Finisce al Tar la guerra delle vele

Finisce al Tar la guerra delle vele La più grande flotta da regata del mondo difende la sua autonomia Finisce al Tar la guerra delle vele ROMA — La prima udienza per il ricorso presentato al Tar dall'Aici (l'Associazione Italiana Classi Intemazionali Vela d'Altura) è prevista oggi a Roma. L'atmosfera nella sede dell'Alci non è certo quella dei momenti migliori; le speranze che il ricorso presentato contro le decisioni della Fiv, la Federazione Italiana Vela, possa avere buon esito sono davvero limitate. In passato non è mai successo che un'associazione di classe sia riuscita a far valere le proprie ragioni nei confronti della federazione. Anzi, secondo molti, la Fiv dovrebbe sfruttare questa occasione per lanciare un monito alle altre associazioni che scalpitano cercando un po' di autonomia. L'Aici, nata nel 1973 dall'idea di alcuni regatanti appassionati, è in pratica l'unica associazione di classe che sia riuscita a raggiungere ima perfetta e prospera autonomia con i propri mezzi: non riceve alcun contributo dalla federazione ma si autogestisce con le quote dei soci. Con millequattrocento soci, che rappresentano diecimila regatanti iscritti alla federazione, rappresenta la più grande flotta del mondo di imbarcazioni stazzate Ior. In pratica questa associazione riunisce tutti i proprietari di imbarcazioni cabinate che vogliano regatare, visto che la stazza tura della barca è obbligatoria. La convenzione, interrotta sette mesi fa, era in vigore dal 1973. In base all'accordo, di durata quadriennale e fino allo scorso autunno rinnovato automaticamente, la Fiv aveva lasciato all'Aici 11 compito di stazzare (misurare) le barca da regata. Dal 1975 inoltre l'Aici aveva creato e gestito i campionati italiani delle varie classi Ior. Il matrimonio procede bene fino al dicembre '87, quando Pierluigi Vigliani, incaricato dalla Fiv per la Commis¬ sione Altomare (un settore destinato a seguire le regate d'altura e le selezioni per Admiral's Cup e Sardinia Cupi. dà le dimissioni e viene sostituito da Pippo Guicciardini, che comincia a spulciare tra i compiti dell'Aici. Nel marzo '88 il presidente della Federvela Carlo Rolandi, in occasione dell'assemblea Aici, mette sotto accusa il ruolo dell'Associazione affermando che i suoi dirigenti hanno allargato, e di molto, i confini. Nel giugno '88, in un incontro con Rolandi il presidente dell'Aici Mario Violati fa presente i propri timori ed espone i problemi della vela d'altura, notoriamente ben diversi da quelli delle classi olimpiche; il tutto viene riunito in un documento programmatico a cui l'Aici non otterrà mai risposta. n 22 ottobre '88 la Federvela, nella riunione del consiglio direttivo, deliberala riassunzione delle stazze e dei Campionati Italiani. Subito dopo l'Aici invia, senza risultati, un esposto al Coni e quindi decide di ricorrere al Tribunale amministrativo regionale. L'esito del ricorso non preoccupa Sergio Gaibisso, il nuovo presidente federale, che afferma: -L'organizzazione dei campionati italiani e la stazza delle barche spettano a noi. In passato i due compiti erano stati concessi all'Aici perché la federvela non era in grado di gestirli». E aggiunge: -A noi non interessa questa sentenza. Fra un mese ci siederemo tutti quanti attorno a un tavolo e parleremo. Va bene cercare un po'di autonomia, è ora diflnirlaperò con le associazioni di classe che cercano di sostituirsi alle federazioni! Nessuno lo dice, ma sotto sotto c 'è stato un incontro con il ministro del Turismo per cercare di diventare federazione». Ida Castiglioni

Persone citate: Altomare, Carlo Rolandi, Ida Castiglioni, Pierluigi Vigliani, Pippo Guicciardini, Rolandi, Sergio Gaibisso

Luoghi citati: Roma