Ancora aperta la partito con Berlusioni

Ancora aperta la partito con Berlusioni Ancora aperta la partito con Berlusioni MILANO — Come ogni squadra che inizia il campionato anche il nuovo vertice della Mondadori ha bisogno di tempo per amalgamarsi, per trovare la giusta intesa. Ieri, infatti a Segrate, dove si è svolta l'assemblea degli azionisti che ha approvato il bilancio '88, si è notata un'evidente mancanza di sintonia tra gli amministratori vecchi e nuovi. Soprattutto quando il neopresidente Carlo Caracciolo, il vicepresidente Luca Formenton, l'amministratore delegato Emilio Fossati ed Eugenio Scalfari, anch'egli eletto in consiglio assieme a Marco Mondadori e Corrado Passera, si sono presentati ai giornalisti. Presidente Caracciolo cosa ne farete della Cartiera di Ascoli? -Le attività industriali probabilmente saranno cedute e la società acquisirà la Repubblica-, Questa naturalmente, è la strada più corta per portare il quotidiano romano in Borsa. Caracciolo, naturalmente, non sa che Fossati un'ora prima in assemblea aveva escluso la cessione. Così l'amministratore delegato interviene per rettificare: *Il presidente è stato troppo tranchant, non è che vogliamo vendere le cartiere, però le loro dimensioni non sono adeguate e stiamo studiando iniziative con leader del settore per essere più efficienti'. Cioè? A questo punto anche Fossati si lascia andare: -Abbiamo ricevuto offerte da gruppi stranieri, la Wasserstein Peretta le sta valutando-. Presso la Perella, notissima società di mergers and acquisition, lavora anche un figlio di Carlo De Benedetti. Ma ci sono altri momenti imbarazzati. Rispondendo a richieste di chiarimenti della Consob, Fossati precisa che la Mondadori ha acquistato il 51,84% dell'Espresso, pari a 15.5 milioni di azioni, per complessivi 393 miliardi. C'è qualcosa che non va: l'annuncio ufficiale dell'accordo parlava di una quota del 53,27r. -Abbiamo sbagliato a fare i conti» ammette il presidente. Si va avanti. Dottor Caracciolo, dottor Scalfari quante azioni avete dell'Espresso? I due si guardano. "Siamo sempre molto approssimativi nei nostri interessi- risponde il direttore di Repubblica. -Insieme — dice Caracciolo — abbiamo il 46/47%, io ho circa il 35%, Scalfari il 12%». E quello che manca per arrivare al 51,84? -Il resto è intestato a una fiduciaria-. Scalfari difende le modalità dell'accordo per il passaggio dell'Espresso a Segrate. Parla di operazione -esemplare che non ha riscontri nella storia finanziaria italiana con il premio di maggioranza spalmato sull'intero azionariato». Poi aggiunge: -Prenderemo il 10% della Mondadori, e più avanti diventeremo azionisti della Cartiera di Ascoli, seguiremo la sorte dei nostro consoci». La casa editrice di Segrate pagherà 555 miliardi in contanti per il 100% dell'Espresso: 393 miliardi per il pacco di maggioranza di Caracciolo, Scalfari e amici, 162,8 miliardi per la residua quota di minoranza. A questi ultimi soci andranno, da subito, anche 2.2 azioni Ascoli. I titolari del 51,84%, invece, le compreranno dopo il '91 al prezzo già fissato di 4500 lire l'una. Per fronteggiare l'investimento la Mondadori Impiegherà la liquidità disponibile (160 miliardi), il cash flow dell'89 (almeno 170 miliardi) e farà ricorso al mercato finanziario. Escluso un aumento di capitale. E' vero che la Mondadori non ha un numero sufficiente di azioni sul mercato? D flottante è davvero insufficiente? Fossati si difende, rimbrotta un mensile di Segrate che ha scritto la notizia: -Esiste un flottante ampio sia per le azioni ordinarie che per le privilegiate». Il problema è decisamente più grave perla Amef, la finanziaria che controlla Mondadori. Secondo i dati diffusi a Segrate oltre il 90% del capitale della Amef è posseduto da persone fisiche e giuridiche che certo non possono essere scambiate con momentanei investitori. Inoltre il titolo Ame, ieri rinviato per eccesso di rialzo, continua ad essere rastrellato in Borsa. E pare che Silvio Berlusconi, azionista forte della finanziaria, non sia' estraneo a questo fenomeno. Segno che i giochi non sono chiusi L'Amef sarà assorbita dalla Cir? «E' una soluzione logica, ma non imminente» replica Luca Forment on. Chi comanderà la nuova Mondadori? Non ci sono dubbi: il gruppo De Benedetti è prevalente sia nel consiglio di amministrazione che nel comitato esecutivo. Molto significativa la nomina di Corrado Passera, direttore generale della Cir, in consiglio e nell'esecutivo. Quest'ultimo organismo è composto da: Caracciolo, Formenton. Fossati, Vittorio Ripa di Meana, Jodi Vender e lo stesso Passera. Intanto la nuova Mondadori ha iniziato bene l'89: nei primi tre mesi i ricavi consolidati sono cresciuti del 12,8%, a 317,5 miliardi. A fine anno il giro d'affari complessivo di Mondadori-Espresso è stimato a 2416 miliardi. Rinaldo dianola

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