Tra ciclisti e piloti affinità nel rischio
Tra ciclisti e piloti affinità nel rischio Parlando con Moser a Imola Tra ciclisti e piloti affinità nel rischio Domenica a Imola attendevamo la partenza del Gran Premio con Francesco Moser. Si parlava dei rischi, Moser era incuriosito e quasi preoccupalo per i piloti, un collega ora molto legato all'automobilismo ma ancora ciclofilo gli disse che in fondo si correvano ormai meno pericoli in F. 1 che in una volata della Milano-Sanremo o in una discesa del Tour de France. Neanche dieci minuti dopo Berger stava nelle fiamme e Moser non reggeva la vista atroce, andava a passi veloci lontano dal video. Berger, uscito a 280 l'ora, se l'è cavata con meno danni di un ciclista che cada ai 55 nella volata della MilanoSanremo. Meglio protetto nel corpo e nella testa, Berger ha patito una frattura speciale, dovuta alle fortissime cinture di sicurezza: la scapola. Normalmente, in una caduta, il ciclista si frattura la clavicola o l'omero o la stessa scapola. La sua frattura però sovente è scomposta, balorda. Le analogie sono tante, se si pensa che infondo l'incidente di Berger ha già avuto una sorta di lieto fine. L'infrazione alla costola è tipica anche del ciclista: magari non per la caduta, ma per l'urto dì qualche manubrio di altri del mucchio. Idem il trauma cranico. E poi c'è quel fatto delle ustioni. Berger ha ustioni di secondo grado, cioè con vesciche, alle dita delle mani. Di solito il ciclista si procura abrasioni che come dolorosità e gravità sono assimilate a ustioni di pari "valore». Ma c'è di più: per avere maggiore sensibilità sul cambio elettronico della Ferrari, i guanti di Berger erano, nelle punte, meno spessi e dunque meno protettivi di quelli tradizionali. Per avere maggiore sensibilità sui freni e sul cambio, i ciclisti hanno addirittura guanti che terminano dove comincia la seconda falange: anche le loro dita sono vulnerabili. Davvero analogie singolari. I ciclisti patiscono incidenti impressionaTiti, anche se l'assenza del fuoco toglie l'effetto-Walhalla, e quando tutti li credono morti, si rialzano e dicono che non è niente. Al massimo qualche ossicino rotto. Hanno un casco ridicolo, quando ce l'hanno, e indumenti leggeri: a priori sono davvero più esposti dei piloti, che sono contenuti entro cellula di sopravvivenza e hanno caschi immani e tute d'amianto e altre belle cose utilissime, vitali. g. p. o.
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- "Le armi mi servivano per ragioni di studio,,
- Gli attentati ai treni sono strumenti di un'unica strategia dell'eversione
- L' artigianato della Fontanabuona in vetrina
- Grace Kelly ha pagalo
- Quanto dichiarano a Finale Ligure politici e avvocati
- MARGARET LEE gira un film dopo l'altro a Roma
- Ancora minacce
- Il suo spettacolo sospeso nel più noto locale della Versilia
- Scomparso il capobanda che era stato scarcerato
- Chiavari scopre Lele Luzzati una mostra a Palazzo Rocca
- Stroncato a 44 anni da overdose a Bra
- L'assistenza sanitaria Ú ora uguale per tutti
- Mani pulite non va al governo
- La sindrome di Giuda
- In ricordo di Angeli
- La mafia a Torino
- Orrenda sciagura stamane presso VENARIA
- La controversia dei dirigenti dc
- Mentre attende in una cella del carcere di essere sottoposto alla perizia psichiatrica
- Severe richieste del pm per i ricatti nel Cuneese
- Stroncato a 44 anni da overdose a Bra
- L'assistenza sanitaria Ú ora uguale per tutti
- In ricordo di Angeli
- Mani pulite non va al governo
- La sindrome di Giuda
- La mafia a Torino
- Orrenda sciagura stamane presso VENARIA
- La controversia dei dirigenti dc
- Mentre attende in una cella del carcere di essere sottoposto alla perizia psichiatrica
- Severe richieste del pm per i ricatti nel Cuneese
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy