Londra, ponti d'oro per Toyota di Fernando Mezzetti

Londra, ponti d'oro per Toyota AUTO / Di fronte alla massiccia offensiva dei giganti giapponesi cede la «diga Europa» Londra, ponti d'oro per Toyota La società giapponese investirà 1500 miliardi, ma sarà favorita da un massiccio programma di infrastrutture - Persino il sindacato sarà unico per accontentare i nuovi padroni TOKYO — La Toyota annuncia che il suo stabilimento da 1500 miliardi di lire da cui puntare sull'Europa con una produzione di 200 mila vetture l'anno sorgerà in Inghilterra a Burnaston, vicino a Birmingham. La casa afferma che la decisione è indipendente da eventuali incentivi comunitari, come fu per la Nissan che su un miliardo di dollari di investimenti ne ricevette 220. Lo stesso dichiara il governo britannico. Ma la contea di Derby, afflitta da disoccupazione, si è già impegnata a realizzare a proprie spese imponenti opere di infrastruttura, come autostrade, ferrovie, eliporto, scuole per i figli dei dirigenti giapponesi, mentre i sindacati si stanno impegnando a costituire per la Toyota un sindacato unico aziendale senza le pluralità delle organizzazioni in fabbrica. Ciò in risposta alla prassi giapponese del sindacato unico aziendale. L'annuncio è stato dato simultaneamente a Tokyo e a Londra, dove il ministro di Stato per il Commercio e l'industria, Lord Young, comunicandolo alla Camera dei Lord, lo ha esaltato come il più grosso investimento industriale finora avutosi, ■maggior prova di fiducia nel Regno Unito: La costruzione comincerà nella primavera del 1990; la produzione alla fine del 1992, raggiungendo il pieno volume nella metà del 1995. Lo stabilimento è per stampaggio, saldatura, verniciatura, assemblaggio di vetture da 1800 ce, modello Carina II. Entro due mesi sarà presa la decisione per una fabbrica di motori, n contenuto europeo delle vetture sarà del 60 per cento entro l'agosto del 1993, salendo all'80 entro la metà del 1995. Per il periodo in cui la componente sarà inferiore all'80, problema sorto per le Nissan su cui si sono fino a ieri contrastate Francia e Italia da una parte e Inghilterra dall'altra, Toyota confida nel governo britannico e nell'incertezza della Cee. Ieri, peraltro, Parigi ha lasciato cadere la pregiudiziale. Buona parte delle componenti saranno in quel periodo evidentemente importate dal Giappone. Si salirà alla quota dell'80 per cento grazie al fatto che perii 1995 Toyota avrebbe sul posto i propri fornitori giapponesi. E' quanto ha rivelato lo stesso presidente della società, Soichiro Toyoda, in una intervista al quotidiano Nikkei. Egli afferma che impiantandosi in Gran Bretagna Toyota vuole essere una impresa veramente europea; dall'altra aggiunge che per arrivare all'80 per cento di contenuto continentale potrebbero venire in Europa solidi fornitori Toyota, in primo luogo Nippondenso. Milleduecento miliardi di lire di fatturato, 38 mila dipendenti, Nippondenso produce componenti varie, soprattutto elettroniche. Controllata dalla Toyota, essa ha tra i suoi azionisti anche la Bosch, per il 6,1 per cento. Forse per questo il presidente Toyoda esclude opposizioni Bosch allo sbarco in Europa di Nippondenso, ipotizzando jointventures. Alla Toyota, pressata dalla necessità di raggiungere la Nissan già impiantata in Inghilterra, si affiancherebbe la Honda nel portarsi in Europa i propri fornitori. Già a sua volta presente in Inghilterra in joint-ventures con Austin Rover con un obiettivo di 40 mila vetture entro il 1992, Honda ha segnalato che potrebbe iniziare produzione propria affiancata da fornitori nipponici. Secondo l'Asahi Shimbun queste le infrastrutture che la contea di Derby realizzerà per la Toyota: raccordi ferroviario e autostradale; stazione merci e eliporto all'interno dello stabilimento; rete idrica, elettrica e del gas; training del personale; scuole per i figli del personale giapponese, con curriculum secondo i programmi di Tokyo e insegnanti fatti venire dal Giappone. La diversità di relazioni industriali fra Europa e Giappone è stata al centro delle preoccupazioni Toyota, per la quale, come riferisce l'Asahi, «i/sindacato unico aziendale è la chiave per il successo di tutto il progetto'. L'azienda ha ricevuto assicurazioni in questo senso, espresse anche da dichiarazioni all'Asahi di David Bookblnder, leader laburista nel consiglio della contea di Derby, in cui il suo partito ha 52 seggi su 84: 'Potremmo accettare le richieste Toyota». Fernando Mezzetti

Persone citate: Austin Rover, David Bookblnder, Lord Young, Soichiro Toyoda, Toyoda