il governo di quella federazione è decaduto di recente, togliendo cosi al presidente Laurenti la possibilità di prendere parte alla cerimonia d'investitura di 'Arrigo II. La battaglia risparmierà il trono e si scatenerà invece sugli incarichi di corte. Tanto per cominciare, sulla carica di vicepresidente vicario. La successione a Nebiolo è una poltrona per due: Grandi (ginnastica) e Nostini (scherma). Il primo e stato fino ad oggi il secondo vicepresidente, ruolo occupato in anni lontani anche da Nostini. Se dovesse far fede il criterio della maggior anzianità nascerebbero contenziosi a non finire. Che fare, allora? Grandi, dopo aver sciolto il peana di rito a Gattai, suggerisce: -S'. eleggono ì due vicepresidenti: farà il vicario quello che prende più voti-. L'ufficio giuridico del Coni sta esaminando lalegittimità di questa impostazione. Restano da distribuire le poltroncine della giunta, co¬ due anni di presenza in un consiglio federale o la partecipazione, per un periodo identico, ad un consiglio periferico del Coni. Ogni presidente elettore avrà diritto a segnare sulla scheda sei nomi: l'unica conferma sicura è quella di Sordillo, in rappresentanza della Federcalcio. A Matarrese, come leader dello sport più ricco, spetterebbe una vicepresidenza, carica però incompatibile con quella di deputato. Alla quale don Tonino è disposto a rinunciare solo a tempo debito. E cioè quando, dopo i Mondiali del 1990. iniziera la sua scalata al trono di Gattai. Massimo Gì amellini • Coni: il "governo» uscente è composto dal presidente Gattai; dai vice Nebiolo e Grandi; dai membri di giunta Tuccimei, Sordillo, Omini. Zerbi. Mondelli, Vinci, più Carraro e De Stefani membri di diritto, oltre al segretario generale Pescante. me dire il consiglio dei ministri. I posti in palio sono sei. attualmente occupati dall'ex nebioliano Zerbi (motociclismo), da Mondelli (rugby), Omini (ciclismo), Vinci (basket) Sordillo (calcio) e Tuccimei (medici sportivi). Quest'ultimo e destinato a fare le valigie perche Gattai deve trovare posto a un suo fedelissimo: Consolo (nuotoi, noto per la sua somiglianza, invero staordinaria, con il comico Carlo Verdone. Sulla porta del potere c'è però gran ressa: vogliono entrare anche Romanini (canottaggio) e Lo Bello (pallamano). L'unico a non avanzare pretese è il colonnello Gola, appena eletto alla presidenza della Fidai: «E' un peccato che una federazione cosi importante non sia rappresentata in giunta. Ma d'altronde io sono l'ultimo arrivato. Devo mettermi in coda». Tra l'altro Gola non avrebbe neppure i requisiti per essere eletto: lo statuto richiede

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