Che Inferno la vita per il povero Strindberg! di Monica Bonetto

Che Inferno la vita per il povero Strindberg! Si registra a Torino uno sceneggiato sul drammaturgo Che Inferno la vita per il povero Strindberg! PER chi ama il teatro una buona notizia: negli studi Rai di via Verdi il regista Lucio Romeo ha registrato nei giorni scorsi per Radiouno Inferno, uno sceneggiato dedicato alla vita dello scrittore e drammaturgo svedese August Strindberg. Nato a Stoccolma nel 1849 l'autore de La signorina Giulia ebbe un'esistenza tumultuosa. Fu tormentato per anni da un inferiority complex, legato alle origini familiari: la madre era una cameriera che aveva sposato in tarda età un piccolo borghese. Ad un'attività letteraria frenetica Strindberg mescolò inquietudini e insicurezze che lo portarono tra l'altro a tre matrimoni fallimentari seguiti da altrettanti divorzi. Non è la prima volta che il regista Romeo si avventura in un'operazione di questo tipo: sue sono state la stragrande maggioranza delle «vite sceneggiate» trasmesse in questi ultimi anni; tra queste ama ricordare in particolare quella dedicata a Carolina Invernizio, Carolina delle lacrime, registrata alcuni anni or sono negli stessi studi torinesi, scritta da Isa Cre- scenzi ed interpretata dalla compianta Lucia Catullo. A differenza però delle altre «vite sceneggiate», Inferno nasce, per una curiosa coincidenza, da uno spettacolo teatrale: « Circa tre anni fa—racconta Romeo — vidi a Roma lo spettacolo che allora presentava Antonio Salines con la sua compagnia- Inferno, per l'appunto. In Inferno, Salines interpretava un inedito Strindberg, alle prese con un sofferto viaggio nella propria vita; ne rimasi entusiasta e decisi immediatamente di farne uno sceneggiato per la radio». La controprova che avesse apprezzato non solo l'idea, ma lo spettacolo nella sua interezza, è data dal fatto che chiamò come sceneggiatore lo stesso autore dello spettacolo, Dario Della Porta, e ad interpretare nuovamente il ruolo di Strindberg Antonio Salines. Tra lo spettacolo e lo sceneggiato ci sono notevoli differenze; intanto la durata si è sensibilmente dilatata: dalla stringata ora ed un quarto teatrale si è passati a 5 ore di registrazione, suddivise in 10 puntate di mezz'ora ciascuna. «Inoltre lo spettacolo teatrale — aggiunge Salines — aveva assunto il titolo Inferno riferendosi non solo al testo omonimo da cui aveva peraltro attinto, ma anche, in senso metaforico, al rapporto conflittuale e doloroso che Strindberg ebbe con le donne ed in particolare con le sue tre mogli. La chiave interpretativa era proprio questa: un uomo che anela a ritornare nel grembo femminile come figlio più che come amante, e la donna, che dal momento che lo rifiuta diventa nemica. Il racconto si sviluppava attraverso l'alternarsi di brevi flash dalle opere, monologhi dello scrittore e una voce narrante. Ora, ampliandosi il copione, sono state aggiunte molte scene, mentre la voce narrante è stata inglobata nei monologhi del personaggio Strindberg; un'operazione che mi sembra nel complesso molto valida». Ancora nello spettacolo teatrale, vi era un'unica attrice che interpretava tutti i personaggi femminili; nello sceneggiato radiofonico è stata data a ciascuno di essi una voce: in particolare il ruolo della prima moglie, sicuramente la più importan¬ te tra le tre, Siri Von Essen, è stato affidato a Rosa Di Lucia, l'attrice teatrale reduce da / villeggianti di Gorkjj, per lo Stabile di Catania. Romeo l'ha voluta, oltre che per la sua bravura, perché ritiene che sia una «strindberghiana» inconsapevole: «E' vero — afferma lei — non ho mai interpretato nulla di Strindberg sino ad ora, tuttavia è un autore che io amo molto. Vorrei misurarmi con i suoi personaggi ma non ho mai avuto l'occasione giusta. Strindberg non è un autore da sottovalutare. Inferno. Vita tragica e avventurosa di August Strindberg ci accompagnerà dunque in un lungo viaggio, dai primi anni dell'infanzia sino alla morte dello scrittore, e verrà trasmesso probabilmente in autunno. Oltre ad Antonio Salines e Rosa Di Lucia, vi partecipano, tra gli altri Iginio Bonazzi nel ruolo del padre, Barbara Nay e Francesca Bianco le altre due mogli. Le musiche sono rielaborazioni di quelle originali dello spettacolo teatrale e sono opera di Enrico Salines, padre dell'attore protagonista. Monica Bonetto AVG .3TRIN&BERG! !FVRVJVNi>.JVt Antonio Salines

Luoghi citati: Catania, Roma, Stoccolma, Torino