La Saiag si allea con i giapponesi

La Saiag si allea con i giapponesi Accordo con la Tokai per una fabbrica in Lorena La Saiag si allea con i giapponesi Previste joìnt venture in tutta Europa - L'intesa riguarda anche gli Usa TORINO — Si può collaborare con i giapponesi in Europa? Senz'altro sì, anzi è necessario. La lezione arriva da Torino. A maggio, infatti, nascerà in Lorena, a Metz, più esattamente a Villers-sur-laMontagne, un'azienda collegata al gruppo torinese Saiag, colosso europeo nel campo dei prodotti tecnici legati alla gomma e alla plastica per l'automobile. La grande novità è che il gruppo legato a Cornelio Valetto inaugura in questa sede un'alleanza con i giapponesi destinata a riprodursi ovunque la tecnologia auto lo richieda: prima di tutto in Spagna e in Germania oltre al Belgio ove la Saiag vanta già una presenza autorevole. E gli Usa? Ecco, in questo caso i giapponesi della Tokai, soci della Saiag, saranno in maggioranza e i torinesi disporranno solo de! 30%. L'intesa tra Saiag e Tokai ha infatti una storia. A Torino è nata una certa tecnologia degli estrusi, ovvero una linea metallo più gomma che è un po' l'orgoglio della società di componentistica auto che ha avuto (nell'88 un giro d'affari di 277 miliardi e una previsione di 315 miliardi per l'esercizio in corsoi una notevole crescita negli ultimi anni. -La proposta di metterci assieìne — spiega il presidente del gruppo Cornelio Valetto — è partita da noi-. E loro? «Ci hanno chiesto di andare assieme in America ove hanno già società. Noi abbiamo trattato e alla fine e venuta fuori questa soluzione: noi al 70 e loro al 30 per cento in Europa. E negli Usa noi al 30 per cento». In buona sostanza, il gruppo torinese dispone di certe tecnologie utili al progetto di molte case automobilistiche. Tokai, legata da un quarto di secolo dalla collaborazione con il gruppo torinese, vanta un primato nella ricerca in un'altra fascia di prodotti (metallo più resina). Ambe¬ due i concorrenti hanno compreso la necessità di sviluppare le iniziative nel mercato unico, sul piano industriale, privilegiando la vicinanza ai luoghi di produzione. E così, dalla fine di maggio, nei pressi di Metz, sorgerà il primo impianto misto italiano-giapponese: una cinquantina di persone all'inizio più sette od otto tecnici italiani e 3 o 4 incaricati da Tokyo. E poi? L'intesa parla già di nuove iniziative in Spagna e Germania, nei pressi delle aziende automobilistiche. Il problema è quello di essere competitivi in un campo molto complesso. I giapponesi? «E'da vent'anni che collaboro con loro — spiega Valetto — e sono molto seri. Con i vertici della Tokai che ha qualche dipendente meno di me, 1400 contro 2 mila, ma porta avanti un'attività di ricerca e sviluppo impressionante, ci siamo intesi subito. E' un'azienda familiare, anche se dispone di un serbatoio di Borsa migliore di Milano». Illusioni? Basti dire che la Valeo ha annunciato ieri accordi con Nippon Denso, Kokusan, Mitsuba e Akzbono in più campi della componentistica, intese a vasto raggio di licenza per coprire l'orizzonte europeo. E il signor Valetto, almeno per l'Europa, ha ottenuto la maggioranza. Di fronte ai giapponesi la massima sembra una sola: o ti allei o perdi. u. b.

Persone citate: Cornelio Valetto, Metz, Valetto, Villers