Lunga fuga verso la vittoria di Giorgio Barberis

Lunga fuga verso la vittoria ATLETICA Maratona di Milano, vince a sorpresa un'americana Lunga fuga verso la vittoria Sue Marchiano, trentaquattrenne quasi sconosciuta, allunga subito al via e non viene più ripresa - La coppa del mondo alFUrss ■ Italiane deludenti (Scaunich 13a) - Oggi gli uomini DAL NOSTRO INVIATO MILANO — Cinque anni dopo il trionfo dì Joan Benoit all'Olimpiade di Los Angeles, un'altra statunitense torna al vertice della maratona: si tratta della trentaquattrenne Sue Marchiano, che ha interpretato la gara milanese per rassegnazione della Coppa del Mondo (vinta dalle sovietiche) in maniera perfetta, sorprendendo le rivali con un avvio deciso al quale, vista la sua scarsa fama, nessuno ha dato particolare peso. Alla sua settima maratona e accreditata precedentemente di un tempo superiore alle 2 ore 34', la Marchiano — il cui cognome non deve trarre in inganno sulle origini, essendo quello del marito, di origine barese, mentre il suo da signorina è Petersen — ha così condotto gara di testa, dal primo all'ultimo metro facendo della regolarità la sua arma vincente e aumentando progressivamente il vantaggio sulle avversarie. Errore «marchiano» di tutte, dunque, che però non intacca i meriti dell'ex insegnante di educazione fisica di Henderson, nel Nevada, che già lo scorso anno, quando a Pittburg aveva ottenuto il suo record (2 ore 34'26", decima al traguardo) si era migliorata di quasi otto minuti. Le altre, sovietiche e giapponesi in testa oltre alla graziosa tedesca orientale Pippig, hanno proceduto di conserva, in un gruppo che con il passare dei chilometri andava sempre più assottiglian- dosi: per circa metà maratona anche le azzurre sono rimaste in gara, se non altro per la classifica di squadra. Poi, dapprima una caduta che ha fatto perder tempo alla Bizioli, quindi il ritiro di Laura Fogli, sofferente al piede sinistro (si sapeva che la sua era una partecipazione a rìschio) hanno ridimensionato le ambizioni: Emma Scaunich, tredicesima, è stata la migliore mentre la squadra è finita al quinto posto, peggior piazzamento nelle tre edizioni di Coppa dopo il vit- Hoso esordio di Hiroshima do e il quarto di Seul '87. Con gli uomini, che prenderanno il via stamane alle 11.35 guidati da Orlando tozzolato e Gianni Poli (gli altri azzurri sono Salvatore Bettiol. Salvatore Nicosia e Osvaldo Faustini), il discorso dovrebbe essere differente: l'obbiettivo-vittoria è alla portata, tanto individualmente quanto a squadre specie se si saprà far tesoro dell'esperienza di ieri, legata a un'organizzazione quanto meno approssimativa. C'è stato caos al rifornimenti (e oggi 11 numero dei partecipanti sarà doppio) tanto che la Bizioli può imputare proprio a questo la sua caduta. Giampaolo Lenzi, responsabile maschile della maratona, alla fine era abbastanza amareggiato: «Ci sono tre elemnti che hanno falsato la gara odierna. Il primo legato alla partenza: correre frenate ha costretto tutte a un dispendio muscolare maggiore. Secondo, il vento e il forte irraggiamento. Terso, l'assoluta disorganizzazione ai rifornimenti che ha costretto a saltarne, impedendo così la logica reimmissione di liquidi nel corpo. E così in una maratona tutto sommato lenta, in molte sono arrivate in condizioni pietose'. L'organizzazione di uomini che si propongono per la nuova Fidai ha mostrato anche altre pecche: una pietosa cerimonia d'apertura e la dimenticanza, per la maratona simpatica consuetudine, di incoronare chi vince con l'alloro. L'Hilton dell'ultima gestione era forse eccessivo, e qualcuno vuol tornare alla -pizzeria»: ma stavolta al massimo si può parlare di un malriuscito sacchetto da viaggio, che ha fornito al mondo un'immagine dell'Italia tutt'altro che raccomandabile. Giorgio Barberis

Luoghi citati: Italia, Los Angeles, Milano, Nevada