La destra vendica Tower: Wright incriminato

La destra vendica Tower: Wright incriminato Il leader democratico, speaker della Camera Usa, accusato di interesse privato La destra vendica Tower: Wright incriminato DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Il presidente della Camera, lo «speaker» Jim Wright, è stato incriminato (a livello parlamentare, l'inchiesta non è giudiziaria) per interesse privato in atto d'ufficio e per violazione delle norme congressuali, come anticipato i giorni scorsi dai mass media americani. All'unanimità, la Commissione all'Etica della Camera, composta da sei deputati democratici, ossia appartenenti al suo partito, e da sei repubblicani, gli ha mosso 69 capi d'imputazione. Lo scandalo e enorme: lo speaker è terzo nella linea di successione alla Casa Bianca, è il leader dell'opposizione al governo. Annunciando la pubblicazione di un rapporto preliminare sullo scandalo, il capo della commissione, Julian Dixon, ha dichiarato che l'inchiesta non è terminata ma passa alla ricerca delle prove decisive. Il calvario di Jim Wright, tuttora difeso dalla maggioranza del partito, minaccia quindi di prolungarsi per altri mesi. Lo «speaker», che la scorsa settimana aveva proclamato pubblicamente la propria innocenza, sta cercando di abbreviarlo, e di mobilitare l'opinione pubblica a proprio favore. In una lettera alla commissione, ha chiesto di essere chiamato a deporre questa settimana. Sono certo che riuscirò a discolparmi, ha detto Wright. Non è escluso che egli ce la faccia almeno in parte. Tra i democratici, alcuni accusano i repubblicani di aver esasperato lo scandalo per vendicarsi del loro veto alla nomina di John Tower a ministro della Difesa: in quella battaglia, il capogruppo repubblicano al Senato Dole non nascose i suoi propositi di vendetta: "Abbiamo memorizzato tutto', disse a proposi¬ to di Wright. E' l'aspetto più piccante della vicenda, suffragato dai violenti attacchi della destra repubblicana a Wright nelle ultime settimane. Senza il dramma di Tower, la Commissione all'Etica della Camera sarebbe stata probabilmente meno zelante. Ma avendo rifiutato la nomina a capo del Pentagono all'ex senatore a causa del suo gallismo e alcolismo, il Congresso non poteva mostrarsi clemente con Jim Wright. noto per non essere una mammola. Lo stesso partito democratico inoltre si era già dato la zappa sul piede nella campagna elettorale, con la sua denuncia martellante dei casi di corruzione verificatisi sotto Reagan, denuncia che aveva obbligato Bush ad assumere l'impegno solenne di moralizzare la vita pubblica. Il Presidente ha costretto i suoi collaboratori alla massima tra¬ sparenza finanziaria, e la settimana scorsa ha annunciato una serie di misure contro le migliaia di gruppi di pressione che inquinano l'attività parlamentare. A quel punto, non è rimasta a Wright nessuna via d'uscita. Per un paradosso, a 66 anni, dopo due anni e mezzo come speaker, questo texano che la domenica fa il predicatore in Chiesa, e che gli altri giorni fa il bello e brutto tempo al Congresso con sistemi clientelali, è così incappato nella più grave crisi della sua carriera. Che malefatte ha compiuto Wright? Sostanzialmente due. Ha viola! o il limite dei 2 mila dollari di compenso per ogni conferenza o partecipazione a cerimonie stabilito dal Congresso, inducendo gli organizzatori a comprare centinaia di copie della sua biografia dopo essere stato pagato. E nel corso degli ultimi anni, ha accettato dall'ex socio d'affari Goerge Mallick -regali» per 145 mila dollari, quasi 200 milioni di lire, nella forma di uno stipendio annuo a sua moglie, dell'usufrutto di un appartamento, di quello di un'automobile e via di seguito. Secondo la Commissione all'Etica, Wright ha anche ripagato profumatamente l'ex socio, facendo passare due leggi che lo hanno aiutato nella sua attività. Le norme del Congresso impongono un limite di 100 dollari annui per regalo. Wright ha reagito alle accuse con sdegno, e parlando della consorte è quasi scoppiato in lacrime: -E' una donna per bene — ha detto —, non farebbe mai nulla di illegale'. Lo speaker sa che su questo terreno molti gli andranno dietro: i parlamentari, il cui stipendio va dai 100 ai 135 milioni annui, hanno mogli che spesso arrotondano il bilancio in modo discutibile. e. c.

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