L'Uruguay perdona i militari

L'Uruguay perdona i militari Il referendum di domenica legittima la legge sull'amnistia L'Uruguay perdona i militari Più del 52 per cento di schede gialle favorevoli all'archiviazione dei «crimini di lesa umanità» - Si rafforza la presidenza Sanguinetti MONTEVIDEO — La piccola Repubblica dell'Uruguay, con una maggioranza che non lascia adito a dubbi, ha preferito lasciarsi alle spalle un'epoca dolorosa, ha voluto guardare al futuro anziché riaprire le ferite del passato, avallando con il voto di domenica una legge di amnistia t-or i militari incorsi in violazioni dei diritti umani — durante la passata dittatura — in un referendum promosso da chi. invece, intendeva abrogarla. Tra pace e giustizia controversa, ha vinto la moderazione. Secondo gli ultimi dati forniti ieri dal ministero dell'Interno, la scheda gialla per la conferma della legge di amnistia ha ottenuto il 52.57 per cento delle preferenze, quella verde — per l'abrogazione — ha raccolto il 40.13 per cento, con una netta prevalenza nella capitali, dove risiede quasi la metà della popolazione. L'astensione è valutata intorno al 15 percento. La democrazia ha messo una pietra sui crimini commessi da un certo numero di militari. A giudizio di molti osservatori, anche i meno propensi al perdono, il risultato del referendum di domenica è un altro punto all'attivo del presidente Julio Maria Sanguinetti che — come rileva un giornale — -ha saputo gestire la questione con intelligenza e buon senso-. In un messaggio televisivo, il vicepresidente della Repubblica, Enrique Tarigo — uno dei più attivi sostenitori del voto giallo — ha detto che •il Paese ha voltato definitivamente pagi7ia, ha chiuso un capitolo doloroso della sua storia e ha concluso il passaggio dalla dittatura alla democrazia'. Meno politico e più umano, è stato il pre¬ sidente Sanguinetti dicendo, dopo l'esito del voto: -Fino a qualche minuto fa eravamo divisi in "verdi" contro "gialli", adesso siamo tutti uruguayani, impegnati a rispettare la voce del popolo'. Non c'è dubbio che il risultato del referendum ha lasciato l'amaro in bocca alle vittime di quella repressione e di chi preferiva, alla pacificazione, una giustizia implacabile. In un comunicato della Commissione che promosse la raccolta di firme per il referendum è detto che -il Paese e tutte le site istituzioni nori possono rimanere insensibili olfatto che quasi la metà della popolazione ha contestato la legge di amnistia-. A leggere il comunicato è stata la vedova dell'ex parlamentare, Hector Gutierrez Ruiz, assassinato nel 1976 a Buenos Aires, dove si era rifugiato dopo il golpe del 1973. L'ex generale Liber Seregni, leader della coalizione di sinistra «Fronte amplio», che auspicava l'abolizione dell'amnistia, si è però detto soddisfatto del fatto che l'esito del referendum ha «corretto» la proporzione nella quale il Parlamento aveva votato a favore dell'amnistia. •Adesso guardiamo avanti-, ha detto. Quando, due anni fa. il Parlamento approvò la legge di amnistia nei confronti dei militari implicati nella repressione, i processi istruiti contro 180 militari accusati di crimini di lesa umanità furono sospesi. Con il voto di domenica, saranno definitivamente archiviati, in nome della pace sociale. La Commissione elettorale ha annunciato che il risultato definitivo della votazione sarà reso noto fra una decina di giorni. (Ansai

Persone citate: Enrique Tarigo, Hector Gutierrez Ruiz, Julio Maria Sanguinetti, Liber Seregni, Sanguinetti

Luoghi citati: Buenos Aires, Montevideo, Uruguay