Uccisa la moglie di un boss

Uccisa la moglie di un boss Agguato nel Casertano, assassinato anche un parente del marito Uccisa la moglie di un boss CASERTA — La guerra di camorra spazza via gli ultimi rappresentanti delle bande di Cutolo. L'ultima vittima è una donna, moglie di un boss della «nco» detenuto, uccisa insieme ad un parente del marito. Si tratta di Amalia Casella, di trentanove anni, e Felice Zarrillo, di 25. L'agguato è avvenuto sulla statale «87», tra Capodrise e il «vialone» che conduce alla reggia di Caserta. La Fiat «126» delle vittime è stata speronata dall'auto con a bordo i sicari ed ò finita fuori strada. La donna, che era al volante, è rimasta bloccata nella vettura ed è stata uccisa con numerosi colpi di arma da fuoco. L'uomo è riuscito a scendere e fuggire per i campi, ma i sicari lo hanno raggiunto dopo cento metri ed ucciso, sotto un filare di pioppi. Zarrillo è stato colpito al volto e sfigurato. Non era armato, in tasca i carabinieri gli hanno trovato poco meno di tre milioni di lire. Amelia Casella, moglie di Simmaco Zarrillo. «boss» della camorra nella zona tra Marcianise e Caserta, era considerata Remissaria» della banda, guidata dal «boss» Salvatore Belforte, detenuto, capozona della «Nuova camorra» nell'area tra Marcianise, Capodrise e Caserta. 'Era lei — sostengono gli investigatori — l'obiettivo dei sicari; l'uomo è stato assassiìiato perchè si trovava in sua compagnia-. La donna era stata arrestata il sette marzo scorso durante una vasta operazione anticamorra da parte della «squadra mobile» di Caserta. Con lei erano state chiuse in carcere altre tre persone, tra cui Simmaco Zarrillo. di 44 anni, zio ed omonimo del marito della donna. Tutti erano accusati di associazione per delinquere ed estorsioni per una serie di «tangenti» imposte a ditte ed imprese edili operanti a Centurano. alla periferia di Caserta. Alla Casella erano stati però concessi prima gli arresti domiciliari e poi la libertà provvisoria. Anche Felice Zarrillo aveva numerosi precedenti penali per associazione per delinquere ed estorsioni. Entrambe le vittime erano originarie di Capodrise, un piccolo centro a poco meno di cinque chilometri da Caserta. Sono ventidue gli omicidi compiuti nel Casertano dall'inizio dell'anno, di cui 16 di stampo camorristico. Le ultime tre vittime sono anch'essi cutoliani uccisi sabato sera in un agguato a Casal di Principe contro il boss Antonio Pagano, da sette giorni uscito dalla prigione, mentre viaggiava a bordo della sua autovettura con altri tre fedelissimi. Due sono morti con lui, il terzo è ancora in coma. Il comune Casertano di Marcianise (trentacinquemila abitanti) era fino a qualche mese fa l'ultima roccaforte dell'organizzazione cutoliana. I clan vincenti hanno de¬ ciso di «liberarsi» della fastidiosa presenza dei suoi affiliati, prevale al pniente dediti alle estorsioni. La «risposta» dei cutoliani era stata l'uccisione di un pregiudicato legato alla «Nuova famiglia», Nicola Pagano di 39 anni. L'uomo, un detenuto in regime di semilibertà, era accusato di associazione per delinquere di stampo camorristico per rapine e estorsioni. Il corpo di Pagano è stato trovato ieri mattina dai carabinieri, avvertiti da una telefonata anonima, all'interno di una fiat «Panda» abbandonata nel Casertano. L'agro aversano è stato feudo di un boss del circuito internazionale della droga, Antonio Bardellino, che circa dieci mesi fa è stato dato per scomparso in un Paese del Sud America. Da allora sono emersi nuovi personaggi che si contendono gli affari della -camorra spa», il controllo di appalti e il traffico di droga e d'armi, prima gestiti dalla -holding» bardelliniana.