Il Cremlino chiude le crepe della Nato di Fabio Galvano

Il Cremlino chiude le crepe della Nato Le forze nucleari «aggiornate dove necessario» Il Cremlino chiude le crepe della Nato E' «inaccettabile» la superiorità dell'arsenale a corto raggio sovietico DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — E' venuto dal Cremlino il contributo più concreto alla compattezza della Nato. Divisa sullo scottante tema della modernizzazione delle armi nucleari a corto raggio (Snf) e in particolare sulla scelta di un erede per il mìssile Lance, l'Alleanza ha tratto dalle modernizzazioni 'aggressive» del Patto di Varsavia — tema di una rapporto del segretario Usa alla Difesa, Dick Cheney — la forza per imboccare un compromesso che lascia intatte le esigenze dei singoli senza mettere a repentaglio l'esito del vertice in programma il 29 e 30 maggio Venendo incontro alle esigenze politiche interne del cancelliere Kohl, (a Nato ha sposato il concetto della gradualità, che comporta una decisione 'quando sarà necessario' e cioè non prima del 1991-92; ma ha sostanzialmente riconosciuto — con Usa e Gran Bretagna — che tale passo dovrà essere in qualche modo affrontato. I ministri della Difesa dell'Alleanza, che hanno concluso ieri la loro riunione di primavera nell'ambito del Gruppo di pianificazione nucleare, hanno insistito nel loro comunicato finale che la strategia Nato di dissuasione «continuerà a dipendere tan¬ to dalle armi convenzionali quanto da quelle nucleari»; e che perciò è essenziale garantire che la Nato disponga di forze nucleari "aggiornate dove necessario». Tutti i «se» relativi alla modernizzazione, secondo Cheney, se ne vanno con quelle parole. Tutti soddisfatti, alla fine; anche Valerio Zanone, che ha parlato di «un utile passo in vista del vertice di maggio» e che ieri ha avuto un colloquio di un'ora con Cheney. Con il segretario Usa egli ha discusso anche del 401° stormo di F-1S che dalla Spagna sarà spostato a Crotone. Ma non si è saputo se sia stata toccata l'ipotesi britannica — l'indiscrezione è del quotidiano Independent — di prendere una parziale iniziativa sulla strada della modernizzazione dotando alcuni F-lll e F15 E di nuovi missili nucleari e favorendo un'analoga decisione da parte del nostro Paese. La Nato non vuole lasciarsi incantare dalla sirena Gorbaciov: ben venga l'intenzione sovietica di attuare riduzioni unilaterali; ma queste — afferma il comunicato — «non influiranno sul dispositivo nucleare del Patto, né sulla sua schiacciante e inaccettabile superiorità in tema di sistemi nucleari a corto raggio», n rapporto di forze sul teatro europeo, ha affermato Cheney, è di 16 a 1: •Incompatibile con la dottrina della ragionevole sufficienza». Cifre alla mano, gli americani dicono che i vecchi missili Frog sono stati quasi completamente sostituiti, in Europa orientale, dagli SS21, il cui numero è anzi raddoppiato sotto Gòrbaciov; che sulle basi di lancio degli SS-23, eliminati in forza del trattato Inf, i sovietici stanno installando gli Scud a corto raggio (300 chilometri); che le basi degli SS-20 smantellati vengono occupate dagli intercontinentali SS-25. "In breve — afferma il rapporto — i sovietici non indicano di avere abbandonato il loro programma di modernizzazione degli Snf, che dura da dieci anni, o il loro atteggiamento globale in tema di armi nucleari di teatro». E' stata questa, forse, la molla che ha fatto ritrovare all'Alleanza una voce comune, come già era accaduto di fronte agli euromissili sovietici; una voce che accenna alla possibilità di ridurre le forze nucleari della Nato, in qualche modo legata a misure per mantenere la credibilità della deterrenza che consentano 'l'evoluzione verso sistemi relativamente di più lungo raggio». Fabio Galvano

Persone citate: Cheney, Dick Cheney, Gorbaciov, Kohl, Valerio Zanone

Luoghi citati: Bruxelles, Crotone, Gran Bretagna, Spagna, Usa