Stipendi più alti e un sindacato, chiede la Milizia a Mosca
Stipendi più alti e un sindacato, chiede la Milizia a Mosca Cresce il malcontento tra le forze dell'ordine: «Nessuno ci aiuta a difenderci dalla criminalità» Stipendi più alti e un sindacato, chiede la Milizia a Mosca MOSCA — Due agenti della milizia criminale di Mosca, meglio nota come Mur, si trovavano qualche tempo fa sulle tracce di una pericolosa banda di criminali. Dopo lunghi pedinamenti, la videro entrare nel più antico ristorante cinese di Mosca, il Pekin; decisi a spiarla nelle sue mosse, si rivolsero al maitre d'hotel per chiedere un tavolo vicino a quello della banda, ma il maitre fu irremovibile: tavoli liberi quella sera non c'erano per nessuno. I due miliziani provarono a insìstere spiegando la serietà e l'urgenza delle circostanze, ma il bravo cameriere compì il suo dovere accompagnandoli alla porta. E' solo un episodio tra i tanti riportati dal quotidiano Moskovskaja Pravda per illustrare l'inquietudine che serpeggia tra i ranghi della milizia sovietica, provata dalla paura e piegata dalla nuova aggressività della malavita organizzata. All'ondata di criminalità che sta investendo la capitale e tutte le maggiori città dell'Unione, giova non poco l'ostilità e la mancanza di fiducia della popolazione nei confronti dell'operato della polizìa, troppe volte messa sotto accusa per reati di corruzione o di semplice delinquenza. Ma il malcontento tra la forza pubblica è ormai un fatto. Una settimana fa i poliziotti di Leningrado sono scesi in piazza per chiedere il diritto di fare un uso più spregiudicato delle armi in dotazione, di poter eleggere i loro capi e di creare un sindacato autonomo. Poco tempo addietro i militari denunciavano i continui attacchi delle bande criminali alle caserme per procurarsi armi dì ogni tipo. E la polizia ora è decisa a reagire. Alle lagnanze quasi quotidiane sugli organi di stampa cominciano ad accompagnarsi le richieste di maggiori garanzie penali e di più mezzi di difesa: il poliziotto sovietico non si sente protetto sufficientemente; al contrario, è convinto di non combattere con mezzi adeguati la nuova e aggressiva criminalità, fiorita all'ombra della perestrojka. I reati nel 1988 sono cresciuti rispetto all'anno precedente del 17 per cento, ma i furti e le rapine del 30 per cento, e le risse e le aggressioni almeno del 40. Eppure da qualche mese gli agenti hanno il diritto di portare sempre con sé le armi in dotazione, prima le pistole venivano consegnate all'inizio del turno, alla One del quale andavano poi restituite. Sulle strade di Mosca presto compariranno anche le pattuglie a cavallo e con i cani, ma per i miliziani non è ancora abbastanza; ciò che chiedono è di usare più liberamente le armi, senza tanti intoppi giudiziari. Un poliziotto dice dalle pagine del giornale: -Ogni volta che usiamo un'arma segue automaticamente un'indagine di servizio. D'altro canto le istruzioni sono poco chiare e spesso contraddittorie: la pistola serve a difendere sia noi sia i cittadini, in caso di pericolo di vita, ma allo stesso tempo non possiamo usare armi da fuoco nelle strade affollate o nei posti pubblici. A questo va aggiunta la perdita progressiva di prestigio del tutore dell'ordine. Un generale della milizia di Mosca denuncia in proposito la continua diminuzione dì organico, una «calo di vocazioni» che ha provocato la perdita di decine di professionisti. Lo sguamimento degli effettivi comincia a presentarsi come un problema molto serio, dovuto a due ordini di problemi: da un lato, epurazioni, massicce degli ultimi anni, dovute a reati di corruzione, abuso di potere e connivenze con la malavita; dall'altro, le paghe, ritenute molto basse. Ma il poliziotto si sente abbandonato anche dalla giustizia. Con la riforma giudiziaria ancora in cantiere, molti giudici istruttori, denuncia il quotidiano, hanno assunto una posizione d'attesa, altri hanno preferito addirittura abbandonare la carriera. Per colmare i vuoti la procura di Mosca si è vista costretta ad assumere nuovo personale da altre città, cosi come le fabbriche e i cantieri edili che non trovano nella capitale sufficiente mano d'opera, ma la squalificazione del lavoro è un risultato quasi inevitabile. L'incompetenza si aggiungerebbe alle nuove indicazioni ideologiche che, nel tentativo di dar vita ad uno stato di diritto, garantirebbero, secondo i miliziani, un approccio umanizzato soltanto nei confronti di chi commette reati. Paola Delle Fratte
Luoghi citati: Leningrado, Mosca
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