Trasporti, aumenti in vista
Trasporti, aumenti in vista Trasporti, aumenti in vista Tariffe più care per traghetti e servizi pubblici - Tagli per 400 miliardi - Il decreto approvato dalla Camera ROMA — Tagli ai trasporti pubblici, urbani e extraurbani, aerei, ferroviari, marittimi per ottenere servizi più efficienti e puntuali, ma a prezzi più cari per gli utenti: un aumento medio del 25 per cento è già previsto per i traghetti. Sono queste le misure contenute nel decreto legge del governo approvato ieri dalla Camera con 191 voti a favore e 157 contrari, n provvedimento passa ora all'esame del Senato. I tagli colpiscono soprattutto le aziende di trasporto pubblico locale che riceveranno 400 miliardi in meno in contributi di esercizio e che, a partire dal 1990, dovranno adeguare la propria gestione a criteri di economicità. Se non lo faranno, o non ci riusciranno, i soldi stanziati dallo Stato sono destinati a diminuire ancora. Alle aziende non resterà che aumenta¬ re gli introiti e, quindi quasi sicuramente le tariffe saranno «ritoccate», come hanno già annunciato diverse amministrazioni comunali. La votazione del decreto ha riservato qualche sorpresa. Con 196 voti favorevoli e 161 contrari è passato un emendamento dei democristiani Piredda e Perrone, l'uno sardo l'altro siciliano. Preoccupati dalla possibile penalizzazione dei collegamenti con le isole, i due deputati hanno chiesto che le tariffe dei traghetti pubblici siano adeguate non a quelle delle compagnie private, ma a quelle delle ferrovie dello Stato. L'emendamento è passato nonostante il parere contrario del governo. Alcuni deputati della maggioranza hanno votato insieme a quelli dell'opposizione. Poco prima un'analoga modifica dei due parlamentari era stata re¬ spinta per strettissima misura e a parità di voti: 173 contrari e 173 a favore. In questi casi il testo esistente prevale sulla proposta di innovazione. In seguito gli stessi deputati hanno fatto mettere in votazione un'altra modifica in base alla quale il ministero della Marina mercantile ha cinque mesi di tempo, e non tre come prima previsto, per emanare le tariffe unificate per tutta Italia dei servizi portuali. Questa volta governo e commissione si sono rimessi all'assemblea e l'emendamento è stato accolto per alzata di mano. Comunisti, verdi e missini hanno votato contro il decreto, affermando che gli aumenti delle tariffe gravano in modo indiscriminato su tutte le classi sociali e che i tagli alle aziende di trasporto penalizzano gli enti locali. (Ansa-Agi)
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