E da Hollywood giunge una conferma: «L'informazione vale più della finanza» di Ennio Caretto

E da Hollywood giunge una conferma: «Linformazione vale più della finanza» E da Hollywood giunge una conferma: «Linformazione vale più della finanza» DAL NOS .'RO CORRISPONDENTE WASHINGTON — A prima vista è una follia: Martin Davis, il presidente della Gulf and Western, ha messo in vendita il settore più proficuo della sua società, quello assicurativo e finanziario, la Associated Corp, per concentrarsi sull'editoria e l'intrattenimento, ossia sulla Paramount, cinema e tv, e sulla Simon and Schuster, libri e riviste. Perché tale disinvestimento? Perché 'giocare d'azzardo con la società?» come ha scritto il Los Angeles Times, che conosce bene Martin Davis, un newyorkese di Brooklyn trasferitosi a Hollywood nell'adolescenza. Sei anni fa, quando Martin Davis ne prese le redini, la Gulf and Western era un arlecchino comprendente le più diverse società. Per la sua voracità, la Gulf and Western, nata dai petrolio, era soprannominata «Engulf and Devour», cioè avvinghia e divora. Ma gli investimenti Irrazionali, il fatturato di oltre 5 miliardi di dollari annui forniva esili profitti, 35-36 milioni. Davis vendette prima la parte petrolifera, poi quella alimentare, infine quella delle macchine. L'anno scorso la Gulf and Western ottenne profitti di 350-360 milioni di dollari. A chi dubita del suo grande disegno del 2000, il sessantenne imprenditore dà una risposta secca. Davis è assurto tra i miti di Wall Street, per aver buttato fuori dal suo ufficio il re delle fusioni Ivan Boesky e la sua guardia del corpo armata che gli facevano «un'offerta principesca» per la sua società. 'Io credo nella Gulf and Western del futuro — dice Martin Davis. —. E il nostro futuro sta nelle comunicazioni e nell'intrattenimento. Gli Anni Novanta porteranno alla loro globalizzazione, come è già accaduto nelle auto, nel petrolio e via di seguito». 'Stiamo assistendo alla nascita delle dieci, dodici multinazionali dei mass media che gestiranno l'informazione e il tempo libero dell'intera umanità». Il brookllnese di Hollywood è cosi convinto di tale verità che cambierà subito nome alla Gulf and Western, la chiamerà Paramount Communications Corp. Davis si propone di impiegare i grossi proventi della vendita della Associates Corp, dai 3 al 5 miliardi di dollari, per comprare un'altra casa cinematografica o televisiva o di videocassette, oppure una casa editrice, una catena di giornali. Non esclude addirittura un - taire over», un assalto a un gigante dell'editorìa, neppure a «Time» che sta per fondersi con la Werner, anche se è più probabile un suo ripiegamento su obiettivi più accessibili. Davis vuole giungere al livello della Bertelsmann tedesca, di Murdoch, della Hachette francese, della stessa Time Warner se la fusione andrà in porto. Al nuovo messia dei mass media non è sfuggito l'attivismo degli europei, da Maxwell in Inghilterra a Mondadori in Italia (l'affare Espresso ha avuto eco profonda anche a Wall Street) ed egli non esclude un'alleanza col Giappone: 'La Sony non mi spiacerebbe quale partner». Davis si concede un quinquennio per stabilire «una rete mondiale cinotelevisiva, di libri e di giornali»; la Paramount, che è sempre al primo o secondo posto nei profitti a Hollywood, e la Simon Schuster, divenuta la prima editrice degli Stati Uniti, saranno «t binari su cui correrà il mio treno». Su che cosa poggia la fede di Martin Davis nell'informazion e nello svago? Sostanzialmente su due dati. I profitti del settore sono tra i più alti dell'industria statunitense: 1 soli giornali rendono più del 10 per cento, mentre nel cinema non s'incontrano limiti, come dimostrò la Paramount col best seller «Crocodile Dundee». Interi mercati restano tuttora inesplorati e il prodotto non si consuma mai: alla tv, ad esempio, si ripetono certi programmi da venti, trent'anni, e al cinema pellicole tipo «Via col vento» sono intramontabili. E inoltre: la società civile sta cambiando, la qualità della vita diviene sempre più importante, e lo svago e le comunicazioni ne sono un fattore basilare. Ennio Caretto

Persone citate: Dundee, Ivan Boesky, Martin Davis, Murdoch, Schuster, Simon Schuster

Luoghi citati: Giappone, Hollywood, Inghilterra, Italia, Stati Uniti, Washington