Nella bacchetta di Palladio il segreto dell'esperimento

Nella bacchetta di Palladio il segreto dell'esperimento Nella bacchetta di Palladio il segreto dell'esperimento VENERDÌ', nella grande aula del Cern, tra altre 600 persone che si accalcavano, sedute anche sul gradini o In piedi, c'ero anchlo. Eravamo li in tanti per ascoltare il seminario di Martin Fleischmann, quello della fusione nucleare nel Palladio realizzata all'Università dello Utah. Fleischmann non è un outsider, nella scienza; professore all'Università di Southampton, socio della Royal Society, è un elettrochimico competente e rispettato. Dalla figura imponente, dai modi molto inglesi, sicuro benché teso (ha dichiarato di non aver mai avuto un uditorio così numeroso) ci ha raccontato in termini professionali gli esperimenti che lui e Stan Pons hanno condotto, con mezzi molto semplici, su un tavolo della University ofUtah. Fleischmann non è un fisico, come ho detto, è un chimico: da chimico ha condotto gli esperimenti, e ha tenuto a precisare che la parte di interpretazione fisica e misure nucleari non spetta a lui. Vediamo che cosa ha raccontato a una platea attentissima. Fleischmann e Pons (abbreviato in FP) hanno usato per i loro esperimenti delle bacchettine cilindriche di Palladio. Il Palladio è un metallo in grado di assorbire grandi quantità di idrogeno: è spesso usato per questa sua proprietà. I giornali ci hanno anche erudito sugli usi di questo metallo per le nostro Istituto. Quello che è difficile è indurre il deuterio a fondersi fornendo più energia di quanta se ne sia spesa per fare avvenire la reazione. Anche questo è stato fatto, purtroppo con le bombe a idrogeno. Il problema della fusione controllata è invece che le reazioni forniscano più energia di quanta se ne sia messa, ma con continuità, in modo controllato. Questo è quanto tutti i casse degli orologi, l'odontotecnica, gli strumenti chirurgici eccetera. FP hanno avuto l'idea di far assorbì, deuterio al posto dell'idrogeno. Il deuterio è un isotopo dell'idrogeno, il suo nucleo ha un protone e un neutrone mentre l'Idrogeno ha soltanto un protone, e ha le stesse proprietà chimiche; si fa quindi anch'esso assorbire abbondantemente dal Palladio. Cella elementare del palladio, cubica a facce centrate: i centri degli atomi sono disposti ai vertici del cubo e al centro delle facce. progetti di fusione controllata non sono ancora riusciti a fare. Infatti bisogna tenere . i nuclei di deuterio a distanze molto ravvicinate con energia sufficiente, e questo è molto diffìcile. Ma torniamo alla attività di laboratorio di FP. I due hanno voluto imbottire i loro campioni di Palladio con il deuterio. Vediamo cosa hanno fatto. Immaginate un campione di Palladio fatto a forma di matita cilindrica, Ma il deuterio ha anche un'altra proprietà: due nuclei di deuterio danno luogo a una reazione nucleare nella quale si forma Trizio o Elio 3, emettendo rispettivamente un protone o un neutrone, e un bel po' di energia. Questa è una reazione di fusione nucleare. Non è difficile produrre fusioni nucleari: i miei amici sperimentali che si laureavano quasi 30 anni fa le producevano nei laboratori del spessa uno o pochi millimetri. Avvolgete intorno alla bacchetta un filo sottile di Platino, immergete in una provetta da laboratorio e riempite di acqua pesante (acqua in cui una parte dell'idrogeno è sostituita dal deuterio). Il tutto sta in un pugno. Poi collegate il Platino al polo positivo di una batteria e la bacchetta di Palladio (che è l'oggetto interessante per questo esperimento) al polo negativo. Così avrete dato tensione all'apparecchietto. FP hanno applicato varie tensioni tra la bacchetta e il filo di Platino. Spinti dall'attrazione elettrica, gli ioni di deuterio migrano verso il Palladio mentre le cariche negative si dirigono verso il Platino e. per quel che ci concerne, non giocheranno alcun ruolo. L'idea dei due sperimentatori è di osservare il comportamento del deuterio assorbito dalla bacchetta di Palladio, grande divoratore appunto di deuterio; evidentemente avevano in mente che si potessero ottenere reazioni di fusione nucleare. Fleischmann. mostrando le tabelle dei risultati delle misure, ci ha detto di aver osservato una copiosa produzione di calore da parte del Palladio cosi trattato. I due sperimentatori hanno messo allora la provetta in un calorimetro per misurare il calore prodotto. Vittorio de Alfaro Continua a pag. Il