La Cgil: «I camalli non sona soli Sul porto tratteremo a oltranza» di Guido Coppini
La Cgil: «I camalli non sono soli Sul porto tratteremo a oltranza» A Genova il sindacato vuole evitare la rottura con la Compagnia La Cgil: «I camalli non sono soli Sul porto tratteremo a oltranza» Intervista col leader Oliva: «Tutti perdiamo qualcosa, il ministro deve capire che l'ostinazione non paga» GENOVA — In linea d'aria ci sono trecento metri tra la sede della compagnia autogestita dei camalli (Culmv) e la Filt-Cgil, ma in questo spazio è calata una saracinesca. Ai sindacalisti e stato revocato il mandato di trattare. E ora? Risponde Danilo Oliva, segretario regionale del più forte sindacato ligure (14 mila iscritti nel solo settoro dei trasporti): 'Non accetteremo che questa ulteriore impasse provochi un trasferimento delle trattative a Roma. Continueremo a discutere al solito tavolo, quello del Consorzio autonomo del porto di Genova. Discuteremo finche avremo fiato-. E' il momento più drammatico ira i tanti che ne ha vissuti la Cgil negli ultimi anni, che ora. sul contenzioso del porto, e contro la confederazione nazionale, contro l'utenza e ora in rotta di collisione con l'aristocrazia dei suoi iscritti, i camalli. Oliva, non vi hanno messo fuorigioco? •■No. I litigi nascono spesso fra persone che si vogliono molto bene. Ci sono contrasti, certo, i più difficili che abbiamo avuto negli ultimi an¬ ni che pure hanno polverizzato l'industria cantieristica della città. Differenza di strategie anche con la nostra segreteria romana che tende a collocare il contenzioso in un'ottica prevalentemente politica, e ci fa sapere: "Voi genovesi, smettetela di fare i matti". Forse ci sono ragioni che passano sulle nostre teste, ma noi non siamo matti. Ci rendiamo conto che esiste l'esigenza di una nuova organizzazione del lavoro portuale. Ma. per arrivare a questo, occorre una riforma, e i decreti Prandini ne sono appena una premessa. E inoltre il decisionismo del ministro stravolge il nostro contratto nazionale di lavoro». Contro la Cgil romana, contro Prandini. Ma anche contro i cinquemila addetti delle aziende dell'indotto, che non lavorano, con alcuni di loro rischiano il licenziamento. «Chiediamo a tutti un impegno a realizzare un porto più efficiente. Ma questo obiettivo non lo si può ottenere distruggendo la Compagnia dei camalli che dovrà, certo, avere un nuovo ruolo, ma che non può essere can¬ cellata. Le aziende dell'indotto devono discutere con gli altri soggetti, guardando non agli interessi singoli, ma a un obiettivo comune: rendere il porto competitivo. Su questo percorso, tutti stiamo perdendo qualcosa. E perde, soprattutto. la città. Il ministro dovrà capire che l'ostinazione non paga». Oliva, voi difendete a spada tratta i camalli che però vi hanno scaricato. «Non parliamo di tradimenti. La Compagnia ci aveva dato un mandato preciso: sospensione temporanea dei decreti Prandini e, in coincidenza, ripresa del lavoro. La sospensione dei decreti non c'è stata concessa. Inoltre, la trattativa si è allargata ad altri argomenti che esulavano dal nostro mandato. Era inevitabile il rifiuto dei camalli a essere rappresentati da noi, almeno in questa fase, almeno in queste condizioni». Qualcuno dice che Paride Batini, console della Compagnia, sarebbe .prigioniero» di un nucleo di duri, soprattutto del gruppo di Lotta comunista e di altri fautori del «peggio è meglio è». «Lotta comunista esiste all'interno della Compagnia autogestita dai primi Anni Settanta. E' accettata e riconosciuta. Non ha alcuna influenza su Batini che opera forte di un larghissimo consenso. Questo di Lotta comunista è un discorso di corrente, falso e insidioso: tende ad aprire altre spaccature a sinistra». Dopo mesi di trattative estenuanti, avete firmato un accordo che nel giro di poche ore è diventato carta straccia. Ed è la terza v Ha, in poco più di due anni. -Noi non abbiamo fi/ iato, ma siglato un'ipotesi r' ntesa da sottoporre, come empre avviene, all'assentò1 à dei lavoratori. Di più noi. potevamo fare. I camalli si sono sentiti traditi: possiamo capirli, anche se ci hanno messo in grande imbarazzo. In pochi anni la loro Compagnia è dimagrita di quattromila lavoratori. "Ha già dato", come si dice a Genova; sangue da donare non ce n'e più». Oliva, ma la Cgil ligure dei portuali, chi difende se ha tutti contro? «Noi difendiamo il futuro del porto». Guido Coppini
Persone citate: Batini, Danilo Oliva, Paride Batini, Prandini
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