La guerra allo stadio Trecento merli dal '46

La guerra allo stadio Trecento morti dal '46 Impianti vecchi e violenza cause di un dramma inglese La guerra allo stadio Trecento morti dal '46 Bolton, Glasgow, Bradford, Heysel e Sheffield le tappe della serie nera La tragedia dello stadio di Sheffield è il più grave dei molti massacri che hanno funestato negli ultimi decenni il calcio inglese. Dal dopoguerra ad oggi il bilancio di questa strana guerra è di trecento morti e migliaia di feriti. Il primo incidente ebbe come teatro l'impianto di Bolton, marzo 1946. La pressione della folla aveva fatto crollare una gradinata: 33 le vittime. Nel 1971 la strage di Glasgow, con una meccanica diversa. Si giocava l'attesissimo derby tra Rangers e Celtic. A pochi istanti dalla fine, mentre la gente stava abbandonando lo stadio, il Celtic pareggiò il gol iniziale dei padroni di casa. Alla notizia molti spettatori cercarono di riguadagnare posto nello stadio. Nell'impatto tra il flusso che rientrava col muro di gente che continuava a uscire, 66 persone trovarono la morte. Si era arrivati poi, attraverso una lunga serie di incidenti minori, provocati in maggior parte dalla violenza dei nascenti gruppi di hooligans, al maggio nero del 1985. In diciotto giorni due tragedie che simbolizzano, nelle cause scatenanti, i due fattori di alto rischio del calcio inglese. Da una parte l'inadeguatezza di impianti vecchi, spesso fatiscenti, quasi sempre mal sorvegliati. Dall'altra, la violenza dei gruppi organizzati del tifo. L'11 maggio nell'antico ••romanticostadio di Bradford aveva preso fuoco la tribuna interamente in legno: 53 i morti e centinaia gli ustionati, alcuni gravissimi. Il 29 maggio infine la strage dello stadio Heysel, dove l'assalto delle bande di hooligans del Liverpool al settore Z dove erano stipati in maggioranza italiani provocò 39 vittime. Era l'ultimo anello di una catena di violenza che negli Anni Settanta e Ottanta il calcio inglese aveva esportato nel continente, con una impressionante escalation. Gli hooligans (termine preso a prestito dal russo, significa teppista) e gli skinheads, i due gruppi britannici del tifo a mano armata, comparsi per la prima volta in Italia durante gli Europei dell'80, erano stati protagonisti della distruzione degli stadi di Basilea nell'81, di Copenaghen nell'82, e ancora di gravi incidenti in Lussemburgo, al seguito della nazionale inglese, a Rotterdam e in Belgio. Dopo la strage dell'Heysel gli hooligans si sono rifatti vivi agli Europei di Germania, nell'86, provocando duri scontri con la polizia a Stoccarda e Francoforte. Ma in seguito alle misure prese dal governo il fenomeno è parso in diminuzione, tanto da autorizzare l'Uefa a riammettere le squadre inglesi alle coppe dalla stagione 1990-91. Un provvedimento che peraltro il sottosegretario allo sport Colin Moynihan, ha condizionato al non verificarsi, fino alla data stabilita, di nessun incidente negli stadi dovuto a tifosi inglesi. Non ci sono invece miglioramenti dal punto di vista della sicurezza. Anzi talune modifiche suggerite per arginare la violenza, come i reticolati e le reti di contenimento «elettrificate» vengono considerate rimedi peggiori del male.

Persone citate: Bolton, Celtic, Colin Moynihan, Sheffield