Giardini e antichi borghi nella Riviera di Ponente

Giardini e antichi borghi nella Riviera di Ponente Un breve itinerario alla riscoperta della Liguria Giardini e antichi borghi nella Riviera di Ponente LE prime calde giornate primaverili spingono i torinesi a prendere la via . del mare. Se i centri di villeggiatura della Riviera ligure sono ormai conosciutissimi anche dai visitatori meno assidui, un weekend d'aprile invita a percorrere itinerari meno battuti nei periodi di vacanza, a spingersi dalle spiagge verso l'entroterra, a dedicare più tempo alle visite culturali. Il percorso che suggeriamo si snoda attraverso moderne cittadine e borghi medievali della Riviera di Ponente, fornendo spunti per coglierne gli aspetti nascosti o che più semplicemente sfuggono al visitatore frettoloso, in altri periodi troppo impegnato nelle tipiche attività vacanziere. Il viaggio ha inizio a Ventimiglia, o meglio nei dintorni della cittadina di frontiera che ha da tempo sviluppato un certo carattere cosmopolita. Del resto i suoi abitanti si dedicano praticamente da sempre alle attività commerciali, fin da quando il centro era l'antico punto di partenza della Via del Sale che inerpicandosi sulle dorsali appenniniche consentiva ai mercanti di raggiungere il Piemonte. Oggi vi si arriva direttamente da Torino sia in auto sia in treno tramite il Colle di Tenda, discendendo la suggestiva Valle del Roia. Ma per avere ulteriori informazioni sulle popolazioni che abitavano la zona in tempi ancor più remoti, bisogna recarsi ai Balzi Rossi, frazione di Ventimiglia distante alcuni chilometri dal centro. In questo tratto costiero si aprono alcune grotte nella roccia, all'interno delle quali, nel secolo scorso, sono stati rinvenuti resti preistorici di eccezionale valore, tra cui resti dell'uomo di Cro-Magnon. Il prezioso materiale archeologico, risalente in massima parte al paleolitico, è stato raccolto nel Museo Preistorico dei Balzi Rossi (orario estivo 9-13 e 14,3019,30, informazioni tel. 0184-38113, ingresso L. 3000). Tra i reperti di maggior interesse conservati nel museo, oltre ad oggetti e utensili dell'età della Pietra appartenuti all'uomo primitivo, è visibile la triplice sepoltura con resti dell'uomo di CroMagnon. Dopo la sosta al museo, il clima stagionale impone di proseguire le visite all'aria aperta ed è quasi naturale dirigersi verso il Giardino Botanico Hanbury di La Mortola, luogo di acclimatazione di piante esotiche, molte delle quali appartenenti a specie rarissime, che in primavera si presenta come un'esplosione di colori e profumi. Il parco, che occupa l'intero promontorio di Capo Mortola, con ingresso situato al chilometro 694 della S.S. 1 Aurelia (orario di visita 10-16, mercoledì chiuso, informazioni tel. 0184-39507, ingresso L. 8.500), con una superficie di circa 18 ettari è uno dei più estesi d'Italia e tra i più famosi del mondo. In un ambiente naturale e climatico ideale sono state messe a dimora migliaia di specie di piante, accanto alla flora mediterranea indigena sono state introdotte piante originarie delle zone caldo-aride dell'America Centrale, dell'Africa subtropicale e dell'Australia, piante ornamentali e piante officinali e medicinali provenienti da ogni parte del mondo, mentre numerosissime specie sono state ottenute nel Giardino. L'accurata distribuzione delle diverse specie allo scopo di creare particolari effetti panoramici, valorizzata in questo periodo dalle fioriture di primavera, produce uno spettacolare impatto scenico capace di incantare qualsiasi visitatore. Ma non bisogna dimenticare che il Giardino Hanbury è soprattutto un Orto Botanico, centro di studi, ricerche e applicazioni scientifiche, condotte oggi dai ricercatori dell'Università di Genova; se, infatti, una parte dell'intera estensione è lasciata allo stato seminaturale, un ampio settore è invece riservato alla coltura intensiva o semintensiva. Il Giardino Botanico fu istituito nel 1867 da Sir Thomas Hanbury, un ricco commerciante inglese amante della Natura e appassionato di botanica che, acquistata la tenuta di "Villa Orengo di La Mortola", decise di stabilirvisi dedicandosi alla realizzazione del suo ambizioso progetto. Sir Thomas Hanbury non fu il solo suddito di Sua Maestà la regina Vittoria a decidere di trasferirsi sulla soleggiata Riviera di Ponente, anzi faceva parte di una folta schiera di nobili e facoltosi borghesi che, sul finire del secolo scorso, elessero le cittadine liguri a luogo d'elezione, costruendovi sontuose residenze. Risalgono a quel periodo il palazzo vittoriano del Museo Bicknell a Bordighera, dove sono conservati calchi di incisioni rupestri rilevati nella Valle delle Meraviglie e. nella biblioteca, una raccolta di libri inglesi; Villa Garnier, sempre a Bordighera; a Sanremo, il Casinò Municipale e Villa Nobel, raffinato esempio di stile Liberty. Un bivio a sinistra, sulla strada che da Ventimiglia porta a Bordighera, conduce a Dolceacqua, antico borgo di origini me¬ dievali che di quell'epoca conserva ancora la fisionomia e l'atmosfera. Strette le une alle altre, le vecchie case del nucleo originario hanno le facciate in pietra a vista, e sono separate da vicoletti tortuosi spesso sormontati da archi sospesi tra un edificio e l'altro. Su tutto domina lo scheletro della rocca dei Doria, fortezza medievale abbarbicata su un'altura rocciosa, che con il suo imponente aspetto richiama alla memoria un lontano passato, certamente più glorioso. Già che siete in zona, non rinunciate a fare un salto a Bussana Vecchia, situata subito dopo Sanremo. Esempio singolare della rinascita di un paese dopo un evento terribile come un terremoto, in quanto avvenuta ignorando la fase intermedia della ricostruzione. Quasi distrutta in seguito a un terremoto nel 1887, Bussana Vecchia e slata gradualmente ripopolata da artisti e pittori che si sono limitati a restaurare alcuni degli edifici meno lesionati, trasformandoli in gallerie d'arte, laboratori artigianali e negozi di souvenir. Anche della grande chiesa balocca non restano che le mura esterne e all'interno cresce l'erba: come il resto del paese non è mai stata ricostruita, restando però immobile al suo posto, quasi che il tempo si fosse fermato quel giorno di cent'anni fa. Maria Grazia Casella Sopra c in basso immagini dei Giardini Ilanbury a Ventimiglia