Chi mette una vita e chi tre giorni per fare un romanzo di Raffaele Crovi

Chi mette una vita e chi tre giorni per fare un romanzo Chi mette una vita e chi tre giorni per fare un romanzo ROMA — Quarantadue giorni e cinque grandi quaderni sono stati necessari a D. H. Lawrence per scrivere Canguro, il suo romanzo «pazzo» sull'Australia. In cinquantadue intensissimi giorni Stendhal ha iniziato e portato a termine la Certosa di Parma (la ripropongono in edizione economica con l'eccellente introduzione di Vittorio Del Latto 1 Tascabili degli Editori Associati, pp. 526, L. 13.009). Settantadue ore ha impiegato William Beckford per il lungo racconto fantastico Vathek. Cinque giorni, diciannove ore e quindici minuti sono il tempo record raggiunto nel 1988 con una pubblica esibizione in Galleria a Milano per scrivere un libro. Lo riporta il Guinness dei primati. A stabilirlo è stato lo Speedy Gonzales della narrativa di nome Francesco Saverio Alonzo che ha superato quest'anno un traguardo che apparteneva al superdotato, in fatto di rapidità della penna, Georges Simenon. Alla notizia uscita su «Tuttolibri» della pubblicazione del romanzo record di Alonzo che, non a caso, si chiama Correre di sera (uscito da SugarCo) un lettore ha scritto ricordando che Lo strano caso del dottor Jekill e del signor Hyde di Stevenson era stato prodotto in tre giorni. Del gruppo dei velocissimi fanno parte, tra gli altri, anche Goethe e Balzac, la cui Comédie Humaine — data la notevolissima mole — mai avrebbe potuto avanzare a passo di lumaca. Insomma veloce, per uno scrittore, è bello? Quali sono e come variano i tempi di composizione di un romanzo? Gli autori di oggi sono impegnati sul fronte della lentezza o della rapidità? Qual è il loro atteggiamento nei confronti del misterioso, capriccioso, a volte insondabile, fattore tempo? -Io sono uno scrittore che preferisce le lunghe soste nei suoi romanzi, piuttosto che gli attraversamenti brevisfferma con tono di rammarico Paolo Volponi. «Come mai? Per me la scrittura si è sempre mescolata ad altre attività: sono uno scrittore del sabato e della domenica. Ho preso appunti, scritto o corretto pagine in treno, aereo, albergo. Da quando poi sono slato eletto senatore la mia vita si è ancor di più complicata. Per Memoriale ho impiegato circa due anni. La macchina mondiale int-ece l'ho scritta dettandola a una dattilografa in pochissimo: sei mesi. Corporale l'ho cominciato nel '66-67 e pubblicato nel '74. Credo che oggi sia difficile raggiungere ritmi che appartengono al passato-. Come mai? • Gli autori classici che bruciavano le pagine avevano intorno un altro tipo di società e di ambiente letterario. Adesso le esigenze sono cambiate radicalmente. Un esempio? Siamo più determinati nella ricerca del benessere. Un tempo chi scriveva era solo davanti alla pagina. E oggi uno scrittore non è più in rapporto diretto con la letteratura e la società, ma con l'editoria e con il mercato e questo allunga i tempi-. Daniele del Giudice di cui è in libreria l'ultimo libro Nel museo di Reims (Mondadori, pp. 83, L. 24.000) non è d'accordo e afferma: «Il tempo massimo che ho impiegato a scrivere un libro è stato di pochi mesi, da due a sei. Prima di mettermi al tavolo di lavoro attraverso un periodo di "incubazione"della scrittura. Sema appunti, senza annotazioni o tracce di racconto. E' come se dentro di me si aprisse un punto di dolore o di ossessione che devo osservare, analizzare. Su questo mi concentro e cerco di percepire qual è la "temperatura" esistenziale, comica o drammatica, di una situazione, di una storia. Ne inseguo mentalmente la musica, la tonalità, il ritmo. -Quando ho "fatto il pieno" di queste emozioni, di questa intensità, scrivo una sola volta, lavorando accanitamente frase per frase. E' un'avventura emotiva fortissima e irripetibile. Le storie poi è come se camminassero da sole con punti di fuga, di concentrazione, v di sprigionamento di energie a cui bisogna sapersi abliandonare. Quando la storw si Inchiesta: quanto tempo ci vuole per la nascita di un libro? Rispondono Daniele del Giudice, Paolo Volponi, Vincenzo Consolo, Aldo Busi, Fabrizia Ramondino, Raffaele Crovi

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