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Vela o ruote, l'ufficio in vacanza In Usa dilaga il telelavoro: bastano computer e telefax per attrezzare auto, yacht, camper Vela o ruote, l'ufficio in vacanza DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Un ufficio a vela? Perché no? E' l'ultima trovata californiana: un'imbarcazione dotata di telefono, telefax, computer, televisione. fotocopiatrice ecc. su cui «lavorare in vacanza». Rappresenta la versione più sofisticata dell'ufficio viaggiante, l'auto o l'aereo fornito di tutte le attrezzature elettroniche, che concilia attività professionale e tempo libero, ed è ormai diffuso ovunque. L'ufficio a vela non è destinato solo a manager o grandi capitani d'industria. Incomincia a usarlo, infatti, anche qualche azienda per i propri dipendenti durante l'orario di lavoro, a titolo d'incentivo. Un'impresa pioniere in questo campo è la Pacific Medsoft di Lake Takoe, ai confini tra California e Nevada, che produce software, ossia programmi per computer. L'azienda, dichiara il presidente Mark Ewing. 40 anni. l'aspetto di un ragazzo, ha compiuto una scelta di vita, voltando le spalle a metropoli come Los Angeles e San Francisco e trasferendosi in un centro turistico di mezza montagna. Il quartier generale della Pacific Medsoft sorge sulle rive di un grande lago, e ogni giorno parte del personale lavora qualche ora in barca, un piccolo yacht attrezzato di tutto punto. «Noi creiamo prodotti — spiega Ewing — e i nostri distributori li vendono: non abbiamo bisogno di muoverci spesso-. La mossa è stata geniale: la produttività dell'azienda è al mnssimo. Un finanziere che ha approfittato dell'ufficio a vela per riprendersi da un'operazione chirurgica — un quadruplo bypass — senza smettere di curare i propri affari, è Paul Simon, l'ex ministro del Tesoro del presidente Ford. Simon sta facendo una crociera di quattro mesi fra Tahiti e le Figi. Tiene il suo ve¬ liero quotidianamente in contatto con Wall Street; oltre alla famiglia, si è portato dietro la segretaria, un impiegato e un tecnico — anche le macchine più perfette si guastano — e lavora normalmente. -Ma anziché 12 ore, ne faccio solo 6: le altre le dedico alla pesca- ha dichiarato sorridente: -Non mi sono Tnai sentito così bene-. Una coppia californiana che vive su una «houseboat», ossia un'imbarcazione adattata ad abitazione, alterna viaggi lungo la costa con pe- riodi all'attracco nel porto di Santa Barbara. I due, Suzanne e Robert Grayson, dirigono e pubblicano due riviste scientifiche. Fanno tutto per telefono, telefax o computer direttamente dallo yacht. La loro presenza a terra è richiesta appena un paio di giorni al mese dalla tipografia, che cura anche la distribuzione. -Chiunque può noleggiare un ufficio a vela per una settimana o quindici giorni: in California un battello che si rispetti oggi deve avere tutto, non bastano il telefono e la tv- spiegano. Il fenomeno, che nemmeno gli americani sono riusciti a quantificare nonostante la loro mania dei numeri, è la variante più clamorosa del telependolarismo, che renderà obsoleti i pendolari di oggi. Tramite computer, o altri strumenti elettronici, posta inclusa, si fanno viaggiare informazioni, documenti e cosi via, senza più bisogno di spostarsi fisicamente. Dove sono in gioco i grandi numeri — aziende con migliaia di dipendenti — questa nuova tendenza porta al decentramento. Gli uffici si sposteranno «a casa della manodopera», in piccoli centri a livello locale, collegati gli uni agli altri elettronicamente. -Sara meglio per t nostri nerviconclude Grayson. Come accennato, assai più comune dell'ufficio a vela per ora è quello su ruote. Su alcuni treni — ad esempio il «metroliner» tra Washington e New York — e aerei si trovano telefoni cui agganciare telefax e computer portatili. Cresce inoltre il numero delle auto e dei furgoni attrezzati con questi strumenti. Gli americani, che amano le vacanze nomadi, e che non concepiscono il weekend a casa, si sentono assai più tranquilli tenendosi in contatto con l'ufficio mentre sono in viaggio. Non a caso, questo è uno dei servizi in più rapida espansione, un «business» da alcuni miliardi di dollari. Ennio Caretto