Calabria, arrestato un assessore

Calabria, arrestato un assessore Clamorosa svolta nell'inchiesta sulla concessione di un appalto Calabria, arrestato un assessore E' il titolare socialista della forestazione ed ex sindaco di Reggio - L'accusa è di peculato - Manette anche ad un alto funzionario - L'imprenditore che eseguiva i lavori fu ucciso - Si è dimessa la giunta di sinistra REGGIO CALABRIA — L'avvocato Giovanni Palamara, 51 anni, assessore regionale alla forestazione della Regione Calabria, è da ieri mattina in una cella di isolamento del carcere di massima sicurezza di Palmi. Ad accompagnarlo un mandato di cattura — con le accuse di peculato e interesse privato in atto d'ufficio — emesso dal giudice istruttore di Locri. Nicola Gratteri, che ormai da sei mesi indaga sui «misteri" della forestazione. Un settore che impegna in Calabria oltre ventimila addetti e risucchia, da un bilancio regionale che non è certo ricco, 250 miliardi all'anno. Palamara è stato arrestato nella sua casa di Reggio Calabria — città della quale è stato anche sindaco sino all'autunno del 1985 — da alcuni carabinieri in borghese che hanno bussato alla sua porta poco dopo le sette. ■Ci segua, avvocato- hanno detto a Palamara che ha avuto solo il tempo di salutare la moglie e le figlie prima di salire su una Alfa Romeo scura partita poi alla volta di Palmi. Sempre ieri mattina e stato arrestato un alto funzionario. Aldo Gangemi, certamentc l'uomo della Regione più addentro ai meccanismi della forestazione, un comparto di cui, per anni, non si e nemmeno riusciti ad accertare il numero degli addetti e quanti di essi realmente lavorassero. A Gangemi sono state contestate le medesime accuse mosse contro Palamara. L'inchiesta, già il quattro aprile scorso, aveva avuto un primo importante capitolo con l'arresto di Tommaso Lapi, 59 anni, e di Domenico De Stefano. 37 anni, rispettivamente responsabile e funzionario dell'ufficio •legge speciale Calabria». L'ufficio, cioè, attraverso il quale passano tutti i finanziamenti, i progetti e gli appalti nel campo della forestazione. A loro, cosi come all'assessore Palamara ed a Gangemi, sono state contestate irregolarità nell'attribuzione di un appalto per la realizzazione di un laghetto collinare nel territorio di Sant'Agata del Bianco. Un appalto assegna¬ to ad un imprenditore, Giuseppe Galluccio. considerato vicino al psi. assassinato nel giugno scorso a Perruzzano. nella Locride. davanti alla villa del presidente dell'Iacp di Reggio Calabria, Giovanni Sculli. L'omicidio, immediatamente, fece scattare indagini sull'amministrazione della forestazione, dove Giuseppe Galluccio aveva i suoi maggiori interessi. Indagini che — una volta formalizzata l'inchiesta — hanno fatto puntare il giudice Gratteri sull'appalto del laghetto di Sant'Agata del Bianco, attribuito a Galluccio nel 1936. Un'opera di non certo grande importanza (l'ammontare di spesa era previsto in 905 milioni. 76 dei quali liquidati sei mesi dopo la morte dell'imprenditore) ma che, contrariamente alla •■prassi», non era stata affidata ai lavoratori forestali (utilizzati anche per lavori idraulici oltre che di rimboschimento) bensì a Giuseppe Galluccio. E cosi Gratteri prima ha fatto arrestare Tommaso Lapi e Domenico De Stefano, poi. nel mandato di cattura contro Palamara e Gangemi. ha scritto che "allo stato si deve individuare proprio nell'illegittima aggiudicazione dei lavori (relativi alla realizzazione del lago artificiale, ndr) la più verosimile causale dell'omicidio Gailuccio-. Un'affermazione grave che il magistrato, evidentemente, ha puntellato con elementi di giudizio già acquisiti ancorché non ancora noti. Per parte loro Lapi e De Stefano sono ancora in carcere e tutto lascia pensare che uno dei due abbia cominciato a fare alcune ammissioni. Evidentemente rivelando di chi erano le decisioni che veramente contavano, come quelle relative alla scelta delle imprese. Le indagini hanno accertato anche altro. Il fatto, ad esempio, che l'incarico di direttore dei lavori sia stato dato al funzionario De Stefano nonostante egli non avesse il titolo richiesto, la laurea in ingegneria. Poi, quasi a dare il sigillo finale all'inchiesta, la decisione del Tribunale della libertà di Reggio Calabria che, appena sabato scorso, ha rigettato i ricorsi contro i mandati di cattura per Lapi e De Stefano, dando via libera, nei fatti, all'emissione di quelli contro Palamara e Gangemi le cui posizioni, per cosi dire, si sovrappongono a quelle degli altri inquisiti. Sotto i colpi di questa vicenda, e dopo una drammatica riunione durata oltre tre ore, ieri notte è caduta la giunta regionale di sinistra composta da pei, psi, uds e da un fuoruscito repubblicano. Lo choc politico è grande anche perché, proprio nelle scorse settimane, sulla forestazione la giunta aveva inviato un dossier alla Procura generale della Repubblica di Catanzaro, al presidente dell'Antimafia, Chiaromonte, all'Alto commissario per la lotta al crimine organizzato. Sica. In serata da Roma la commissione nazionale di garanzia del partito socialista informava con una nota di aver ■adottato la decisione di sospendere cautelarmente dal partito il compagno Giovanni Palamara in seguito al provvedimento restrittivo della liberta emanato nei suoi confronti dalla magistratura calabrese-. Diego Minuti