Che «gaffe», per il Gr2 Aldo Fabrizi era morto

Olmi torna al teatro Firmerà la prima produzione del rinato «Delle Arti» Olmi torna al teatro Allestirà in ottobre «Piccola città» di Wilder che debuttò 50 anni fa sullo stesso palcoscenico - La direzione del nuovo ente affidata a Missiroli, Kezich e Tolomei - Fra i progetti «Il Vittoriale degli italiani» che Missiroli non riuscì a realizzare allo Stabile di Torino ROMA — Ermanno Olmi sarà il primo regista «ospite» della prossima stagione di prosa del Teatro delle Arti, la cui direzione artistica è adesso affidata al trio composto da Tullio Kezich, Mario Missiroli e Sandro Tolomei. Il regista vincitore del Leone d'oro di Venezia, con La leggenda del santo bevitore, firmerà infatti l'adattamento e la messa in scena (prevista per il 10 ottobre 1989) della Piccola città di Thornton Wilder che tra l'altro ha celebrato pochi giorni fa il cinquantenario della prima rappresentazione italiana, avvenuta proprio sul palcoscenico romano di via Sicilia con la regia di Anton Giulio Bragaglia. -Per Ermanno Olmi, tuttavia, non si tratta di un debutto teatrale — precisa Tullio Kezich — poiché lui proviene dalla prosa. Quando era giovane aveva recitato in compagnia con Besozzi e successivamente, negli Anni Cinquanta, aveva allestito a Milano 'grossi spettacoli con la Filodrammatica della Edison. Sebbene sia un regista cinematografico del neorealismo, Ermanno Olmi ha sempre avuto, curiosamente, una grande passione per il teatro. Tanto è vero che in ventiquattro ore ha accettato la regìa della Piccola città, cosi come in una notte decise di fare La leggenda del santo bevitore». Il progetto varato dal trio Kezich, Missiroli, Tolomei, guarda lontano, infatti accanto ai tìtoli della prossima stagione sono già state ipotizzate parecchie produzioni per il futuro come II grande dio Brown di O'Neill, Concilio d'amore di Oskar Panizza. Una cosa di carne di Rosso di San Secondo e Sonata di fantasmi di Strindberg. "Oggi — dice Mario Missiroli — mi sta stretto il ruolo di regista "volante", o stagionale, del teatro privato per cui ho accettato questa combinazione perché mi offre la possibilità di lavorare per il Teatro delle Arti, che oltre ad essere uno "slabile di produzione privato ", sembra orientato a privilegiare il teatro d'arte che infondo manca in una città come Roma. Cosa è per me il teatro d'arte? Un teatro privato, che pur non trascurando il botteghino, guarda con attenzione alla ricerca e all'investimento artistico-culturale-. Mario Missiroli nella nuova veste di co-direttore artistico del Teatro delle Arti metterà in scena, nel prossimo febbraio, la Lulu di Frank Wedekind e successivamente II Vittoriale degli italiani di Tullio Kezich, che avrebbe già dovuto allestire qualche anno fa quando era responsabile dello Stabile di Tonno, testo che allora venne accantonato per ragioni di bilancio. Come si spiega che uno spettacolo costoso accanto¬ nato da uno Stabile pubblico viene adesso ricuperato da uno Stabile privato? "Quando a si muove all'interno di uno Stabile pubblico c'è, prima di tutto, da superare "iter" burocratici e politici piuttosto complessi. E qualche volta sei messo anche in minoranza, come mi è accaduto due volte a Torino. Inoltre c'è il problema dei costi: il teatro privato oggi può realizzare spettacoli con dei costi più ragionevoli. E non è tutto, lo di questo spettacolo di Kezich intendo adesso fare una versione "da camera ". anziché grandiosa come ave¬ vo previsto di fare a Torino. Aggiungi poi che il Teatro delle Arti non dispone di un grande palcoscenico e non può ospitare spettacoli corali-. Il Teatro delle Arti, comunque, è uno dei «templi» romani più gloriosi per la prosa, sia pure con. alle spalle, stagioni piuttosto opache. Tuttavia con la nuova direzione artistica lo si vuole adesso trasformare in un -club dell'attore» e tutta la programmazione sarà accompagnata da una intensa attività editoriale. e. b.

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino, Venezia