Ma chi lo sostituirà su quel podio? In corsa cinque magnifici candidati di Sandro Cappelletto

Ma chi lo sostituirà su quel podio? In corsa cinque magnifici candidati Ma chi lo sostituirà su quel podio? In corsa cinque magnifici candidati ROMA — -Beethoven e Brahms non potremo più ascoltarli, a Berlino». Fu questo il commento più diffuso dei giornali tedeschi quando Karajan ottenne la direzione dei Berliner Philharmoniker, succedendo a Wilhelm Furtwaengler. Era il 1955. Naturalmente, Brahms e Beethoven quell'orchestra continuò a suonarli. Il nuovo direttore conquistò presto tutti i favori e le simpatie. Ma oggi, la città non sembra rimpiangere neppure per un attimo l'anziano maestro. Un sodalizio lunghissimo, per molti anni esaltante, straordinariamente produttivo per quanto riguarda il mercato della musica — dalle tournée ai dischi — si spegne senza rimpianti. Nessuna solidarietà, per ora, neppure dall'orchestra. Il complesso sembra pensare soltanto al successore: già protagonista nel 1984 della celebre querelle contro la clarinettista Sabine Meyer, protetta di Karajan, non ha gradito la recente decisione del maestro di ridurre da dodici a sei il numero dei suoi concerti per il 1990 e la diminuzione degli impegni per le tournée internazionali. E ora? Il direttore dei Berliner deve ottenere anzitutto il benestare degli orchestrali. Ieri, dalla Filarmonica filtravano cinque nomi dati che sembravano ottenere un identico indice di gradimento: Claudio Abbado (Milano, 1933), Daniel Barenboim (Buenos Aires, 1942), Zubin Mehta (Bombay, 1936), Riccardo Muti (Napoli, 1941), Seiji Ozawa (Hoten, Manciuria, 1935). Tutti hanno già diretto i Berliner, tutti hanno già inciso dischi con loro. Tutti sono già impegnati altrove: il più «disponibile» appare Barenboim, dopo le recenti, clamorose polemiche con l'Orchestre de Paris, dalla cui direzione è stato rimosso. Ma oggi nessun direttore accetta più impegni esclusivi: del resto, lo stesso Karajan, al momento del suo apogeo, guidava i Berliner ed era direttore stabile alla Staatsoper di Vienna. Direttore principale dell'Orchestra di Israele e del Maggio Musicale Fiorentino, Mehta è impegnato con la New York Philharmonia fino al 1991: non rinnoverà il contratto, ma la data è lontana. Ozawa dirige l'Orchestra di Boston ed è regolarmente impegnato con la New Japan Philharmonia, da lui fondata. Abbado e Muti, ovviamente, mantengono uno stretto riserbo. Impegnato in questi giorni a Ferrara con la Youth Chamber Orchestra, Abbado ricorda quanto numerosi siano i suoi impegni: all'Opera di Vienna, con la giovane orchestra Gustav Mahler, da lui fondata, e con il festival vienneese dedicato alla musica contemporanea. Muti ha la Scala, ed ha superato con animo saldo le ultime tormentate vicende sindacali del teatro, riportando un ulteriore, personale successo nella direzione delle tre opere di Mozart. Nessuna intenzione di abbandonare Milano, sembra: ma le due città non sono poi così distanti. Sandro Cappelletto Beethoven visto da Levine (Copyright N.Y. Revlew of Boote. Ilpa e per l'Italia -La Stampa-)