Più Cir nel Romagnolo
Più Cir nel Romagnolo All'assemblea dell'istituto di credito si consolida De Benedetti Più Cir nel Romagnolo Eletti cinque membri del consiglio d'amministrazione - La banca ha chiuso l'88 con 116 miliardi di utile ed una raccolta di 7700 miliardi - Ora si pensa alla quotazione in Borsa DAL NOSTRO INVIATO BOLOGNA — Un'assemblea degli azionisti del Credito Romagnolo così breve e pacifica non si ricordava a memoria d'uomo. Tutto è filato liscio, in un clima disteso, fraterno, da festa sull'aia. Tutt'altra cosa rispetto alle vivaci polemiche e ai vibranti scontri dell'anno scorso quando si confrontarono fino all'ultimo voto gli amici di Carlo De Benedetti, i vincitori, e il Comitato di tutela del Rolo, poi svanito nel nulla. Ci sono volute solo poco più di tre ore al presidente Francesco Bignardi per condurre in porto l'assemblea, terminata con gli oltre 1100 soci in piedi ad applaudire, senza voti contrari o astenuti. In effetti, dopo la bagarre dell'88, l'assise di ieri, che ha approvato il bilancio e nominato cinque nuovi consiglieri, può essere definita quella della normalizzazione. Niente più guerre, al Romagnolo si è tornati a lavorare. E le esaurienti spiegazioni di Bignardi hanno soddisfatto la curiosità dei soci. -Sono co¬ me un allenatore che cerca di far giocare la squadra con buoni schemi' si schernisce il presidente di fronte agli eccessivi complimenti della platea. Sorridente, Corrado Passera, direttore generale della Cir e organizzatore delle truppe dell'ingegnere, spiega che -non ci sono stati oppositori perché non c'erano appigli, il consiglio ha fatto le cose giuste e i conti lo dimostrano'. Ed eccoli i risultati. 11 bilancio '88 del Rolo presenta una raccolta di oltre 7700 miliardi, impieghi per 5291 miliardi e mezzi amministrati per conto della clientela di 21.700 miliardi. L'utile netto di 116 miliardi consente di distribuire un dividendo invariato di 700 lire per azione. L'89, dice Bignardi, è iniziato bene: 'Nei primi tre mesi la raccolta è cresciuta del 6,3% rispetto allo stesso periodo dell'88, gli impieghi sono saliti del 7,3%, pensiamo di arrivare a un risultato lordo di gestione di 360 miliardi-. Il Rolo, che rimane la seconda banca privata dopo la Banca nazionale dell'agricoltura, dispone di 715 miliardi da investire, pur restando nei ratios patrimoniali fissati dalla Banca d'Italia. Cosa farà? Bignardi usa metafore da Don Giovanni, parla di 'ragazze piacenti da corteggiare'. Gli amministratori stanno prendendo in esame possibili acquisizioni o forme di collaborazione con altri istituti. Ai soci del Romagnolo, soddisfatti per la ritrovata concordia, rimane un solo cruccio: la mancata quotazione in Borsa che limita agli angusti confini del terzo mercato la trattazione dei titoli. Il presidente promette che il problema sarà risolto. Forse già nell'89 l'iter per portare il Rolo in Borsa potrà concludersi felicemente. Nessun problema nemmeno per il rinnovo di metà del consiglio di amministrazione. Esce di scena l'ex presidente Luigi Deserti, che abbandona prima della fine lamentadosi ^•Non hanno nemmeno ringraziato i vecchi amministratori-); lascia Achille Maramotti, coriaceo avversario dell'ingegnere; spariscono Augusto Serra Zanetti e Fabrizio Zanoin di Valgiurata. Tra gli uscenti solo Antonino Griziotti, ex direttore della sede bolognese di Bankitalia, viene confermato. I nuovi eletti fanno tutti parte del gruppo di comando formatosi l'anno scorso: Pietro Acquademi. pronipote del fondatore, rappresenta i cattolici Amici del Rolo. Paolo Fignagnani è il marito della figlia di Giacono Cirri (ex presidente, una specie di mito da queste parte), Giovanni Rametta di Ravenna, Giancarlo Vaccari, amministratore delegato della Sasib del gruppo De Benedetti. Non c'è troppa industria in questa banca? Bignardi, che vuole lasciare la presidenza del Fondo interbancario di garanzia, dice di no: -E' utile la presenza dell'industria nelle banche perché possiede esperienze, valori professionali e capitali da trasferire al sistema bancario. L'unico problema è quello di porre delle regole e dei limiti-. Alla fine tutti contenti: anche l'azionista Vannini di Riolo. frazione di Vergato, che si è lamentato della sede -poco presentabile- della filiale locale del Romagnolo. Bignardi gli ha promesso che andrà presto a vedere dì persona. Rinaldo Gianola
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