Casa linda, casa a rischio?

Sotto accusa l'abuso dei prodotti chimici fra le pareti domestiche Sotto accusa l'abuso dei prodotti chimici fra le pareti domestiche Casa linda, casa a rischio? partire dai primi Anni Ottanta, quando alcuni studiosi hanno iniziato a prendere seriamente in considerazione la possibile nocività del microclima domestico. Da allora le indagini si sono moltiplicate e per diversi anni il principale imputato è stato l'ambiente ufficio, il luogo dove del resto le persone trascorrono la maggior parte delle ore di attività. Si è cosi visto che l'aria interna presentava un cocktail invisibile di sostanze venefiche provenienti dalle fonti più svariate. Dalle particelle di amianto derivate dagli impianti dell'aria condizionata, ma anche da rivestimenti di soffitti e pavimenti, ai composti organici volatili di pennarelli, detergenti, correttori, vernici, solventi, fino all'ozono dellefotocopiatrici e al radon, il gas radioattivo emanato da certi materiali da costruzione. Senza contare il fumo di sigaretta e microorganismi come la Legionella. Ce n'era abbastanza per coniare un nuovo termine e la siefc building syndrome (o sindrome dell'edificio malato) è oggi ritenuta negli Stati Uniti una delle principali cause di assenteismo per una lunghissima serie di disturbi, fra cui irritazione agli occhi, fatica mentale, nervosismo, infiammazione delle vie respiratorie, nausea, emicranie... E in Italia? -Anche da noi il problema esiste e riguarda circa la metà degli edifici», spiega l'architetto Silvia Piardi che con Adriana Baglioni — entrambe ricercatrici di Tecnologia dell'Ar¬ chitettura presso il Politecnico di Milano — pubblicherà presto un libro sull'inquinamento domestico con Franco Angeli. Ma non si creda che i killer dell'aria si annidino solo nei luoghi di lavoro. Grazie all'arsenale di sostanze chimiche che entrano quotidianamente nella nostra casa per pulirla, curarla e deodorarla, neppure Tana domestica può considerarsi sana. Con un vantaggio, però, rispetto all'ufficio. Che qui possiamo intervenire in prima persona, evitando i prodotti più pericolosi. Il primo dell;1 iista si chiama formaldeUii'. «Bandita dall'industria alimentare perché cancerogena, la formaldeide si usa comunemente in edilizia», spiega Gianfranco Carignano, architetto torinese da tempo impegnalo nel moviemento della biologia edile. «La si ritrova in collanti per tappezzeria, pannelli di truciolare, vernici, ma anche in moltissimi detergenti per la casa». Di questa sostanza dall'odore acre e imt ante possiamo benissimo tare a meno, come del resto di buona parte dell'arsenale di prodotti nati sulla scia della caccia al microbo e che oggi rischiano di regalarci più danni che igiene. Fenoli, sostanze clorurate, tensioattivi, ammoniaca restano sulle superfici a dispetto dei ripetuti risciacqui a rappresentare una fonte costante di allergie cutanee e respiratorie. E le alternative per le casalinghe? Una volta entrati nell'ottica che i germi non

Persone citate: Adriana Baglioni, Franco Angeli, Gianfranco Carignano, Silvia Piardi

Luoghi citati: Italia, Milano, Stati Uniti