Stop all'autostrada del Bianco

Stop all'autostrada del Bianco Il Tar del Lazio accoglie il ricorso degli ambientalisti Stop all'autostrada del Bianco Annullati i decreti che avevano dato il via ai lavori per l'Aosta-Courmayeur - Bloccati anche gli espropri dei terreni - Già il ministro Ruffolo aveva espresso parere negativo sull'opera - «Troppe gallerie, il paesaggio sarà deturpato» - Il percorso, di 35 chilometri, prevedeva un investimento di circa mille miliardi DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Il Tar del Lazio ha bloccato i lavori per la realizzazione dell'autostrada di collegamento tra Aosta e il Monte Bianco. I giudici amministrativi hanno accolto un ricorso proposto dalla lega nazionale per l'ambiente e da nuova sinistra della Valle d'Aosta e hanno annullato il decreto del ministero dei Lavori pubblici e quello del presidente della Regione autonoma, entrambi del marzo dello scorso anno, che avevano dato il via alla costruzione. La decisione è stata presa dalla prima sezione del Tar. La sentenza blocca anche i provvedimenti di esproprio dei terreni sui quali avrebbe dovuto passare l'autostrada. Gli ambientalisti si erano ri¬ volti alla giustizia amministrativa sostenendo che i nullaosta per la costruzione dell'opera erano stati concessi senza tener in alcun conto il parere negativo del ministro dell'Ambiente Ruffolo sia per il notevole aumento di traffico, che nei lunghi tratti in galleria, crea rischi ambientali, sia per i danni causati ai boschi ed alle valli della zona con il prevedibile scavo di oltre sette milioni e mezzo di metri cubi di terra. Quarantuno miliardi di lire al chilometro. E di chilometri ne erano previsti 25,5 in galleria e 3 su viadotti. Era questa la previsione di spesa per la realizzazione dell'AostaCourmayeur, il braccio autostradale destinato ad inserir¬ si nel tunnel del Monte Bianco. Da tempo si sapeva che i decreti del ministro dei Lavori pubblici e della giunta regionale valdostana per il via ai lavori di costruzione del progetto autostradale, non avrebbero retto alle obiezioni degli ambientalisti. In questo senso la sentenza del Tar del Lazio non ha sorpreso più di tanto. 'Eravamo certi che avremmo avuto ragione — ha detto l'avvocato Carlo Rienzl che, per conto del 'Codacons', il Coordinamento delle Associazioni per la difesa dell'Ambiente e dei diritti degli utenti, ha seguito l'aspetto giudiziario della vicenda —. Non avrebbe potuto essere altrimenti visto lo scempio di rarissimi boschi e lo sperpero di denaro pubbli¬ co che la realizzazione avrebbe comportato'. La motivazione della sentenza del Tar del Lazio sarà resa nota soltanto tra un paio di settimane, ma fin d'ora si intuisce che 1 giudici abbiano condiviso le considerazioni esposte, durante l'udienza di ieri negli uffici del Tribunale di piazza Nicosìa, dallo stesso Ricnzi e dai suoi colleghi Giuseppe Lo Mastro e Rosanna Penna. In primo luogo, la noncuranza con la quale si era sorvolato sul parere negativo espresso nel gennaio dello scorso anno dal ministro dell'Ambiente Ruffolo. -Inutile da un punto di vista pratico — ha aggiunto ancora Rienzi —, quell'opera avrebbe comportato un milione di viaggi di autocar¬ ri, 7,4 milioni di metri cubi di materiale di risulta, la combustione aggiuntiva di 8 mila tonnellate di carburante all'anno». La decisione, poi, a detta degli ambientalisti, assume un'importanza particolare in considerazione del fatto che, per la prima volta, trova applicazione la legge 249 del 1986 che prevede l'obbligo di attenersi al parere sull'impatto ambientale espresso dal ministro, un principio che potrebbe rimettere in discussione la realizzazione di non pochi progetti. Per 1 legali del «Codacons» e di nuova sinistra ora la Regione Valle d'Aosta 'farebbe bene a seguire i consigli di Ruffolo: una radicale revisione del progetto'.

Persone citate: Carlo Rienzl, Giuseppe Lo Mastro, Rienzi, Rosanna Penna, Ruffolo

Luoghi citati: Aosta, Courmayeur, Lazio, Roma, Valle D'aosta