Con un piccolo autobus in fondo all'Africa

Con un piccolo autobus in fondo all'Africa Con un piccolo autobus in fondo all'Africa UN viaggio al Capo di Buona Speranza è anche uno sguardo nella storia: si scopre la natura, si evocano fantasmi del passato, navigatori e coloni, n Sud Africa (contestato per l'apartheid e assediato da sanzioni) apre un sorriso ai turisti: grandi rcenari costieri, natura intatta, paesaggi così diversi da sembrare un'antologia di continenti; e l'ultima proposta della Satour di Milano con la South Africai: Airways è un giro nella penisola del Capo e dintorni. Dicono che questo promontorio roccioso e verdeggiante, battuto dai venti e dalle correnti marine, simile a un dito che divide Oceano Atlantico e Oceano Indiano, richieda un'iniziazione più che una scoperta. Forse perché ha molti volti. O perché il turista è sospeso tra i paesaggi che incontra e le vicende del passato. Ci sono lidi per il surf e tenebrose storie di naufragi, spiagge per nudisti e rocce sovrastate da leggende. Città del Capo, con i grattacieli dominati dalla linea piatta della Montagna della Tavola, sembra conservare la sua fama di «Taverna dei mari». Fondata nel 1652 da Jan van Riebeeck per offrire uno scalo di rifornimento alle navi della Compagnia olandese delle Indie Orientali, ha ancora un'impronta di ospitalità. Il porto si espande con nuovi docks, il mare è pescoso. Adesso portano provviste per elicottero alle grandi petroliere che doppiano la punta del continente. Ci sono alberghi eleganti e ristoranti (alcuni ita¬ liani) che hanno la grande risorsa del pesce e dei vini locali. Il turista è accompagnato in visita al «quartiere malese», intreccio di case color pastello sui fianchi della Signal Hill: alcune, restaurate, sono diventate abitazioni per borghesi chic. I segni del passato? Un castello a cinque bastioni che risale al XVII secolo, musei e un antico giardino botanico dov'è conservata anche la campana che mandava gli schiavi al lavoro. Il clima ventoso porta un profumo di mare, ma c'è un particolare vento che soffia da Sud-Est e spazza via insetti, polvere e inquinamenti. Lo chiamano, per queste virtù, «The Cape Doctor», il dottore del Capo. SKM SwmKmM Punta del Capo, l'estre in mezzo alla strada. Intorno il passato ha lasciato alcuni segni: monumenti ricordano Bartolomeo Diaz e Vasco De Gama, pionieri della rotta verso Est. Lì sotto molte navi hanno concluso tragicamente il loro viaggio. Ci sono ancora lungo la costa resti del «Thomas Tucker», si scorgono frammenti di pescherecci naufragati. Le guide evocano brividi più o meno lontani, raccontano ai visitatori la leggenda dell'-Olandese Volante-, la nave fantasma condannata a vagare per sempre sulle onde che si infrangono contro queste rocce. Qualcuno, anche ai nostri giorni, dice di aver visto materializzarsi uno strano vascello nel mezzo della tem- Per arrivare al Capo di Buona Speranza, uno degli angoli -più tempestosi della Terra», si percorrono una cinquantina di chilometri tra spettacoli di spiagge e rocce, toccando Sea Point, Clifton, Hout Bay. Si visitano taverne, si entra in un mercato del pesce con insegne e cimeli di antiquariato (si possono comprare strumenti nautici dell'800 oppure aragoste vive), si sfiora in battello la Duiker Island che è un santuario di foche e uccelli marini. L'ultimo tratto in auto attraversa una riserva naturale di fauna e Dora, dove c'è gran profusione di erica, protea (il fiore nazionale sudafricano) e orchidee. Può capitare di vedere qualche struzzo e spesso petulanti babbuini sì fermano messo in funzione, e il direttore ne racconta la storia fin da quando irraggiava la sua luce bianca con lampade a olio ricavato da grasso di pecora. Un libretto evoca naufragi e salvataggi e reca questi versi di Pessoa: «O mare salato, quanto del tuo sale sono lacrime del Portogallo!» Qualche nota gaia? Il vicino villaggio di pescatori di Arniston, che è un gioiello di due secoli; oppure, lasciata la costa, un'escursione nella valle di Franschhoek fino alla casa vinicola Boschendal. ora proprietà della AngloAmerican: qui vi allineano sul tavolo una serie di bicchieri semicolmi e vi invitano ad assaggiare icon tanto di scheda per fare la classifica) «Blanc de Blanc», «Chenin Blanc-, -Lanoy» e altre eredità di vignaioli ugonotti. O ancora: una visita a Stellenbosch. piccola citta dal sapore olandese, cuore di boeri, con le sue case bianche e i porticati, alcune fra le più antiche dell'Africa australe. La guida esalta l'università locale che conta 14 mila studenti. Dice: -Qualche tempo fa per entrare in questa scuola bisognava essere bianchi, appartenere alla Chiesa olandese riformata, essere afrikaners-. E oggi? -Oggi è multirazziale. Si tengono ancora lezioni in afrikaans. ma gli esami si possono dare in lingua inglese-. E si corre verso altri paesaggi, quasi ad evitare che qualche ombra turbi la contemplazione del turista: le spine della politica, le inquietanti domande sul razzismo. pesta. E la storia dell'orecchino d'oro? Pare che lo portassero come un distintivo di coraggio i marinai che avevano doppiato il Capo di Buona Speranza. Ma c'è anche un'altra versione: se annegavano e il mare li spingeva a riva, quell'orecchino sarebbe servito per una degna sepoltura. Un piccolo autobus con la scritta «The Flying Dutchman» arranca in salita e porta i turisti verso la cima del promontorio, poi si va a piedi fino all'antico faro: non funziona più. quello nuovo (uno dei più potenti del mondo) è situato in basso. Lo sguardo spazia tra i mari: le acque dell'Atlantico sono verdi e quelle dell'Oceano Indiano blu? Forse. Il luogo ha qualcosa di magico, sembra un punto sospeso nel tempo. La gente riprende il pulmino o scende a piedi in una piazzetta dove si affacciano un bar e un negozio. Si scrivono cartoline, si comprano souvenirs: collane, sculture in legno e pietre lavorate, uova di struzzo dipinte in stile naif. Fuori, c'è un compagno che non vi abbandona: il vento. Ma si può andare ancora più a Sud. seguendo la costa lungo la False Bay, oltre Simon's Town, Fish Hook. St. James, Hermanus. Si arriva all'estrema punta australe. Capo Agulhas, nome portoghese che forse allude alle rocce aguzze o al fatto che l'ago della bussola punta preciso al Nord, senza deviazioni magnetiche. E' una lingua di terra piatta che si inoltra nel mare e guarda verso l'Antartide. Qui sorge un altro vecchio faro, ora ri¬ Ernesto Gagliano ema zona Sud della penisola, dove si incontrano i due oceani

Luoghi citati: Africa, Antartide, Città Del Capo, Milano, Portogallo, Sud Africa