Thailandia: dietro i ciottoli bianchi per trovare il ponte sul fiume Kwai

Thailandia: dietro i ciottoli bianchi per trovare il ponte sul fiume Kwai Thailandia: dietro i ciottoli bianchi per trovare il ponte sul fiume Kwai nel crepuscolo i lampioni colorati. Sulle terrazze a picco sull'acqua si gustano le specialità locali, piacevolmente piccanti. Al di là di Kanchanaburi, 11 paesaggio cambia e si fa più dolce, assomigliando sempre di più all'immaginario classico: colline, foreste, cascate, una strada asfaltata ma stretta, con curve ardl- L'andirivieni su e giù per 1 sentieri ha aperto la strada a mercanti, soldati, monaci, pellegrini, trafficanti, paesani che hanno finito per mettere radici da una parte e dall'altra di una linea di demarcazione decisa a Bangkok o a Rangoon, se non più lontano ancora. Il Colle delle Tre Pagode. Un nome su una carta, una tappa segnata su un tracciato frettoloso al confine di mondi ripiegati in un'indifferenza riposante. Secoli fa, al tempo delle grandi guerre birmano-siamesi, alcuni guerrieri di ritorno a casa posero forse le prime pietre di quelle che sarebbero diventate delle piramidi: un omaggio dei vagabondi alle divinità che li avevano lasciati passare indenni. Ciottoli bianchi per non perdere la strada, per segnalare a chi verrà dopo che il passaggio è chanaburi a Moulmeln, passando per... il Colle delle Tre-Pagode. Sotto il ponte, il fiume Kwai fa rotolare le sue acque solcate dalle lunghe piroghe dei pescatori e da pezzi di tronchi galleggianti, mentre i bambini scorrazzano sulla riva del fiume spruzzandosi a gara. Piccoli ristoranti all'aperto accendono aperto. tissime; di tanto in tanto, un paesino, campi coltivati, qualche bufalo sdraiato mollemente e scompostamente nel fango di uno stagno appena visibile. Un po' discosti, alcuni monasteri drizzano i loro tetti riccamente decorati e mettono macchie colorate sulla monotonia ocra e verde del paesaggio. La circolazione automobilistica si atrofizza, i benzinai si fanno rari: un altro aspetto del Paese, più nascosto, si lascia intravedere. L'animazione riprende nei dintorni di Sanghlaburi, pigramente distesa in un vallone circondato da colline. Un lago per l'accumulazione delle acque ha inghiottito una parte dei villaggi vicini e un monastero, di cui galleggia soltanto il comignolo. In cima a un'altra collina, muratori e monaci sono al lavo¬ Gruppi di pellegrini, più tardi, seguono lo stesso itinerario, salgono 1 pendii morbidi per ridiscendere verso santuari famosi: la piramide diventa pagoda, pausa di riposo e di devozione cara ai fedeli buddisti. Il colpo d'occhio vale ampiamente la deviazione. Lasciare Bangkok per trovare, a portata di mano, un mondo oleografico come una stampa, è un riposo ben meritato per l'appassionato in cerca di scoperte fuori dei circuiti battuti. Certamente una fermata si impone sul fiume Kwai, a Kanchanaburi, senza però indugiare troppo: l'itinerario segnato è privo di difficoltà ed è un omaggio ai morti in prigionia giapponese, sacrificati sull'altare della costruzione della -ferrovia della morte». Che doveva collegare Kan- Thailandia: il ponte sul fiume Kwai a Kanchanaburi PER tutta l'estate, dal Golfo di Genova all'Adriatico, folclore, processioni e gare riportano, nelle città di mare e nei piccoli centri di pescatori, il clima di devozioni e feste dalle radici lontane. Alcune feste tramandano arrivi miracolosi di immagini sacre, altre sono legate alla vita dei pescatori. Altre ancora invece sono nate da voti od episodi curiosi legati alla vita marina. Grande diffusione hanno I palii, gare a remi che si svolgono un po' ovunque e particolarmente in Liguria. Ricordano antichi cimenti o affannose fughe incalzati dai pirati saraceni. Tra questi uno dei più suggestivi è la «Coppa Barontini- che si corre in notturna a giugno, a Livorno tra gozzi e remi. Il campo di gara sono i fossi di cinta della fortezza ed i caratteristici scali e cantine. Numerosi 1 raduni di barche d'epoca; a settembre si tengono quello di Imperia e di Arzachena (Sassari). Particolare è il raduno delle barche con vele al terzo e latine che si tiene a Cervia ( Ravenna) in luglio. Provenienti da tutto l'Alto Adriatico trabaccoli, sanpierote. topi, bragozzi, paranze, tutte imbarcazioni da lavoro che continuano a navigare grazie alla passione dei «velisti all'antica-. Una festa di colori che rinnova gioie e fatiche del lavoro sul mare. (Per informazioni Apt 0544/35756). Anche a Stintino in Sardegna si tiene una regata di vele latine, organizzata dalla cooperativa turistica locale. La -stagione- delle feste inizia a Milazzo, in provincia di Messina, a metà aprile, con una processione a mare in onore di San Francesco da Piceno ma di origine sira, fondatore dell'ordine monastico dei maroniti da cui ha preso il nome la popolazione cristiana del Libano. (Per informazioni: Società operaia di Mutuo Soccorso 0733 73144). Molte le feste durante il Ferragosto. A Monopoli (Bari) la Madonna della Madia: da una tradizione legata al recupero di una tavola, con l'effigie della Madonna, arenatasi sulla spiaggia. (Informazioni presso il Comune 080 742338). Domenica 3 settembre a Otranto (Bari) Madonna dell'alto mare. Storica processione a mare della statua della Madonna (in cartapesta leccese risalente al 1891 ) che viene imbarcata lungo la riviera degli Haethei di fronte alla banchina del porto. La festa si fa risalire ad un voto fatto nel 1824 dal locale capitan Cosentino, per lo scampato pericolo durante una tempesta. A Molfetta invece si festeggia la Vergine dei Martiri in ricordo dì quando approdavano le navi di ritorno dalla Terrasanta con i crociati feriti. Infine due feste -gastronomiche-. La prima a Camogli (Genova) domenica 7 maggio, sagra del pesce in onore di San Fortunato: distribuzione di pesce, fritto in una padella gigante sistemata nel porticciolo. Festa recente scaturita da un voto fatto durante la seconda guerra mondiale, mentre gli uomini pescavano in una zona minata. (Informazioni turistiche 0185 771066). La seconda a Sestri (La Spezia), in settembre, con la sagra della sardina che viene fritta in una enorme pentola a forma di pesce. IL barcone che percorre il fiume Zaire, nel cuore dell'ex Congo belga, rappresenta il principale collegamento di un paese troppo vasto e impervio per essere attraversato via terra. Il viaggio da Kìsangani a Kinshasa, la capitale, dura almeno una settimana e offre uno spaccato della vita di questo paese. Due volte al mese, più di mille commercianti insieme ad un buon numero di viaggiatori locali e sempre più turisti partono per questo viaggio di circa mille e seicento chilometri. Ma attenzione: non si tratta di una nave da crociera o di un confortevole ferryboat. E' piuttosto un misto fra un cargo, una bidonville e un mercato ambulante. Il viaggio può essere più lungo quando, per scarsità d'acqua, si formano banchi di sabbia che fanno incagliare il battello. Il giorno prima della partenza è un continuo via vai di marinai e di mercanti abituali. Essi imbarcano le loro mercanzie insieme a sedie, tavole, fili elettrici, lampadine che serviranno a trasformare il ponte ed i corridoi in un vero e proprio mercato. Già si sente l'odore del cibo cucinato nei primi banchetti: pesce fritto, termiti fritte con noccioline. I commercianti dormono accanto alle loro bancarelle. Grasse donne negre, avvolte in stoffe coloratissime, si installano fra pile di indumenti, corde attorcigliate e lattine. Sulla chiatta e facile socializzare con i viaggiatori ed essere invitati a mangiare con loro nelle cucine improvvisate. Un magazzino centrale vuoto è stato trasformato in bar, raggiungibile da una

Persone citate: Barontini, Cosentino