Aoun, un condottiero per «Beirut liberata»

Aoun, un condottiero per «Beirut liberata» Aoun, un condottiero per «Beirut liberata» Chi è il generale che guida la battaglia contro i siriani La sua sincerità disarma e, a un tempo, inquieta. La sua bonomia lo rende affabile. Le semplici verità che dice suscitano adesioni convinte nell'enc/aye cristiana, che si riconosce in lui perché soltanto lui, in 15 anni di guerra civile, è riuscito a dire ai siriani quello che nessuno ha mai osato dire. E' patriota, e populista, e un «crociato» che si muove su un trapezio senza rete. Michel Aoun, 54 anni, generale, e nato da umile famiglia in uno dei quartieri meridionali di Beirut, oggi abitato da sciiti ma un tempo roccaforte maronita. Uno stage in Francia, alla fine degli Anni 50. e uno a Fort-Seale. negli Usa (1966): poi frequenta di nuovo in Francia (1978-80) la Scuola superiore di guerra. Eroe della battaglia di Souk el-Gharb, nel 1984 viene nominato generale di brigata. L'Ottava Brigata, in quello sperduto villaggio sulla montagna di Beirut, era riuscita a fermare i miliziani drusi che, aiutati da siriani e palestinesi tilosiriani. stavano per assestare un colpo mortale al governo libanese. I suoi rapporti con il presidente Amin Gemayel sono perturbati, ma tendenti al bello. Ricusato, il 21 giugno 1984. il generale Tannous, con il consenso di quei musulmani che oggi lo detestano, Aoun viene nominato comandante in capo dell'Esercito. Il compito affidatogli e arduo, le brigate che compongono l'Armata sono divise e litigiose; Aoun riesce tuttavia ad allacciare legami tanto ambigui quanto utili, rimanendo sempre fedele ai poteri costituiti. E un servitore fedele egli si sente allorché il 22 settembre '88 impone a Gemayel, che esce di scena senza successore, di nominarlo primo ministro e, di fatto, «presidente» della Repubblica. (I musulmani non l'hanno mai riconosciuto, per loro il premier è e resta Selim el Hoss). -Colpo di Stato o estremo salvataggio della legittimità nazionale e repubblicana, oltre che del potere maronita?-, si chiede Lucien George su Le Monde. I primi mesi della «Repubblica dei due Libani» scivolano via senza grossi problemi. Ma a meta febbraio Aoun, stanco di dividere il potere con i musulmani e. all'interno del «ridotto cristiano», di condividerlo con il capo della Milizia, Geagea, da l'assalto a quest'ultima. La piega ma non la liquida, una trentina di morti gli bastano per strapparle alcuni privilegi. come l'uso dei porti. E' l'ora di lasciare il «ridotto», di bloccare tutti i porti illegali, a costo di scontrarsi con gli «occupanti- siriani. Il Generalissimo proclama la -guerra di liberazione-: grida -morte ai siriani-, si scaglia contro il presidente Assad, -dittatore e terrorista-. I cristiani libanesi dapprima tentennano, la «pace armata» stava loro cosi bene, perché ancora lacrime e sangue? Poi. giorno dopo giorno, ci ripensano: sono troppe le umilizioni, infinite le frustrazioni, tanti i soprusi. Perché non aiutare il loro duce? I bombardieri israeliani hanno cacciato i palestinesi da Beirut Ovest, lui oggi vuole rimandare a casa il corpo di spedizione di Damasco., e. st. Beirut. Il generale Michel Aoun quando fu nominato comandante in capo dell'esercito libanese (Tel. Upi)

Luoghi citati: Beirut, Damasco, Francia, Usa