Università senza editori

Università senza editori Università senza editori Signor Direttore, l'articolo di Elisabetta Mondello. «A colloquio con Mrjno Bulzoni: problemi e progetti. L'editore universitario ha un nemico: la fotocopiatrice», apparso su Tuttolibri di sabato 25 marzo offre un bell'excursus sulla storia e sulle iniziative di una delle case editrici specializzate in editoria universitaria L'articolo, che non voleva essere nulla più di questo, potrebbe offrire l'occasione per aprire un dibattito sull'editoria universitaria che costituisce una fetta forse non tanto vasta, ma sicuramente con un notevole peso qualitativo, nel panorama editoriale italiano. In Italia non esistono ve- re e proprie case editrici universitarie, nel senso che questo termine ha nei Paesi stranieri, soprattutto in quelli di lingua inglese. Parlare di university press in Inghilterra, per esempio, significa parlare di grandi realtà editoriali che si caratterizzano per l'essere strutture interne alle università e per non avere tini di lucro: tutti i guadagni, infatti, vengono immediatamente reinvestiti. In Italia, invece, viene definto universitario qualsiasi editore che stampi ciò che ruota intorno alla vita accademica: dalle dispense agli atti di un convegno fino, qualche volta, alle tesi di laurea, ma solo quando l'autore abbia ormai raggiunto la fama scientifica ed accademica. Ora il problema «editoria universitaria» non riguarda pero, come si potrebbe forse evincere dall'articolo, solo gli editori, ma coinvolge studenti, librai, distibutori. Perché, se é sicuramente vero che le fotocopie sono il flagello degli editori, e che i librai non gradiscono molto il commercio di testi usati, è anche vero che per un esame uno studente può spendere in libri e dispense, non sempre di altissimo valore scientifico, cifre molto consistenti. Ma al di la dei singoli problemi, c'è da chiedersi se non sia venuto il momento di ripensare il rapporto fra università ed editori, o quello attuale è forse ancora il migliore dei rapporti possibili? E ancora, ha una sua specificità essere casa editrice universitaria, o e, e deve continuare ad essere, una definizione vaga? A rispondere potrebbero essere proprio quegli stessi editori che nel mondo dell'università si muovono e nei cui cataloghi sono i «classici» dello studio universitario, chiara Sirk redattrice -Bollettino dell'Università degli Studi-, Bologna

Persone citate: Elisabetta Mondello, Mrjno Bulzoni, Sirk

Luoghi citati: Bologna, Inghilterra, Italia