Razzie da Far West a Pavia di Amedeo Lugaro

Razzie da Far West a Pavia «Ladri di bestiame armati arrivano di notte e portano via i capi migliori» Razzie da Far West a Pavia In pochi mesi rubati nelle fattorie della zona 360 bovini • Gli allenatori hanno paura: «Non siamo pistoleros, la polizia deve proteggerci» - L'ultimo colpo l'altra notte: «E' la terza volta che depredano la nostra stalla, ci hanno rovinati» • Un esposto alla magistratura - Furti anche nel Cremonese e in provincia di Milano DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PAVIA — Atmosfere da Far West in provincia di Pavia DI notte una banda di razziatori di bestiame penetra nelle fattorie, ruba i vitelli migliori e scompare. -Colpi- simili sono andati a segno anche nel Cremonese e in provincia di Milano. L'ultimo blitz è dell'altra notte. E ora gli allevatori si ribellano. -Sono razziatori pericolosi, arrivano armati di fucile. Non possiamo affrontarli nov siamo contadini, non pistoleros. La polizia deve proteggere il nostro lavoro-. E cosi gli agricoltori si sono rivolti, con un esposto, alla magistratura. I furti di bestiame si succedono ormai con una frequenza più che preoccupante: ogni venti giorni una razzia di bovini. Finora sono spariti 360 capi, oltre 150 negli ultimi tre mesi. Nessuno fra gli allevatori se la sente di affrontare i ladri: arrivano in gruppo, non meno di sei, spesso armati (molte le testimonianze in proposito). Caricano i vi¬ telli su grossi camion, poi spariscono nel nulla. L'ultimo colpo l'hanno compiuto ai danni dell'azienda zootecnica di proprietà di Giuseppe e Piero Bozzi e Pierino Calvi, alla frazione -Divisa- di Marcignago, pochi chilometri da Pavia. I razziatori questa volta hanno portato via undici capi da carne, ormai pronti per la macellazione, del peso di oltre cinque quintali l'uno. Razza -Limousine», produzione francese: i migliori che c'erano nella stalla Valore commerciale del bottino, oltre trenta milioni. Gli undici vitelli rubati sono stati accuratamente scelti su un totale di 400 capi. Un furto -mirato-; evidentemente i ladri sanno riconoscere il bestiame. ■E' la terza volta che vengono a rubarci i vitelli — racconta disperato Pierino Cairi — Già una volta ci avevano portato via undici capi, tutti selezionati. Poi erano tornati per prendere altri tre tori per la riproduzione. Tutto nel gi¬ ro di nemmeno otto mesi. Non sappiamo come difenderci. Francamente non so proprio se continuerò ad allevare bestiame. Lavorare per anni, e poi in una notte vedersi portar via tanta fatica, credo vada oltre l'umana sopportazione-. Ma almeno gli allevatori hanno aumentato la sorveglianza? No, anzi, hanno abolito anche le consuete perlustrazioni notturne. Come biasimarli? -C'è il rischio d'imbattersi in uomini armati, pronti a tutto. Come li si affronta? E con quale rischio?-. Uno sfogo che denuncia un senso d'impotenza. I furti di bestiame in quasi tutto il Pavese sono diventati cosi frequenti da spingere l'Apralbo (Associazione provinciale allevatori bovini) a presentare un dettagliato esposto alla procura della Repubblica. ■Abbiamo chiesto l'intervento della magistratura — precisa Gianni Bandi, presidente dell'Apralbo — per fa¬ re partire indagini concrete. Non si può continuare con questi furti che vengono ogni volta denunciati ai carabinieri delle varie città, ma poi finiscono per rimanere lettera morta-. Di denunce ormai ne sono state presentate a decine. Ma con quale esito? -Qui ci troviamo di fronte ad un'organizzazione altamente specializzata — puntualizza il presidente degli allevatori pavesi —. Si tratta di professionisti che scelgono con particolare cura i bovini. Abbiamo notizie di altre razzie messe a segno nel Cremonese e in provincia di Mi: ino. Si tratta di una banda ben organizzata che evidentemente ha tutto un suo mercato per la ricettazione. Non escluderei che questi bovini vengano spediti magari in zone lontane e poi macellati clandestinamente. Altro che norme igieniche di controllo. D'altra parte, le bestie rubate I spesso sono marchiate: hanI no etichette alle orecchie ed è quindi facile identificarle, a meno che non vengano elusi i controlli sanitari prima delle macellazioni: Quindi i razziatori attentano anche alla nostra salute? •Il pericolo esiste. E'necessario un coordinamento sanitario, con una serie di capillari controlli La situazione è grave, molti allevatori stanno pensando seriamente di smettere. Le assicurazioni disdettano ormai gli impegni se non s'installano sofisticati sistemi di allarme e particolari recinzioni. Ma i costi, a questo punto, vanno alle stelle e il gioco non vale più la candela. Speriamo che qualcosa si muova perché altrimenti la prospettiva, a breve termine, non potrà essere che la chiusura-. E non sarebbe un guaio da poco. Gli allevatori da -ingrasso- in provincia di Pavia sono 350, con una media annua di circa 50 mila capi. Un affare da dieci miliardi. Amedeo Lugaro

Persone citate: Gianni Bandi, Pierino Cairi, Pierino Calvi, Piero Bozzi