1940: Gigli cantò sotto i bombardamenti di Giorgio Gualerzi
1940: Gigli cantò sotto i bombardamenti 1940: Gigli cantò sotto i bombardamenti QUANDO si parla di Manon. il mio pensiero corre immediatamente al 10 giugno 1940: quella sera, poche ore dopo la dichiarazione di guerra, il Teatro Nuovo, allora chiamato «Alla Moda», mette in scena l'opera di Massenet con la storica coppia formata da Mafalda Favero e Beniamino Gigli (che proprio allora svelava insospettate qualità di seduttore con una giovanissima signorina bolognese di nome Lucia). Mentre il pubblico si entusiasma al canto della Favero e di Gi¬ gli, i bombardieri inglesi compiono il loro tragico mestiere sulla città indifesa: viene colpita Porta Palazzo e quattordici cittadini che seguivano col naso all'aria le evoluzioni degli aerei nemici finiscono al cimitero, prime vittime civili di una guerra spietata. L'indomani mattina Gigli, comprensibilmente impaurito, dopo avere telefonato al barone Mazzonis, lascia in tutta fretta Torino per la più tranquilla Roma. Di Manon e del suo amante si riparlerà a guerra finita ancora con la Favero appassionata protago¬ nista (ma parecchio oltre le righe rispetto al gusto «larmoyant» del personaggio). Tutt'altro discorso, una ventina d'anni più tardi, quando, ancora al Teatro Nuovo, viene rappresentata quella che è rimasta fino a oggi l'ultima Manon torinese. Fu uno spettacolo davvero memorabile, di quelli (non troppo frequenti) dove orchestra e palcoscenico, audio e video, tutto funziona a dovere, sicché a distanza di tempo fanno dire con soddisfazione: «Io c'ero». Anche la bizzarria di Virginio Puecher. ovvero lo spostamento dell'azione di circa un secolo in avanti, alla resa dei conti non guastò affatto, poiché scene costumi e regia risultarono mirabilmente fusi con la parte musicale, affidata soprattutto, per ciò che riguarda i cantanti, a due nomi che erano garanzia di alto professionismo. Lui. Alfredo Kraus, era un grande tenore in attesa di diventare anche celebre, in possesso di una tecnica magistrale al servizio dell'espressione. Lei, Jeannette Pilou, era una Manon altamente emotiva, la cui straordinaria eleganza di canto e di gesto, esaltata da certezze stilistiche, si coniugava con una sensualità mai esibita, ma proprio per questo misteriosamente conturbante al punto da riuscire la cantante-attrice più sexy da me incontrata sulla scena. Concertatore, allora come oggi, Reynald Giovaninetti, eccellente garanzia di fedeltà allo stile francese, dal quale ci si attende che, contrariamente a quanto si afferma, «repetita juvant». Giorgio Gualerzi
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