«La mia commedia su Rushdie è un attacco a tutti i fanatismi»

Oliver Stone: chi non vuole il mio film su Papa Luciani? Incontro con l'autore di «Talk Radio», che sta per uscire in Italia Oliver Stone: chi non vuole il mio film su Papa Luciani? Dice: «Qualcuno mi ha costretto ad abbandonare il progetto» - Ha finito «Nato il 14 luglio», film sul Vietnam con Tom Cruise ROMA—Alla vigilia dell'uscita italiana di Talk Radio (un film di Oliver Stone sul fenomeno americano delle radio-shock e sull'esasperata rincorsa all'audience) il regista di Salvador, Platoon e Wall Street è transitato, per poche ore, l'altra sera a Roma per parlare appunto di questa sua opera apprezzata dalla crìtica internazionale, premiata al Festival di Berlino («Orso d'argento» per la migliore performance di Eric Bogosia, che in Talk Radio interpreta lo spregiudicato intrattenitore radiofonico) e snobbata dal pubblico americano. Come spiega che, dopo gli Oscar di Platoon, gli americani abbiano freddamente accolto questo suo film, sebbene il boom della radio-shock rappresenti una nuova realtà americana? «A differenza di Platoon — risponde Oliver Stone — Talk Radio èun film di humour nero, molto cupo e provocatorio. Platoon era in un certo senso avvantaggiato dal fatto di affrontare una tematica già filtrata dal tempo. Qui invece si affronta un tema di grande attualità, che fapensare. In tutta l'America non si fa altro che parlare di questo confronto quotidiano tra radio, televisione e pubblico. Ed ogni giorno il fenomeno assume aspetti esasperati: c'è una corsa continua e sfrenata al sensazionale e allo shock di massa. E lo slesso fenomeno riguarda anche la televisione». Protagonista di Talk Radio è Eric Bogosia, che impersona il loquace e bizzarro intrattenitore radiofonico Barry Champlain (un personaggio che si ispira a queir Alan Berger assassinato nel 1984 a Denver). Nella versio¬ ne italiana Eric Bogosia è doppiato da Roberto Chavalier. •Come Alan Berger, anche Champlain non è un eroe — spiega Oliver Stone — anzi è un uomo ambiguo che farebbe qualsiasi cosa pur di fare spettacolo e di fare crescere l'ascolto della sua trasmissione. E' un opportunista spieiato che vive fuori dalla realtà per cui ogni tanto può viche apparire coraggioso. Per la stessa ragione ho decido di fare il film su Evita Peron, un altro personaggio ambiguo della nostra storia. Non so ancora quando potranno iniziare le riprese. tuttavia Evita sarà impersonata quasi certamente da Meryl Streep». Oliver Stone (43 anni) ha da poco concluso le riprese di Nato il 4 luglio, tratto da un omonimo libro scritto nel 1977 da Ron Kovic, un reduce dal Vietnam, mutilato, che adesso figura tra gli sceneggiatori della trasposizione cinematografica e che sullo schermo è impersonato da Tom Cruise. ■£' per me un film autobiografico — ci anticipa Oliver Stone — che ho arricchito attraverso le esperienze di Ron Kovic. Comunque è un film mollo complicato anche dal punto di vista tecnico perché ci sono 175 personaggi che parlano: sarà pronto per Natale. La storia copre un arco di trent'anni. Sì comincia negli Anni Cinquanta con Tom Cruise che impersona un ragazzo che crede molto nella Patria e che con grande entusiasmo parte per il Vietnam, da dove tornerà paralizzalo, mortificalo e in conflitto con la famiglia. Successivamente diventerà un leader del movimento anti-milUarista. Attraverso queste traversie il protagonista raggiungerà una maturità intellettuale sulla quale negli Anni Cinquanta nessuno avrebbe scommesso». n Vietnam non è oggi un genere cinematografico un po' inflazionato? 'Forse, coinè genere cinematografico — ribatte Oliver Stone — ma nel mio film si affronta in modo particolare la partenza e il ritorno a casa degli americani. E poi non dimentichiamo che il Vietnam ha influenzato tutta la recente politica internazionale per quanto riguarda l'Afghanistan, l'Iran e i conflitti del Sud-Est asiatico». Tra i suoi progetti, signor Stone, non c'era anche un film sulla morte di Papa Luciani? 'L'ho abbandonalo perché non vogliono che si realizzi!». Chi non vuole? 'Ditelo voi!». Con questa amletica risposta si è concluso rincontro con il regista di Talk Radio che, per quanto riguarda il futuro sfruttamento televisivo italiano, verrà trasmesso dalle emittenti di Berlusconi. -Non è colpa mia — sottolinea Mario Cecchi Gori, distributore del film—se per motivi di budget la Rai mi ha lasciato libero di cedere alla concorrenza privala dodici dei quindici film che avrei dovuto assicurarle in oewe al nostro accordo di collaborazione. I tre titoli per i quali la Rai ha faticosamente rispettalo gli impegni sono II barone di Munchhausen di Terry Gilliam, Che ora è di Ettore Scola e La voce della luna di Federico Fellini». Talk Radio di Oliver St one, dunque, lo vedremo tra un paio d'anni in televisione interrotto dagli spot pubblicitari, così pure II segreto di Maselli, Dimenticare Palermo di Rosi e il nuovo film di Francesco Nuti. Ernesto Baldo