Gli arresti travolgono la giunta

Gli arresti travolgono la giunta Calabria, dopo il caso Palamara si dimettono gli assessori Gli arresti travolgono la giunta Le accuse per gli appalti alla forestazione dividono psi e pei -1 socialisti volevano aspettare l'esito dell'inchiesta del giudice Ma i comunisti hanno preferito azzerare la situazione «in vista del dibattito in Consiglio» • Oggi primi interrogatori REGGIO CALABRIA— Da ieri la Regione è senza guida politica: la giunta, lunedi notte, ha deciso di dimettersi dopo l'arresto dell'assessore alla Forestazione Giovanni Palamara, psi, finito in una cella d'isolamento del carcere di massima sicurezza di Palmi con l'accusa di interesse privato e concorso in peculato. La scelta della giunta sta in una breve lettera che gli assessori (pei, pei. due ex psdi eC un ex pri) hanno inviato al capo dell'esecutivo. Rosario Olivo (psi). Nella lettera si sottolinea la necessità di aprire un dibattito sulla forestazione 'nell'assoluta convinzione eliu questa giunta ha fatto di tutto per mettere ordine nel settore-. La decisione è stata assunta dopo una pomata di consultazioni: il comitato regionale del psi aveva maturato l'intenzione d: soprassedere a ogni decisione, in attesa di ulteriori elementi per giudicare. Ma la posizione del psi non ha trovato eco negli altri alleati di giunta «pei in prima fila), decisi a presentarsi al giudizio del consiglio dimissionari. Alla fine ha prevalso la «linea dura«, sostenuta dal vicepresidente comunista della ijiunty. Politano e cosi, all'una, gli assessori hanno rimesso il loro mandato. E ieri mattina si è fatta sentire anche l'opposizione. La de sostiene che -le dimissioni della giunta sarebbero dovute giungere molto prima-. I comunisti, contemporaneamente, hanno riunito il direttivo regionale. Alla fine è stato il capogruppo in Regione Antonio Sprizzi a illustrare la linea del partito. -La giunta — ha detto il capogruppo — in questo momenti, non è in discussione. Bisogna scindere le presunte responsabilità dell'assessore Palamara e lo sforzo di rinnovamento e di trasparenza che l'intero esecutivo ha messo in atto, con risultati anche produttivi, in questi ultimi anni-. •Occorre anche sottolineare — ha aggiunto Sprizzi — che quanto di penalmente rilevante potrebbe aver fatto Palamara, non emerge da un solo atto dell'assessorato. L'esecutivo non ha dunque mai avuto la possibilità di accertare fatti illeciti riconducibili alla responsabilità diretta dell'assessore". Sul fronte squisitamente giudiziario, poche novità di rilievo: l'attesa è concentrata sull'interrogatorio al quale oggi sarà sottoposto Palamara. Dal tribunale di Locri poco o nulla trapela, se non una presa di posizione che potrebbe essere ricca di significativi sviluppi. Si dice che l'indagine sulla realizzazione del laghetto di Sant'Agata del Bianco è partita nel momento in cui la magistratura ha cominciato ad indagare sull'omicidio dell'imprenditore Giuseppe Gailuccio, vicino al psi, assassinato in giugno a Ferruzzano davanti alla villa del presidente dello Iacp, Sculli. Quindi un'indagine figlia di un'inchiesta più ampia. Da ciò la considerazione che se in effetti i magistrati di Locri hanno individuato del marcio nel settore della forestazione, esso è geograficamente concentrato nel territorio di loro competenza. Ciò non esclude quindi che in altre zone e per altre competenze il settore sia stato investito da illegalità o illegittimità. Un «teorema giudiziario» che, se riafferma la competenza del tribunale di Locri in questo episodio, sottolinea come nulla escluda allo stato attuale che nel pentolone ribollente della forestazione in Calabria si nascondano chissà quali segreti. Diego Minuti

Persone citate: Diego Minuti, Giovanni Palamara, Palamara, Politano, Rosario Olivo, Sculli

Luoghi citati: Calabria, Ferruzzano, Locri, Palmi, Reggio Calabria, Sant'agata Del Bianco