Per gli amanti di spettri una guida preziosa (ma un po' distratta)

Per gli amanti di spettri una guida preziosa (ma un po' distratta) Julia Briggs e la storia dei fantasmi nella letteratura Per gli amanti di spettri una guida preziosa (ma un po' distratta) NEL quinto capitolo di Qualcosa di me, quel capolavoro della reticenza che finge di essere la sua autobiografia, Rudyard Kipling fa riferimento a un misterioso quanto introvabile compendio di magia indiana da lui consultato mentre scrìveva Kim: -Ho sempre rimpianto di non averlo potuto rubare: sono cosi pignoli quegli addetti con i registri di uscita ed entrata!-. Come lo capisco, l'onesto Kipling. Anch'io infatti, avrei la mia mezza-confessione da fare, a proposito di Visitatori notturni, l'utilissima (e molto economica) storia del racconto di fantasmi dell'inglese Julia Briggs. (Bompiani, pp. 287, lire 7500. Trad. di Marina Bianchi, presentazione di Gilberto Fimi). Avendo cercato per mari e monti l'esauritissima edizione originale, che risale al 1977, mi sono deciso qualche anno fa. vinto dalla disperazione, a fotocopiarla. Peccato grave. I non-addetti al lavoro forse non sapranno con quale orrore questa prassi viene vista dagli editori: ben vengano gli anatemi e i roghi in piazza ii giudici, gli ayatollah e /'Osservatore romano sono degli ottimi venditori): pazienza i furti (che tutt'al più costringeranno le biblioteche a ripetere l'ordino: ma la fotocopiatura no, proprio no, perclié è un attentato alla catena produttiva... Pero, se gli editori non tengono -vivi- i libri, come si fa? Purtroppo, la mia confessione non finisce qua. Come se non bastasse il delitto-xeras, ho poi sistematicamente saccheggiato il volume della povera Briggs, traendone per anni spunti e suggerimenti pi'r progetti editoriali, introduzioni, presentazioni, e quarte di copertina. Mea Culpa. (Chi di noi non vorrebbe aver scritto un lihro davvero utile?). E cosi, esaurito il quaresimale desiderio di autoflagellazione, passo a recensire il libro. Sbaglierebbe chi pensasse che un volume uscito nel lontano '77 debba per forza essere invecchiato. Niente affatto: a volte i ritardi giovano. Questa traduzione non poteva infatti vedere la luce in un momento migliore: fosse stata pubblicata tempestivamente, si sarebbe rivelata piena di riferimenti a cose che in Italia non si trovavano. A lungo, infatti, i lettori di. ghost-stories io weird tales, per usare la dicitura statunitense, lovecraftiana). a differenza degli aficionados del giallo o della fantascienza, hanno dovuto accontentarsi di poche briciole mollate quasi con sdegno dagli editori: antologie che si mordevano la coda tra loro, nutrendosi dei cadaveri dei predecessori come i gul dei cimiteri musulmani; l'ennesima strenna del dickensiano Canto di Natale o de II giro di vite r.'i Henry James (di cui si annuncia in questi giorni addirittura una versione di Crepai). Ora. nel giro di pochi anni, il panorama è stato mutato in modo radicale. Abbiamo finalmente a disposizione i racconti completi di Montagne Rhodes James (Tìieoria), un tutto-Lowecrafl affidabile (Fanuccii, le storie-di bimbe, di donne, di streghe- della Gaskell (Giunti), lo splendido -Millennio- dei racconti di Henry James (Einaudi), e altro ancora. Tutte cose non disponibili prima, se non in minima parte. Certo, rimane ancora parecchio da fare: la produzione infinitamente varia di Joseph Sheridan le Fanu circola in forma orrendamente spezzettata, e manca una raccolta rappresentativa di quel maestro del racconto breve (anch 'egli mezzo celta e di lontane ascenderne ugonotte) che è Walter de la Mare. Indubbiamente il libro della Briggs avrà una funzione di stimolo: è prevedibile che consulenti e diretto¬ ri di collana se ne nutrano vampircscamentc per un bel po'. Ma soprattutto sarà una (.niida insostituibile per il lettore amante di spettri, ■ombre-, vampiri, Doppelganger, sogni premonitori, banshees, apparizioni-in-, punta-di-morte, talismani e maledizioni, e cosi via. Dico ■guida- perché — per fortuna — noiì si tratta della solita fiacca carrellata storica con qualche scontatissima citazione qua e là. Gli undici capitoli o sezioni in cui si articola il libro sono, certo, disposti in ordine più o meno cronologico; ma la trattazione è giustamente (non esageratamente) selettiva, e offre spunti tematici assai suggestivi. Cosi, oltre a capitoli interi su M.R. James e su de la Marc (era ora!), su Henry James e Vernon Lee (-Un senso del passato-), su Stevenson e Kipling (C'era una volta, in un paese lontano...»), ve ne sono altrettanti che affrontano invece autentici nodi della storia culturale. Di grande interesse quello dedicato allo spirito positivistico e alla pseudoscienza di fine Ottocento, l'epoca che produsse tra l'altro gii -invi' stigatori dell'occulto- quel', il dottor John Silcnce idi Al geritoli Blackwood), il professor Abraham van Helsinp (antagonista di Dracula nel romanzo di Brani Stokeri e il ghost-buster Adam Carnacki. Un aspetto diverso, complementare, dello stesso periodo viene esaminalo nel capitolo intitolato •Satanismo e decadentismo-, che abbraccia Huysmans e Wilde. oltre a scrittori meno no ti come il gallese Arthur Macheti. Vi e pure una sezione sulla Prima guerra mondiale e i suoi effetti sulla narrativa del sovrannaturale, in un momento in cui il lutto collettivo spinse molti a flirtare con lo spiritismo (assai istruttivo il contrasto tra Ir. militanza di un -razionalista- come Conan Doylc e lo stoico rifiuto di Kipling). Pur mantenendo, come si e detto, un atteggiamento selettivo, la Briggs non ignora le figure minori. Cosi ci vengono presentati anche quegli autori i quali •sembrano aver dentro un solo racconto-, e cosi fanno la gioia dei compilatori di antologie llltislra/ione da un romanza nero di Ann Kiidclill'e

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