Santuz: io punto sempre su Schimberni

Santuz: io punto sempre su Schimberni Intervista al ministro - «Le Ferrovie non saranno obbligate a privatizzare» Santuz: io punto sempre su Schimberni ROMA — Vuole un chiarimento: Giorgio Santuz, ministro democristiano dei Trasporti, ha convocato per la prossima settimana Mario Schimberni, commissario dell'Ente Ferrovie. Vuole capire perché ha annunciato di non voler diventare presidente delle Ferrovie, una volta che il Parlamento avrà approvato la riforma varata venerdì dal Consiglio dei ministri. Schimberni contesta il disegno di legge. Teme, in particolare, di perdere l'autonomia e giudica negativamente le privatizzazioni di alcuni servizi. Secondo il ministro Santuz, non c'è invece alcun motivo per aprire polemiche. I poteri del presidente, ribadisce, sono rafforzati, e inoltre le temute privatizzazioni sono una facoltà e non un obbligo. Come valuta le critiche di Schimberni? «Il commissario è stato tenuto al corrente della riforma e io ho sempre avuto fiducia in lui. Ci incontreremo la prossima settimana e mi farò spiegare cosa pensa». Ma il giudizio negativo dato sulla riforma che lei ha messo a punto è già noto... «Conosco le notizie solo dai giornali. Per ora ricavo le mie uniche informazioni dalla stampa, che è rispettabilissima ma non è una fonte diretta. La cosa migliore da fare è verificare con Schimberni le sue opinioni». Perché Schimberni contesta le privatizzazioni? «Forse diciamo tutti la stessa cosa e non ci comprendiamo. Il disegno di legge consente all'Ente Ferrovie di collaborare con i privati qualora abbia interesse a farlo per raggiungere i suoi obiettivi. Ricordiamoci i tanti problemi che devono essere affrontati, come lo sviluppo del traffico merci che in Italia è pari all'I 1 per cento e in Europa al 25 per cento». Ma il commissario disapprova l'intervento dei privati... «Se l'Ente ritiene di avere risorse finanziarie e tecnologiche sufficienti, allora può andare avanti da solo. Se è convinto che non è il caso di privatizzare, non lo fa. Nessuno glielo ordina. E comunque, bisogna tener presente che avrà sempre il parere e il conforto del governo e non esistono clausole che consentano ai gruppi privati di muoversi autonomamente». E cosa risponde al commissario che teme di p relère l'autonomia con il nuovo ufficio di vigilanza ministeriale? -Ne parleremo, avremo modo di chiarirci. L'ente è autonomo. E' bene che una volta l'anno siano verificati i risultati raggiunti». E' sicuro che non ci saranno interferenze nella gestione? «Il disegno di legge di riforma è stato approvato dal Consiglio dei ministri all'unanimità, non rappresenta la posizione del solo ministro dei Trasporti. Il nucleo di valutazione del ministero verificherà i risultati, non la gestione». Insomma Schimberni non sarà sotto tutela? «Assolutamente no. L'ente è assolutamente autonomo. Per attuare le direttrici strategiche indicate dal governo gli diciamo: "Fai come credi, nella più piena autonomia"-. Resta, allora, ancora pronto a nominare Schimberni presidente? «Insisto: per me è il candidato ideale per la presidenza dell'Ente Ferrovie». E' una battuta diplomatica o quello che pensa davvero? «No, nessuna diplomazia. Con lui mi trovo benissimo. E' una persona decisa, efficiente, che opera. Sono completamente soddisfatto». Perciò non comprende perché il commissario critica la riforma? «Non è che non comprenda. Per chiarire la situazione, mi rimetto al colloquio che avrò con lui». Ma, con la riforma, il presidente sarà rafforzato o no? -E' evidente, la riforma rafforza il presidente in modo notevolissimo, concedendogli poteri decisionali molto ampi». Non vede quindi alcun motivo per aprire polemiche? «Non vedo motivo per polemiche. Ci parleremo per chiarire». r. ipp.

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