Il cielo in una stanza di Luciano Genta
Il cielo in una stanza Il cielo in una stanza Didattica Alla vigilia delle adozioni scolastiche è di particolare interesse per gli insegnanti l'analisi dei manuali e la verifica di «leggibilità» dei testi scientifici nella scuola dell'obbligo: è uno dei tanti contributi a un convegno del Giscel raccolti nel volume L'educazione linguistica e i linguaggi dele scienze, a cura di Anna Rosa Guerriero (La Nuova Italia). Attraverso diverse esperienze didattiche ci si interroga su come insegnare a «leggere la scienza», come tradurre in parole le formule, i numeri, i grafici. Tra le novità della scolastica, si segnala la nascita di una nuova sigla editoriale nata da un accordo tra Le Scienze e la Bruno Mondadori. Il primo titolo uscito è un manuale di Chimica per le superiori degli inglesi Hunt e Sykes. re queste strutture, affinché il loro lavoro non restasse limitato alle singole zone di appartenenza, ma fosse inserito in un discorso più generale che favorisse scambi di informazioni e di esperienze. Nacque così, nel 1986, la Associazione amici dei planetari, con sede a Brescia, che in quasi tre anni di vita ha già dalla sua una nutritissima attività: tre meeting nazionali (Ravenna, Brescia, Modena), una mostra itinerante, visite di studio a planetari italiani e stranieri, pubblicazioni degli atti dei meeting. I Planetari, nati per racchiudere in una stanza le meraviglie del cielo e per riprodurre, a scopo di studio, i movimenti apparenti della volta celeste, svolgono una attività prevalentemente didattico-divulgativa, anche se non disdegnano lo spettacolo. Esistono, infatti, all'interno dei planetari, tendenze che spingono queste cupole anche al di fuori dell'astronomia tout court per abbracciare altre attività (concerti, letture poetiche) sotto il suggestivo respiro di una volta stellata. Anche se i planetari, così come si presentano oggi, sono da considerare una invenzione moderna che risale agli inizi del Novecento da un'idea del direttore del Deutsches Museum di Monaco, il principio del planetario inteso come desiderio dell'uomo di rappresentarsi il cielo in casa ha radici antichissime. A parte i globi di Arato o il globo Farnese (che possono comunque essere considerati planetari rudimentali) una struttura che si avvicina molto ai moderni planetari fu costruita Luciano Genta r ■i
Persone citate: Anna Rosa Guerriero, Arato, Bruno Mondadori, Hunt, Sykes
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