Abatantuono, il cinico di Marrakech

Sheherazade in versi satanici Teatro gremito a Londra per «Notti iraniane», ispirata al caso Rushdie Sheherazade in versi satanici Telecamere, perquisizioni e aria di sospetto intorno alla commedia di Tariq Ali e Brenton - In questa specie di «Mille e una notte», la dittatura islamica terrorizza i benpensanti occidentali LONDRA — Operatori di tre gruppi televisi davanti all'ingresso si strappano le immagini dei famosi. Ma al teatro Royal Court per la prima di Notti iraniane di Tariq Ali e Howard Brenton, a parte molti giornalisti, editori, scrittori, non c'è una sola faccia nota. Qualche viso arabo conforta gli intervistatori; -Cosa pensa dell'Ayatollah?», silenzio. Guardiani in divisa cercano nelle borse delle signore, nelle tasche degli spettatori: macché, neanche una bomba! Invano c'è chi spera in un biglietto: il teatro è pieno zeppo. Già all'interno c'è profumo di provocazione con nenie arabe che si sprigionano attorno al palcoscenico che, quando si apre, rivela smaglianti sete color rosa cangiante, verdi smeraldo, blu ii Prussia. Brillano i gioielli sul turbante del califfo (Nabil Shaban) ed i ricami sulla giacca del pi età Omar Khayam interpretato da Bhattacharee. -Nel 1910 nella città di Tabriz. iti Persia, uii giovane mullah se ne stava sulla terrazza e guardava nel cielo la cometa Halley... La "Stella con la coda" lo sedusse e lo sottrasse al vero cammino». Il blasfemo, scismatico diventa uno scienziato, scrive un libro. Un libro! Naturalmente viene condannato a morte. "Che perisca l'apostata! Che periscano chi lo segue!-. Ma poi il poeta si rivolge al pubblico e strizza l'occhio. -Roba forte, eh? Non spaventatevi, non è mia. Sono solo un poeta che vuole guadagnarsi il pane...». La commedia, del resto, è tutta una strizzata d'occhio. Nei racconti di Sheherazade (Fiona Victory) si snoda la storia: alcuni di questi racconti sono veri. Altri sembrano veri, hanno lo stesso suono delle poesie persiane, il testo è per la maggior parte in versi. C'era una volta un imperatore possente, -un tiranno ed un torturatore amato da Satana» con milioni di spade e 28 Cadillac. "In cambio Satana voleva il monopolio del petrolio». Dall'esilio il Santone si scaglia in protesta- "Si aprono le porte delle prigioni. I prigionieri se ne vanno. I prigionieri ritornano. Le porte delle prigioni si chiudono-. Il magnifico attore palestinese Shaban, un nano, diventa il Santone e provoca risate. Il poeta diventa lo scrittore. Ma in un'altra storia il califfo sceglie di partire per una pìccola isola "dove due regine siedono sul trono» e va nei sobborghi di Londra, apre un ristorante. Il figlio vince una borsa di studio, diventa un matematico. Ma scopre il fondamentalismo quando un gruppo di studenti arroganti lo umiliano e si ripromette di vendicarsi. L'Inghilterra tutta dovrà diventare islamica. Anche in questo episodio- storia (con gli attori che, ben aiutati dalla regista Penny Chems, si trasformano in pochi secondi) la commedia si confonde con il dramma. Il messaggio d'intolleranza, di cieco odio del fondamentalismo islamico ed anche della sua corruzione viene spiegato e, allo stesso tempo, preso in giro. Questa è la virtù della pièce — che dura una sola ora —, di usare la vena dell'umorismo. Gli intellettuali inglesi vengono attaccati; pavidi, finti liberali, terrorizzati di non vendere libri, di non sembrare abbastanza di sinistra, di esprimersi apertamente, sono facilmente squalificati. Il fascismo islamico, constatato quanto facile sia terrorizzare i benpensanti occidentali, non può che cantare vittoria. Una sola volta si fa il nome del protagonista di questo testo, protagonista perché ha causato la nascita di questo spettacolo. Alla fine gli attori fanno i nomi di intellettuali perseguitati da Dante a Joyce, a Salman Rushdie. Ed il testo dice anche la verità sul libro di Rushdie e fa ridere gli spettatori: i Versi satanici è un libro illeggibile, noioso, che pochissimi hanno letto, appunto perché tedioso. Ma non per questo si condanna un uomo a morte. Gaia Servadio

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, Persia, Prussia, Satana