Napoli, rubata acqua per 100 miliardi

Napoli, rubata acqua per 100 miliardi La Corte dei conti contro gli amministratori che non hanno riscosso le bollette Napoli, rubata acqua per 100 miliardi NAPOLI — Nell'elenco dei morosi ci sono proprio tutti: privati cittadini, stimati professionisti, ma anche enti pubblici. Per troppo tempo hanno ignorato indisturbati gli avvisi di pagamento inviati dall'Aman, l'ente municipale che gestisce l'acquedotto napoletano. Le bollette non pagate si sono accumulate per anni, fino a raggiungere l'astronomica cifra di cento miliardi. E i dirigenti dell'azienda? Cosa hanno fatto per riscuotere i crediti? Niente, sospetta la procura generale della Corte dei conti. La magistratura amministrativa ha avviato un'indagine sul conto dei funzionari ch° negli ultimi anni si sono avvicendati a capo dell'ente, e che ora rischiano di dover rimborsare personalmente i cento miliardi. Quanti anni ci sono voluti perché l'ente acquedotto di Napoli accumulasse crediti per cento miliardi? E' un mi¬ stero, come sono ancora avvolti nell'anonimato i nomi dei responsabili di una gestione amministrativa all'insegna delio sfascio. Il sostituto procuratore della Repubblica Elio Lori ha Inviato una lettera al presidente dell'Aman: vuole sapere «se da parte dei legali protempore dell'azienda si sia provveduto alla costituzione in mora dei presidenti e dei consiglieri... per gli eventuali danni subiti nel periodo in cui erano in carica*. In caso contrario, la Corte dei conti chiede che vengano adottati tutti -gli atti dovuti nei confronti dei presidenti e dei consiglieri in carica nel periodo in cui le morosità si verificarono senza che venissero attivati provvedimenti contro gli utenti inadempienti*. Come a dire che chi non ha fatto il suo dovere sarà citato in tribunale e costretto a pagare di tasca propria. Un'iniziativa analoga fu adottata dalla Corte dei conti contro alcuni amministratori comunali «colpevoli» di non aver mai realizzato un piano per la realizzazione di pareheggi-auto in città, nonostante che il Banco di Napoli avesse concesso un prestito di miliardi. I soldi non furono mai spesi, ma nonostante ciò il Comune fu costretto per anni a corrispondere interessi da capogiro all'istituto di credito. La somma sborsata dall'amministrazione, sostiene la magistratura amministrativa, dovrà essere rimborsata da chi era chiamato a decidere, ma non l'ha mai fatto. La notizia dell'inchiesta sull'operato dei dirigenti dell'Aman, che non riguarda l'attuale gestione, è esplosa come una bomba negli uffici del vecchio palazzo in via Costantinopoli, nel centro antico di Napoli. Per anni l'Aman è stata costretta a far fronte ad un'emergenza idrica di proporzioni drammatiche, disponendo l'erogazione dell'acqua a giorni aitemi nei quartieri di Napoli e in parte della provincia. L'estate scorsa i rubinetti a secco provocarono le reazioni rabbiose degli abitanti di alcuni quartieri, che improvvisarono blocchi stradali e minacciarono l'assalto alla direzione dell'Aman. I responsabili della municipalizzata hanno sempre detto che la penuria d'acqua, soprattutto nei periodi estivi, era dovuta all'esaurimento delle principali fonti d'approvvigionamento. Ma quei crediti per cento miliardi buttati al vento sarebbero certamente sufficienti per ammodernare la vecchia rete idrica, e a realizzare nuovi allacciamenti con zone ricche d'acqua, come Montemaggiore ed Acerra, che da tempo sono state individuate come la possibile soluzione di un problema ormai vecchio di anni. f. m.

Persone citate: Acerra, Elio Lori, Montemaggiore

Luoghi citati: Napoli