Benedikter si ribella alla Svp di Giuliano Marchesini
Benedikter si ribella alla Svp Il leader dei «duri» resta nel partito ma fonda un suo Movimento Benedikter si ribella alla Svp DAL NOSTRO INVIATO BOLZANO — -Io non voglio farmi mettere la museruola dal partito-. Alfons Benedikter, l'uomo che rappresenta l'ala dura della Sùdtiroler Volkspartei e si oppone alla chiusura della vertenza per l'Alto Adige, non molla. Lo ha dimostrato con la fondazione di un ••movimento per il federalismo» che raduna contestatori della politica condotta dai dirigenti della Svp, accusati di «svendere l'Alto Adige». ■Organizzazione per la patria e la difesa della natura-, e la definizione del raggruppamento di Benedikter. che a questo punto mescola il biancorosso della bandiera sudtirolese con il verde dell'impegno per la tutela dell'ambiente. -Afa sia chiaro — dice il leader degli intransigenti sudtirolesi — che questo non è ancora un partito-. In ogni modo, continua il conflitto con la maggioranza della Volkspartei, anche nel nuovo corso inaugurato da Luis Durnwalder, che ha preso il posto di Magnago alla presidenza della giunta provinciale. Ed è un contrasto che rischia di diventare insanabile, perché Benedikter sta pensando di presentare la sua candidatura alle prossime elezioni europee mettendosi insieme con sardi, valdostani e sloveni: la decisione dovrebbe prenderla entro domani. L'irriducibile della Svp. insomma, avrebbe già un piede fuori dal partito di raccolta sudtirolese, a meno che non intervengano ripensamenti. La frattura è di vecchia data. Benedikter condusse un'accanita battaglia prima del congresso della Volkspartei del febbraio scorso. Ne usci pesantemente sconfitto: l'assemblea decretò il trionfo di Silvius Magnago e della sua linea moderata per la definizione della vertenza dell'Alto Adige. E i 77 mila voti raccolti alle elezioni provinciali da Durnwalder, «delfino» del vecchio leader, mostrarono chiaramente quale fosse la «via sudtirolese». Ma Alfons Benedikter torna all'attacco sotto il vessillo del «movimento per il federalismo». 'La nostra intenzione — dice — e di accogliere tutti coloro che vogliono che questo pacchetto per l'Alto Adige sia effettivamente riconosciuto come un'attuazione degli accordi di Parigi, quindi sia ancorato internazionalmente. Perché il mio timore è che l'Italia, considerandolo una specie di regalo, possa abolirlo da un momento all'altro, oppure rivedere qualcosa-. Allora, è il caso di parlare di scissione dalla Svp? -Dato che quello che abbiamo appena fondato — risponde Benedikter — non è propriamente un partito, di scissione non può trattarsi. Io rimango fedele al programma fondamentale della Svp. Ma sono del parere che certe decisioni siano in contrasto con questo programma-. E. in questa fascia di contestazione, si riprendono i discorsi sui sudtirolesi che -devono difendersi a denti stretti-, si torna a parlare di autodeterminazione. Non a caso all'assemblea di fondazione del «movimento per il federalismo» c'era anche Eva Klotz, esponente dell'-Heimatbund-, «lega patriottica». Ma la mossa più azzardata, per Alfons Benedikter, sarebbe quella della candidatura per le elezioni europee. La Volkspartei. di fronte a questa prospettiva, ha diffidato il ribelle, e si dice che abbia minacciato di espellerlo dal partito. E lui. Benedikter. cosa risponde? -Che se decido di candidarmi son disposto anche a correre questo rischio, lo tengo duro comunque-. A Silvius Magnago, rimasto presidente della Svp, tocca questa grana. Il vecchio leader spiega: -Se nel candidarsi Benedikter si considera rappresentante del nostro partito, lo dobbiamo sconfessare. Allora io gli ho mandato una lettera in cui dico: ti avverto che non puoi presentarti alle elezioni sema aver prima informato la Volkspartei. Se lo fai lo stesso, devo pensare che tu ti consideri già fuori dal partito-. Giuliano Marchesini
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