A scuola d'ipocrisia

A scuola d'ipocrisia La «lezione» del professore che si è drogato A scuola d'ipocrisia A chi deve in primo luogo rivolgersi la società per formare una cultura e una educazione contro la droga? La risposta è un coro: alla scuola. Solo che in questo coro c'è qualcosa che stona. Si prenda il caso dell'Istituto tecnico industriale «Enrico Fermi» di Desio. Per parlare di droga convoca i soliti esperti, medici, psicologi, i quali fanno al meglio il loro mestiere, cioè dotte relazioni sui vari aspetti del fenomeno. Niente può essere più efficace per annoiare gli studenti. Poiché il fenomeno droga appartiene alla vita e non alla scienza, gli studenti non si interessano di formule chimiche, di economie sottosviluppate, di traffici internazionali, di narcodollari; più sbrigativamente, ma più sostanzialmente, vogliono sapere come si comincia a bucarsi, perché si comincia, come ci si sente dopo unii "pera», come ci si procura la roba, come si esce dalla dipendenza. Si alza allora un professore, un amico, un volto noto e simpatico. Parla per esperienza di vita, non per cultura cartacea. In pochi minuti, offre, impietosamente e con dolore, una testimonianza ruvida e pesante come una pietra. Dice: «lo mi sono Intano; l'ho fallo per disperazione e ribellione dopo aver trovalo tot giorno min intuire sdraiata in terra rovinala dall'alcol: quando ho preso la roba sono "parlilo", mi sono sentilo scisso col mio corpo qua e la mia mente che volava altrove: in seguito l'ho fallo altre due volte e non so se non lo rifarò più». ("è qualcosa di più efficace per tar capire ad un giovane come ci si può rovinare la vita? Ce qualcosa di più educativo che la scuola può offrire per largii comprendere come una depressione I .-rsonale, per quanto angosciante, non si può risolvere con una sostanza iniettata in una vena? Che l'alcolismo di una madre rion assolve la droga del figlio e la droga del figlio non aiuta la madre? Che comunque un paradiso comprato al mercato nero è soltanto una fuga dalle proprie responsabilità? No. difficilmente c'è. Eppure la scuola, che aveva pensalo di essere destinataria di una domanda, ha rifiutato queste uniche vere, perché vissute e sofferte, risposte. Contro il professore di Desio si sono mobilitati il preside e i colleghi, timorosi che venisse sporcata l'immagino dell'Istituto (ma quando i professori penseranno di meno all'immagine delle proprie scuole e di più alla scuola?). Si sono mossi il provvedi Iore. un ispettore, il ministero. Perché? Se quell'Istituto ha risposto con misure disciplinari ad una domanda di educazione Marcello Pera (Continua a pagina 2 In quinta colonna)

Persone citate: Enrico Fermi, Iore, Marcello Pera

Luoghi citati: Desio