Tokyo, suicidio nella Recruit-story di Fernando Mezzetti

Tokyo, suicidio nella Recruit-story Il segretario di Takeshita si toglie la vita dopo le dimissioni del premier Tokyo, suicidio nella Recruit-story Ihei Aokì, 58 anni, riceveva materialmente i fondi per i quali il primo ministro è sotto accusa - L'uomo si è tagliato i polsi, poi ha tentato di impiccarsi - Profondi dubbi nel Paese: non è stata disposta l'autopsia per chiarire le cause della morte DAL NOSTRO CORRISPONDENTE TOKYO — Dopo lo scandalo, 11 suicidio. Meno di ventiquattro ore dopo che Takeshita aveva annunciato l'intenzione di dimettersi da primo ministro per lo scandalo Recruil, il suo braccio destro, segretario e tesoriere, è stato trovato morto in casa: suicidio, quasi certamente, ma molti elementi suscitano forti interrogativi. Con ciò l'elemento tragico si fa largo nel più grave scandalo politico del dopoguerra. Dopo che Takeshita ha preannunciato le dimissioni senza darle, aspettando l'approvazione del bilancio, per la prima volta si è davanti a una crisi al buio. Quando un primo ministro lascia per questioni interne di partito, di cui è presidente, il ricambio è simultaneo al vertice del partito stesso e del governo. In questo caso nulla è ancora stato deciso. Tutti danno per successore Masayoshi Ito, 75 anni, personaggio dalle mani pulite, che però si schermisce adducendo motivi di salute: in realtà perché il suo sarebbe un governo-ponte fino alle elezioni di luglio per il Senato, una prova che per il partito, in questa situazione, si presenta alquanto difficile. Ihei Aoki, 58 anni, da 21 anni al servizio di Takeshita, l'uomo nelle cui mani sono passati i soldi per i quali il premier è stato messo sotto torchio, è stato trovato privo di vita ieri mattina in casa dalla moglie poco dopo le dieci: riverso sul letto, i polsi tagliati da 17 ferite da lametta da barba, e segni di strangolamento. Nella stanza, due sue lettere, una per Takeshita l'altra per la consorte. Secondo una prima ricostruzione della polizia, dopo essersi lnferto i tagli Aoki avrebbe cercato di impiccarsi con una cravatta e la cintura dei pantaloni al bastone della tenda. Poi si sarebbe trascinato sul letto: non si sa se perché il bastone o la cravatta non abbiano retto. La causa precisa della morte non è ancora stata stabilita. L'autopsia non è stata fatta e non è stata disposta. La donna ha chiamato un'ambulanza che — contrariamente a quanto si usa qui — non ha portato l'estinto in ospedale, dove si fanno gli accertamenti del caso. La polizia si limita a dire: «Pensiamo che si tratti di suicidio: Aokì viveva da giorni in albergo con la moglie, pur avendo casa in centro. Secondo quel che ha dichiarato la donna, l'altra sera, rientrato in albergo dopo le dimissioni di Takeshita egli decise di tornare a casa, verso le 21,30. Lei preferì restare. Ieri mattina la donna è tornata all'abitazione trovando il marito già freddo, morto da diverse ore. Se di suicidio si tratta è questo il 23° caso in cui un subordinato di esponente politico si toglie la vita perché il «principale» è travolto da uno scandalo. Il precedente più clamoroso è del '76, quando l'autista-segretario di Tanaka, dopo aver confessato sospetti movimenti di danaro, si asfissiò in macchina. Takeshita si è chiuso nel mutismo più assoluto. Rifiutandosi di rivelare il contenuto della lettera di Aoki ha detto solo: «Penso cfte le pressioni per lo scandalo siano tra le ragioni del sui¬ cidio». Aoki era dello stesso villaggio di Takeshita, e gli faceva da segretario fin da quando questi era nel '58 consigliere provinciale. Negli ultimi anni era l'uomo che teneva 1 cordoni della borsa, era lui che procacciava gli ingenti fondi necesari a tener in piedi la corrente di cui Takeshita è à capo. Attraverso quest'uomo erano passati 1 foraggiamenti della Recruit, sia con compravendita di azioni sia con donazioni, operazioni che hanno poi travolto Takeshita. Venerdì scorso era stato rivelato che Aoki aveva ricevuto dalla Recruit un prestito di mezzo miliardo di lire, poi restituito. Di ciò Takeshita aveva taciuto quando ni aprile, alla Dieta, aveva ammesso di aver ricevuto donazioni pari a un miliardo e mezzo di lire, assicurando di non aver avuto altri rapporti con la Recruit. Fedele tesoriere, faccendiere e prestanome, Aoki risulta presidente della società proprietaria della villa alle porte di Tokyo in cui abita, in affitto, Takeshita, completata nell'estate 1987 mentre si concludeva il traffico di azioni e aumentavano le donazioni Recruit. L'emozione nel Paese e nel inondo politico è altissima, l'opposizione continua a boicottare i lavori della Dieta, n moribondo governo è determinato ad andare all'approvazione del bilancio con il solo partito di maggioranza mentre, per sottolineare verso l'esterno la continuità della politica estera, Takeshita partirà comunque in visita ufficiale sabato per cinque Paesi dell'Asean. Fernando Mezzetti

Luoghi citati: Tokyo