Il male oscuro dilaga in Estonia di Emanuele Novazio

Il male oscuro dilaga in Estonia Si è spostata sul Baltico la misteriosa epidemia segnalata a novembre in Ucraina Il male oscuro dilaga in Estonia Settanta scolari di tre città perdono i capelli, soffrono di infezioni respiratorie - La patologia ha le stesse caratteristiche di quella riscontrata a Chernovtsy, non lontano da Cernobil - La radioattività «assolta» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Accade all'improvviso, ogni volta: un gruppo di bambini che abitano la stessa cittadina e dunque dividono la scuola, i giochi, gli amici, il cibo e l'acqua, «l'ambiente» nel suo insieme, perdono i capelli, si ammalano di un male ignoto, oscuro e inquietante per i segni con i quali si manifesta, per le vittime che sceglie, per gli interrogativi che solleva. Poi, un po' alla volta, il male si ritrae, scompare, ma la normalità del luogo resta scossa, e resta il disagio, resta la paura, il senso d'angoscia di chi si sente sfiorato da una terribile evenienza. Accade, in questi giorni, in almeno tre città dell'Estonia, dove 1 bambini colpiti sono ormai una settantina: un improvviso estendersi a Tartu e a Khotla-Yarve del focolaio acceso il mese scorso a Sillamae, una cittadina sul Baltico dove si erano ammalati 34 bambini dai tre ai cinque anni, tutti raccolti nello stesso asilo. Era accaduto nel novembre scorso a Chernovtsy, in Ucraina, non lontano da Cernobil e dal disastro atomico di tre anni fa, e davanti all'epidemia che pareva inarrestabile, venti e poi cento e poi trecento bambini colpiti dal male in pochi giorni, si era subito pensato all'effetto devastante delle radiazioni, alla manifestazione tardiva e inevitabile del disastro alla centrale maledetta. A Chernovtsy la gente s'era impaurita ed era scesa in strada. Che succede, dall'Ucraina al Baltico? Perché le vittime sono soltanto bambini? Come affiorano queste improvvise chiazze di un male che nessuno, fino ad ora. è riuscito a definire, a riconoscere, a frenare? Perché il contagio si diffonde senza che si riesca a prevenirlo, senza che sì intuisca una logica e un senso nella sua trasmissione? Che cosa lega i casi di Ucraina a quelli di Estonia, duemila chilometri più a Nord? E si tratta davvero di -contagio», o di episodi invece non legati l'uno all'altro se non nella bizzarria sinistra ma casuale del sintomo? Come nelle più misteriose epidemie del passato, questo male aggredisce e lascia ipotesi soltanto, la paura che ritorni, e un senso d'impotenza. Prima ipotesi, la radioattività. Si è subito pensato a questo, in Ucraina, senza che si sia provato nulla, ancora. Ieri, la Tass escludeva un legame fra i casi estoni e le radiazioni: la commissione del governo Incaricata di studiare diciassette bambini di Sillamae inviati a Mosca ha compiuto un esame del tasso di radioattività nel loro sangue, precisava l'agenzia, e i risultati mostrano che -non supera il tasso normale dell'ambiente'. Ma da Tallinn, il viceministro della Sanità, Iaak Uitu, pur scettico sull'ipotesi di un inquinamento radioattivo, rivela che -a Sillamae il tasso di radioattività è più alto rispetto ad altre zone', perché -sotto la città ci sono giacimenti di scisti che contengono uranio». Seconda ipotesi, il tallio. La commissione istituita per indagare il diffondersi della malattia a Chernovtsy non ha ancora fornito conclusioni, ma l'ipotesi prevalente, fra la gente d'Ucraina, è proprio l'elevata quantità di questo metallo sparso dalle piogge acide cadute nella regione: secondo varie testimonianze, gli automobilisti lo hanno -sciolto per anni nella benzina- per aumentarne la potenza. Ieri, al contrario, l'accademico Endel Lippmaa, membro della commissione d'indagine in Estonia, escludeva un -avvelenamento da metalli pesanti tipo tallio». Terza ipo¬ tesi, una forma non ancora individuata d'inquinamento: nell'aria, nell'acqua, negli alimenti. Ma ci si muove al buio, come dice ancora Lippmaa, perché di -questa malattia inattesa» non sono stati scoperti -elementi ricorrenti in tutti i bambini colpiti»: accanto al sintomo principale comune a tutti, la caduta dei capelli, ne coesistono diversi, dai problemi intestinali a infezioni respiratorie, ma nessuno -ha frequenze o ritorni significativi». Conferma il viceministro Uitu: -Non escludiamo nulla, nessuna causa ambientale o legata all'attività dell'uomo, e certo nemmeno l'influenza di qualche sostanza chimica che potrebbe trovarsi forse nei detersivi, forse nelle vernici, forse in qualcos'altro». Ma non s'è scoperto niente, non si può legar niente a niente, ed è, ancora, la paura. Emanuele Novazio