Ferrovie, già partito il toto-presidente di Roberto Ippolito

Ferrovie, già partito il toto-presidente Ferrovie, già partito il toto-presidente Domani Santuz tenta di convincere Schimberni ad accettare la carica - Tra i possibili candidati alla successione due dirigenti del ministero e il de Zamberletti ROMA — Le Ferrovie sono piombate nell'incertezza. Tanto che circolano già alcuni nomi per un'eventuale successione a Mario Schimberni. commissario in carica. Il momento di svolta è atteso per domani pomeriggio, quando è in programma un delicato faccia faccia fra Giorgio Santuz e Schimberni. Il ministro dei Trasporti gli chiederà chiarimenti per la ribellione contro la riforma dell'Ente, approvata venerdì scorso dal Consiglio dei ministri, e il rifiuto a diventare presidente. L'incontro di domani è aperto a tutte le soluzioni: dalla ricucitura fra i due litiganti,, fino alla rapida e definitiva uscita di scena di Schimberni. Ecco perché si moltiplicano le voci sugli ipotetici successori. Si parla innanzitutto di due uomini del ministero: Arnaldo Chisari. dirigente generale per programmazione e coordinamento, considerato vicino alla de; Ercole Incalza, responsabile del piano generale dei trasporti, che sarebbe in sintonia con il psi. Chisari o Incalza gestirebbero la fine della fase commissariale per poi rientrare nei ranghi. Altre soluzioni potrebbero invece anticipare la scelta del futuro presidente. In questo caso, per la poltrona di commissario, si parla di Fabio Pistella, direttore generale dell'Enea, Emilio Marami, amministratore delegato dell'Ansaldo Trasporti, e Giuseppe Zamberletti, deputato de. Attualmente, Schimberni è in carica, anche se il mandato di commissario, affidatogli per tre mesi, è scaduto dalla fine di febbraio (il responsabile del pei per i trasporti. Lucio Libertini, parla di -proroghe illegali»). Lo stesso commissario potrebbe decidere di lasciare l'incarico, qualora verificasse che i rapporti con il governo sono irrimediabilmente deteriorati. Nelle ultime ore, Schimberni non ha ridimensionato i suoi giudizi negativi: sostiene che la riforma lede l'autonomia dell'Ente e l'unicità della rete, consentendo le privatizzazioni. Santuz è stato invece più distensivo. La vigilia dell'incontro è tutt'altro che tranquilla: la de difende la riforma, il psi la critica, i sindacati la vorrebbero demolire. Per bocciarla, ieri sono scesi in campo Bruno Trentin, segretario della Cgil, che definisce le privatizzazioni -una ipotesi sciagurata», e Giorgio Benvenuto, segretario Uil, secondo cui •si vuole escludere una gestione manageriale delle Ferrovie». Il sindacato autonomo Fisafs ha invece precisato di disapprovare tanto Santuz che Schimberni. Intorno alla poltrona di Schimberni si stanno sviluppando complicati giochi politici. La de lo invita a restare al suo posto, ma non condivide le sue posizioni, n psi conta vecchi legami con lui, ma è piuttosto prudente. Il pri ha preso nettamente le distanze. Osserva Mauro Dutto, responsabile repubblicano per i trasporti: -Non si capisce la reazione di Schimberni, al quale il nuovo provvedimento affida la totalità dei poteri svuotando il ruolo del direttore generale e limitando i compiti del consiglio d'amministrazione». Per Adolfo Battaglia, ministro dell'Industria, la strada delle privatizzazioni rimane la migliore: -Bisogna continuare in questa direzione. E' una delle poche armi che abbiamo-. Roberto Ippolito

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