Abatantuono, il cinico di Manakech di Fulvia Caprara

Abatantuono, il cinico di Manakech Gabriele Salvatores ha presentato il suo nuovo film - Nel cast anche Cederna e Alberti Abatantuono, il cinico di Manakech Un gruppo dì trentenni parte dall'Italia verso il deserto marocchino e tra loro nasce una nuova solidarietà - Dice il regista: «E' una storia che ci appartiene per biografia e sensibilità» ROMA — Il viaggio di un gruppo di amici intorno ai trent'anni, dall'Italia al deserto marocchino passando per la Francia e la Spagna, è raccontato nel nuovo film di Gabriele Salvatores Marrakech Express. Il percorso, che si snoda tra difficoltà, equivoci, litigi, piccoli e grandi problemi, segna soprattutto l'evento di un ritrovamento: i protagonisti passano dal ricordo mitico di un'amicizia Anni 70, consumata all'epoca delle lotte studentesche, alla realtà di nuovo rapporto datato dieci anni dopo, sicuramente più difficile di quello precedente, diverso, ma non meno intenso e importante. Perché, come recita un proverbio arabo citato nel materiale per la stampa, «non bastano tutti i cammelli del deserto per comprarti un amico». Dice Salvatores, 37 anni, al terzo film, dopo una lunga e tuttora viva attività teatrale: •Il dibattito sull'amicizia ha coinvolto un'intera generazione, perciò, anche se non sono stato iu a scrivere la storia del film, mi sono identificato con facilità nei problemi che vi erano descritti. Quel viaggio verso il Marocco forse lo abbiamo fatto in tanti, perciò non è stato difficile ricostruirlo: lo spunto partiva dalla realtà e la vicenda è stata ripensata e reinventata alla luce di un passato comune-. Film di malesseri e amicizia, di scoperte e di memorie, di amore e scontro di caratteri. Marrakech Express, prodotto da Gianni Minervini insieme con i Cerchi Gori e il finanziamento ministeriale (costo totale: un miliardo e mezzo), è interpretato da un piccolo esercito di giovani e bravi attori italiani: una risposta concreta per tutti quelli che lamentano l'assenza di nuove leve nel nostro cinema. C'è Diego Abatantuono, Ponchia, -un cinico che ricorda il Gassman de II sorpasso, il classico "stronzone". irritante, antipatico, ma anche in fondo più sensibile al cambiamento-. •Ponchia — dice Abatantuono — è quello che si lega di più agli amici e soffre della separazione finale: si capisce che il suo cinismo è soprattutto un modo di difendersi dai problemi difficili della sua vita quotidiana-. C'è Marco, Fabrizio Bentivoglio. che si descrive •come il più romantico del gruppo, quello che all'inizio è convinto che non sia possibile rompere i ponti con il passato e che, nel finale, si ritrova più disilluso degli altri. Anche se scopre che forse può esistere una strada per mediare tra il come si era e il come si è-.C è Giuseppe Cei derna, Paolino, -uno scassa- polle, che vive i conflitti di un uomo sposato con figli, ma che poi riesce a rilassarsi fino a decidere di proseguire il viaggio nel deserto». E ci sono Gigio Alberti, Cedro, -che sente forte le difficoltà della convivenza-: Cristina Marsillach, Teresa, la ragazza spagnola che mette in moto il meccanismo del viaggio; Massimo Venturiello, Rudy. l'amico che entra in scena nell'ultima parte del film e di li, si re ci o, tà na zoo; dy. na e per questo fa più fatica ad inserirsi nella compagnia. ■ E'un film fatto di attori — racconta Salvatores —, per questo è stato importante girarlo in presa diretta e tutto in sequenza, cioè seguendo lo svolgimento della narrazione, come non accade mai al cinema. Mi piacerebbe, stavolta, leggere nelle recensioni dei critici che gli attori sono bravi e che la storia è bella. Veniamo tutti dal teatro e cre¬ do che l'aver trasportato, negli ultimi anni, sul palcoscenico certi modi di recitare tipici del cinema, possa dare ora i suoi frutti positivi-. Scritta da Umberto Contarello. Vincenzo Monteleone e Carlo Mazzacurati, la sceneggiatura di Marrakech \ Express (finalista al Premio Solinas dell'87) è passata dalle mani di Mazzacurati (che doveva essere in un primo tempo il regista del film) a quelle di Salvatores, ed e stata in qualche punto modificata: -Sul set abbiamo dovuto risolvere alcune difficolta pratiche: per esempio in Marocco è successo che la polizia ci ha impedito di girare in un certo posto e allora abbiamo costruito una scena usando la presenza dei poliziotti-. Adesso Abatantuono, Salvatores e tutti gli altri hanno molta voglia di tonnare a lavorare insieme. E non e escluso che questo desiderio si realizzi, magari proprio con un sfitto del film. Intanto il regista prepara il debutto per il 15 maggio al l'Ansaldo di Milano, dello spettacolo del teatro dell'Elfo dedicato alla Rivoluzione francese e intitolato 1789 Volevamo scalare ii cielo. Abatantuono. invece, interpreta per la tv. nella serie • Eurocops-, la parte doU'impegnatìssimo commissario Corso. Fulvia Caprara \ Diego Abatantuono c Fabrizio Bentivoglio in una scena del film

Luoghi citati: Francia, Italia, Marocco, Milano, Roma, Spagna