Espresso, azionisti «traditi» di Valeria Sacchi

Espresso, azionisti «traditi» Malumore dei vecchi soci di Scalfari: non ci ha detto che vendeva Espresso, azionisti «traditi» Gli esponenti del sindacato di controllo non sono stati compresi nel 53% già ceduto alla Mondadori per 407 miliardi - Dovranno attendere la prossima offerta pubblica per essere liquidati MILANO — Ha scritto il manifesto che -per ben due volte, nella sua vita di direttore. Eugenio Scalfari ha consumato il suo tradimento ai danni delle redazioni di cui era al timone: la prima volta nel marzo '68. quanto lasciò L'Espresso per accettare la candidatura nelle liste del psi alle elezioni politiche: la seconda domenica 9 aprile '89 quando assieme a Carlo Caracciolo ha consegnato nelle mani del nuovo trust De Benedetti-Mondadori ì suoi gioielli editoriali-. Un mezzo scherzo Scalfari sembra averlo giocato anche a quel gruppo di amici che. per armi, gli sono stati alleati nel sindacato di controllo del gruppo Espresso. Tutti sanno ornisi che. proprio una settimana fa. quando Scalfari annunciò l'operazione in sede di sindacato Espresso, ci furono parecchi malumori, che crebbero successivamente. Il che non impedi a coloro che erano presenti alla riunione di approvare la cessione. Alto deve essere apparso il prezzo al quale il gruppo editoriale era stato valutato. A qualche giorno di distanza, si possono fare alcune osservazioni: non soltanto Caracciolo e Scalfari non hanno compreso gli azionisti del sindacato nel 53r/r già ceduto alla Mondadori per 407 miliardi (sembra che a formare il 53r< siano stati chiamati altri pacchetti non sindacati, tra cui azioni intestate a Romilda Bollati) ma. a conti fatti, il ■premio di maggioranza- in lealtà va a Caracciolo e Scalfari che sono stati liquidati subì- to, mentre gli amici dovranno | aspettare l'Opa, in tempi non ancora noti. A mente fredda, altri dubbi sarebbero stati sollevati in merito al valore della Cartiera di Ascoli. Non solo in Borsa il titolo è salito dalle 4000 lire di gennaio alle 7530 lire di ieri, ma sono circolate insistenti notizie sulla possibile cessione delle attività cartarie della Ascoli considerate, giustamente, non più strategiche, anche in vista del 1993. e che oggi si possono vendere a prezzi molto alti. Cosicché i 2.2 titoli Ascoli che fanno parte (sommati alle 15.500 lire in contanti) del -pacchetto Opa-, non si sa cosa in realtà conterranno, nel momento in cui verrà definita l'operazione. Si può però aggiungere che. poiché nell'Opa sono compresi 5,5 milioni di azioni Espresso che appartengono alla Cir. finanziaria di Carlo De Benedetti, questo fatto di per sé dovrebbe rappresentare una garanzia. Nonostante i malumori, sembra che il gruppo di azio- nlsti che formavano il nucleo sindacato dell'Espresso, aderiranno all'Opa. O perlomeno molti di loro, compresa la famiglia Cavazza, proprietaria della Sigma Tau. Poco per volta, insomma, le resistenze dovrebbero cadere di fronte agli oggettivi vantaggi economici e a considerazioni industriali, riassunte così da Scalfari: -fl gruppo Espresso era diventato troppo grande, e ai tempo stesso restava troppo piccolo rispetto ai mutamenti che si stanno verificando sul mercato-, ' Questi mutamenti già sono visibili. Il passaggio dell'Espresso alla Mondadori sembra aver riportato una certa intesa tra i grandi gruppi interessati al settore editoriale, una specie di tregua che si è tradotta in nuove iniziative. Raul Gardini guarda a Telemontecarlo e, anche se ufficialmente la Montedison smentisce, contatti ci sono stati. Se anche non dovessero portare a un accordo tra Gardini e i Merinho, U fatto dimostra l'Interesse dei Ferruzzi per il settore televisivo. A questo settore sembra guardare con interesse anche la Mondadori: Luca Formenton ha dichiarato che un grande editore multimediale non può limitarsi alla carta stampata. E lo stesso Gianni Agnelli, in una dichiarazione di quattro giorni or sono, ha auspicato che la Mondadori cresca. Ieri è arrivata la notizia che l'Editoriale l'Espresso si rafforza nel settore radiofonico, rilevando il 50"7r di Radio Dee Jay, società che fa capo a Claudio Cecchetto, costo due miliardi di lire. E nel frattempo, sempre l'Espresso ha fatto sapere che è alla fase finale la trattativa per l'acquisto delle attività della Divisione Radio Italia, società di Callisto Tanzi e Edoardo Longarini Tra Radio Dee Jay e gruppo Espresso esistono da tempo buoni rapporti: Dee Jay è una delle 400 radio per le quali la Sper, società dell'Espresso, raccoglie pubblicità. Sempre Sper è al centro della trattativa con Tanzi e Longarini: costoro cederanno infatti la Divisione Radio Italia a Sper, in cambio del 38% del capitale della Sper stessa, di cui saranno azionisti insieme all'Espresso. Ecco dunque un altro affare che porta ad una nuova alleanza. Valeria Sacchi

Luoghi citati: Italia, Milano, Sper